Doppio passaporto, sì o no? L’Alto Adige confida in Sebastian Kurz e nell’ultradestra per ottenere la doppia cittadinanza. L’imminente formazione di un governo di coalizione tra Popolari (ÖVP) e l’FPÖ di Heinz-Christian Strache, alimenta l’ottimismo dei 19 consiglieri della provincia autonoma di Bolzano che il 21 novembre scorso hanno scritto una lettera al leader del Partito Popolare austriaco con cui lo sollecitano a deliberare in tal senso. Di sicuro i colloqui per dare vita alla coalizione tra ÖVP e FPÖ non sono ancora terminati, sebbene proseguano spediti, facendo ritenere probabile la data del 20 dicembre quale eventuale scadenza dei negoziati e presentazione del nuovo esecutivo.
Però, tra i punti delicati sui quali si cercano soluzioni di compromesso perché inizi l’avventura di governo non sembra essere in agenda la doppia cittadinanza degli altoatesini. Le negoziazioni tra le delegazioni del Partito popolare e del Partito della Libertà proseguono serrate, soprattutto perché esistono ancora nodi delicati da sciogliere: dalla questione della democrazia diretta, alle possibili riforme della previdenza sociale; dal divieto del fumo, che dovrebbe entrare in vigore a partire da maggio 2018 ma è fortemente avversato da Strache, all’ambiente; dai fondi per le assicurazioni sanitarie, alla giustizia, con un inasprimento dell’attuale pacchetto di legge contro i crimini, volto soprattutto a contrastare il terrorismo. Ancora tutto da studiare, invece, l’organigramma dei ministri. Ad oggi si sa solo che il numero due dell’FPÖ, Norbert Hofer, dovrebbe vedersi affidato il dicastero delle Infrastrutture, mentre sarebbe in uscita dalla compagine di governo l’attuale Ministro delle Finanze, Hans Jörg Schelling (ÖVP). Le richieste dell’Alto Adige possono davvero trovare spazio per essere prese in considerazione? E cosa ne pensa l’Austria? Scopriamo insieme quale sia la situazione.
La Corte Suprema ha già detto no
Al di là delle aspirazioni della destra altoatesina, la Südtiroler Freiheit e i Freiheitlichen, occorre analizzare quali siano stati i pronunciamenti dell’Austria a livello giuridico. Dopo il no del Tribunale Amministrativo, il 24 marzo scorso anche la Corte Suprema si è pronunciata, respingendo il ricorso dei consiglieri della provincia autonoma di Bolzano che avevano presentato richiesta della cittadinanza austriaca. La legge austriaca del 1925, alla quale faceva appello il ricorso, secondo la Corte Costituzionale di Vienna non è applicabile per gli altoatesini, che non hanno mai avuto diritto di cittadinanza austriaca.
Problemi legali e politici
La questione della doppia cittadinanza agli altoatesini apre quesiti giuridici di non facile soluzione. Innanzitutto i doppi passaporti sono proibiti in Austria. Poi esistono questioni legate al diritto di voto. Inoltre, chi avrebbe titolo per ottenere il doppio passaporto? Quali sarebbero i criteri da adottare? Sebbene l’FPÖ abbia inserito tra i punti programmatici anche la questione della doppia cittadinanza per gli altoatesini e malgrado il governatore del Tirolo, Günther Platter (ÖVP), l’abbia definita un desiderio del cuore (“Herzensanliegen”), non solo essa non rappresenta un punto cardine della futura coalizione, ma rischia persino di aprire un serio incidente diplomatico con l’Italia. A mettere in guardia da possibili frizioni nei rapporti bilaterali tra Vienna e Roma è proprio una figura storica del Partito Popolare, Andreas Khol, in un’intervista rilasciata al Kurier.
“Questa doppia cittadinanza troverebbe applicazione anche per i Gottschee (un’area germanofona, la Carniola, che oggi fa parte della Slovenia), e per i 90.000 Burgenländer di Chicago -fa notare Khol- O potrebbe coinvolgere anche quegli austriaci del Regno Unito che subiranno le conseguenze della Brexit”. Ma ciò che rende scettico Andreas Khol è soprattutto il rischio concreto di minare le relazioni con l’Italia, che guarderebbe alla decisione di concedere la cittadinanza austriaca agli altoatesini come ad un atto ostile. “Un grave e imperdonabile errore diplomatico e politico” per Khol.
Quale criterio seguire?
Interessanti le osservazioni di Günter Pallaver, politologo altoatesino. “Tanto il criterio storico quanto quello linguistico comporterebbero una serie di quesiti giuridici” ha detto Pallaver, professore di Scienze politiche all’Università di Innsbruck all’Apa. I criteri storici legati alla discendenza per Pallaver ricordano molto l’Ahnenpaß (l’albero genealogico con cui i nazisti documentavano la razza ariana). Mentre il professore di Innsbruck trova che l’appartenenza al gruppo linguistico tedesco rappresenti “una dichiarazione puramente soggettiva”. Sebbene il Parlamento possa cambiare la legge che impedisce di avere il doppio passaporto, servendosi di una maggioranza semplice, si sollevano questioni politiche di notevole rilevanza. Secondo l’avvocato costituzionalista Bernd-Christian Funk, che proprio a proposito del diritto di voto, ricorda al Kurier l’accesissimo dibattito scatenato dalla doppia cittadinanza ai turchi austriaci. Anche il Prof. Pallaver, come Andreas Khol, fa notare tutte le complessità legate al rapporto di buon vicinato con l’Italia. L’Austria è pronta a sacrificare le relazioni amichevoli che la legano all’Italia per assecondare istanze di matrice populista e promesse elettorali fatte dal’FPÖ ad una parte del proprio elettorato?