Black Monday: essere donna in Polonia

A migliaia sono scese in piazza contro il governo che vuole cancellare il diritto all’aborto. Migliaia di donne polacche, vestite di nero, in segno di lutto. Perché il Parlamento minaccia di assassinare  il loro diritto a procreare e a poter decidere del proprio corpo e del proprio futuro liberamente. Perché come dice chi ha partecipato alla marcia di protesta, non si può demandare alla politica una simile scelta. Uno sciopero totale, dal lavoro e dalla famiglia. Un grido d’allarme, un segno tangibile, una rivolta pacifica, ma espressa con granitica fermezza da una minoranza rumorosa. Un fiume in piena di donne si è riversato per le vie delle principali città polacche, da Varsavia a Cracovia, da Danzica a Breslavia.

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Malgrado una fetta consistente della propria forza lavoro abbia incrociato le braccia, la Polonia non è stata paralizzata in modo totale. Era attesa una massiccia partecipazione. Decine di migliaia di donne sono scese in strada in almeno una sessantina di città, in un Paese con una popolazione di 38 milioni di abitanti, dei quali l’87% di fede cattolica. Manifestazioni di solidarietà si sono svolte anche in molte altre capitali europee come Berlino, Bruxelles, Parigi, Londra e Belfast

 

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Aborto illegale e punibile con il carcere?

La legge sull’aborto in vigore in Polonia dal 1993, è già tra le più restrittive in Europa. L’aborto è attualmente consentito solo se è a rischio la vita della gestante; in caso di gravi e irreversibili malformazioni del feto; nel caso venga confermato lo stupro, o l’incesto. Il partito conservatore PiS, Diritto e Giustizia, salito al governo un anno fa con il premier Beata Szydło, e sempre sotto la salda guida del leader Jaroslaw Kaczynski, ha sottoposto a una commissione parlamentare una revisione in senso ancor più restrittivo della legge. L’aborto diventerebbe del tutto illegale, anche in caso di stupro e di pericolo per la salute della gestante, e punibile con 5 anni di carcere non solo per la donna che ne faccia richiesta, ma anche per il medico che lo pratichi. Il rischio è che si arrivi ad investigare legalmente anche sui casi d’interruzione di gravidanza spontanea, per verificare che non si sia trattato di un atto volontario. Il Parlamento, però, non ha ancora approvato alcuna modifica.

Come sta cambiando la cattolica Polonia

Una riforma caldeggiata dalla Chiesa e promossa da un comitato di cittadini anti-abortisti che ha presentato una petizione, che ha raccolto 450.000 firme. In un Paese a netta maggioranza cattolica è però significativo che il 74% dei polacchi si dica a favore dell’attuale legge sull’aborto, entrata in vigore nel 1993, contro l’11% che dichiara di essere a sostegno della revisione in senso restrittivo. Inoltre il 50% dei polacchi ha dichiarato di guardare con favore alla manifestazione della Czarny Protest, la protesta del Black Monday, e il 15% ha detto che avrebbe avuto l’intenzione di prendervi parte. Al tempo stesso il consenso del PiS scende vertiginosamente, attestandosi, secondo i  sondaggi diffusi ieri, al 29%. Preoccupanti comunque i dati sugli aborti illegali: sono 1.000 gli aborti praticati ogni anno in Polonia, ma sembra che almeno 150.000 donne ogni anno interrompano la gravidanza in modo illegale, con pillole acquistate online, o recandosi all’estero, nelle vicine Germania e Slovacchia.

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