La prossima spedizione umana su Marte che, stando a quanto promette Obama, potrebbe essere realtà nel 2030, dovrà dire grazie all’Austria e alle simulazioni effettuate sul ghiacciaio del Kaunertal in Tirolo. Infatti, in questa zona delle Alpi austriache, dove c’è il Ghiacciaio Weissseeferner, a ben 2.750 metri d’altezza, scienziati e astronauti provenienti da 19 Paesi si sono trovati per dare vita ad AMADEE-15, una missione che ha simulato una vera e propria spedizione sul pianeta rosso. In questo ambiente montano, isolato, impervio, ma non irraggiungibile, esistono condizioni simili ad alcune zone della superficie marziana, dove un tempo sembra esservi stata presenza di acqua e ghiaccio.
Il luogo ideale, quindi, per ricreare un’esercitazione, il più possibile vicina a ciò che si potrebbe incontrare arrivando davvero su Marte.
Tra cinema e realtà
Vengono subito in mente le immagini di The Martian, il film di Ridley Scott, dove Matt Damon interpreta l’astronauta Mark Watney, che cerca di sopravvivere in un pianeta inospitale e totalmente inadatto alla sussistenza umana. Con la differenza, però, che sul ghiacciaio e sulle superfici montuose del Kaunertal, non è stata fiction, ma realtà scientifica.
Cos’è AMADEE-15?
L’operazione AMADEE-15 si è svolta nell’agosto 2015, ma si è avuta notizia dell’esito della ricerca solo in questi giorni, su alcuni media locali e anche su Acta Astronautica. Il team composto da 88, tra scienziati e astronauti, ha condotto per due settimane esperimenti in ambito ingegneristico, astro-biologico, geologico, scientifico e sperimentazioni sulle possibili condizioni della superficie planetaria.
Perché scegliere il ghiacciaio austriaco?
Ricordiamo tutti le suggestive immagini a colori del rover della NASA, Curiosity, atterrato su Marte nel 2012, che ha sondato e analizzato l’area del cratere Gale e la base del monte Sharp, per studiare le inondazioni che tale area del suolo marziano ha subito 3 miliardi e mezzo di anni fa.
“I ghiacciai rappresentano il sito ideale per questo tipo di simulazioni -dice Gernot Groemer, Presidente dell’Österreichisches Weltraum Forum (OeWF) il Forum dello Spazio dell’Austria- per la loro rilevanza astro-biologica e per la loro architettura” rendendoli perfetti per questo tipo di missioni. “In qualche modo -spiega Groemer- sembrano essere simili ad alcune conformazioni del suolo marziano, ecco perché potrebbero rivelarsi cruciali per il futuro delle spedizioni umane su Marte”.
L’architettura dei ghiacciai e la mobilità su Marte
Tra le tante simulazioni fondamentali si sono rivelate quelle relative alla mobilità sui terreni impervi. Un banco di prova essenziale per prevenire e risolvere problemi di trasporto in caso di missione su Marte. “Il Kaunertal in Tirolo offre un’ampia varietà di terreni: da piani sabbiosi, a impraticabili zone rocciose -mi racconta Gernot Groemer– Tra le tante lezioni imparate da questa sperimentazione c’è stata anche quella di come e quanto sia difficile potersi spostare su terreni così aspri e inospitali”.
Come si è svolta AMADEE-15?
È stata una vera missione spaziale, in piena regola: astronauti con indosso le loro tute, veicoli, robot e tutte le attrezzature utilizzate in caso di atterraggio ed esplorazione del pianeta rosso. Anche la logistica e la costruzione di una stazione base è stato uno dei processi testati sulle montagne e nelle cavità del ghiacciaio austriaco. Così è stato possibile raccogliere informazioni e dati necessari per pianificare al meglio una vera spedizione su Marte. Sono stati testati i limiti umani e tecnici, le strumentazioni e lo stato dell’arte delle tecnologie oggi disponibili, per migliorare e dare nuovo impulso alla ricerca e delineare strategie.
Esperimenti a tutto campo
“Da studi dell’Università di Innsbruck sappiamo che in alcune aree oggi pietrose, in passato era presente ghiaccio superficiale -rilancia Gernot Groemer– Questo tipo così vario di terreno, rende il Kaunertal il luogo più simile ad alcune zone della superficie di Marte e quindi perfetto per esercitazioni ed esperimenti, come ad esempio rintracciare presenza di ghiaccio in profondità”. Molti anche gli esperimenti medico-scientifici, testati in situazioni estreme. Non sono mancate: prove di trasmissione e comunicazione in tempo reale; l’uso di radar per misurazioni; prove di veicoli aerei; uso di simulatori spaziali; test di mobilità ed ergonomici; uso di rover per raggiungere pareti molto ripide e scoscese; sperimentazione della tecnologia L.I.F.E. (Laser-induced Fluorescence Emission) per rilevare la presenza di microbi in ambienti estremi; uso di tecnologie 3D; prelievo e analisi di campioni.
Ghiacciai e deserti, caldo e freddo estremi
Sono già state fatte altre sperimentazioni in diversi luoghi della Terra, che presentano possibili analogie con il suolo marziano, come ad esempio in zone sabbiose, aride e torride, come nel deserto del Sahara in Marocco. Però questa è la prima volta che viene scelta un’area montuosa, con pietra e ghiaccio, come la zona del Kaunertal in Tirolo. I ghiacciai, come questo sulle Alpi austriache, rappresentano anche una possibile risorsa idrica. Ecco perché, tra le varie simulazioni realizzate nella missione AMADEE-15, è stato anche provato un nuovo sistema sperimentale di doccia a vapore, che sfrutta la nebbia. Insomma, l’attività del team si è rivelata fondamentale e propedeutica allo sviluppo di tecnologie e strategie essenziali per progettare strumenti ed equipaggiamenti, condizionando sensibilmente il lavoro dei prossimi anni.
Ghiacciai e colonizzazione spaziale
Nei ghiacciai spesso si nascondono segreti che ci aiutano a fare chiarezza sulle origini della vita sulla Terra. Al tempo stesso sono una fonte inesauribile d’informazioni preziosissime sullo stato di salute del nostro malandato, inquinato, surriscaldato pianeta. Adesso, dopo AMADEE-15, diventano anche materia viva per programmare e presto realizzare una spedizione spaziale con uomini a bordo, verso Marte, che dista da noi una media di 225 milioni di chilometri.