Le barriere coralline del Golfo Arabico si aiutano l’una con l’altra a riparare le aree danneggiate e sotto stress. È quasi come se i coralli si parlassero. Comunicando tra loro riescono a rigenerare quelle porzioni che subiscono forme di degrado. La scoperta, fatta da un gruppo di ricercatori dell’American University of Sharjah, ha messo in evidenza un fenomeno di connessione che porta al trasferimento di larve da zone in cui ve ne sono in abbondanza ad altre in cui ve ne sono meno e le barriere mostrano segni di sofferenza. I coralli sono composti da migliaia di piccolissimi animali invertebrati, che rientrano nel gruppo degli cnidari (invertebrati marini), e fanno parte della classe Anthozoa. Sono piccoli polipi che vivono in simbiosi con alghe unicellulari, che producono ossigeno e zucchero e sono responsabili dei loro colori sgargianti.
Questi minuscoli polipi fluttuano liberi nel mare durante il loro stadio larvale, o fino a quando non raggiungono il pieno sviluppo. Una volta cresciuti tendono ad ancorarsi agli scogli e ad unirsi gli uni agli altri, a formare le cosiddette barriere coralline. Per la ricchissima biodiversità che trova riparo e vita al proprio interno, le barriere coralline sono estremamente importanti per l’ecosistema, rappresentando un habitat paragonabile per varietà a quello delle foreste tropicali. Esse non sono solo un indicatore della salute delle acque marine, ma contribuiscono attivamente a preservare le coste dall’erosione provocata dal moto ondoso, proteggendole da tempeste, innalzamento delle acque e allagamenti, arrivando ad assorbire fino al 97% dell’energia distruttiva delle onde. Scopriamo di più sugli spostamenti dei coralli nello specchio di mare del Golfo e sullo stato di salute delle barriere degli Emirati Arabi Uniti.
Come il corallo sceglie dove andare
Gli scienziati hanno identificato un fenomeno di reclutamento dei coralli da parte delle aree più bisognose di rinforzi. In genere i coralli tendono a stabilirsi nelle barriere in cui sono stati generati. Talvolta, però, in virtù di questa forma di interconnessione, possono spostarsi in altre regioni.
Vi sono larve che si sono spostate dal Kuwait al Bahrain, per poi fare ritorno negli Emirati. Uno spostamento che secondo i ricercatori dell’American University di Sharjah è servito a far rigenerare le barriere presenti lungo il mare che va da Abu Dhabi a Ras Al Khaimah. I coralli sono presenti lungo le coste di tutti e otto i Paesi che si affacciano sul Golfo Arabico, ma stanno subendo molto gli effetti nefasti dei cambiamenti climatici. Secondo uno studio statunitense sembra che i coralli scelgano la barriera a cui ancorarsi sulla base dei suoni emessi dagli animali che vivono nelle vicinanze. Più una barriera corallina è sana più quei suoni vengono emessi con maggior vigore.
Riscaldamento globale e barriere coralline
L’innalzamento delle temperature sta distruggendo i coralli in tutta la regione. Le acque del mare del Golfo Arabico sono già naturalmente calde. Il riscaldamento globale aumenta la temperatura dell’acqua portandola al di sopra della soglia di tollerabilità dei coralli, mettendoli così in pericolo. La circolazione delle larve dipende anche dalle correnti. I ricercatori stanno studiando quali percorsi e modelli segua nel tentativo di scoprire anche quali siano le zone con maggiore presenza di larve.
Sbiancamenti e cambiamenti climatici
Attualmente si stanno verificando con sempre maggiore frequenza fenomeni di sbancamento dei coralli. Accade quando l’acqua del mare è troppo calda. Se la temperatura è elevata i coralli non fanno entrare le alghe con cui vivono in una particolarissima simbiosi e così facendo muoiono. Dal 1995 ad oggi la Grande Barriera Corallina ha perso la metà dei suoi coralli. Nel 2015 si sono verificati episodi di sbancamenti delle barriere coralline che sono durati per 36 mesi consecutivi, provocando la scomparsa di molti coralli. Quelli presenti nel Golfo Arabico sono abituati a resistere in acque tendenzialmente calde, ma nel 2017, in cui sono state raggiunte temperature record, l’elevato calore ne ha distrutti moltissimi.
I coralli degli Emirati sono in salute?
Secondo uno studio congiunto della New York University Abu Dhabi e della Environment Agency Abu Dhabi, il 94,3% dei coralli della zona meridionale del Golfo Arabico sono stati interessati da gravi fenomeni di sbiancamento e il 67% dei coralli è morto tra aprile e settembre 2017. Lo stato di salute dei coralli del Golfo non è affatto buono. Ecco perché gli Emirati si stanno adoperando per ripopolare le barriere coralline, reimpiantando 1,5 milioni di coralli lungo i litorali costieri, in un’area di 300.000 metri quadrati.