Dubai, 8 marzo e divario di genere

La giornata della donna all’Expo si celebra con una conferenza internazionale al Padiglione Italia su parità di genere nella politica e nelle istituzioni. “Women’s Status in Institutions and Culture” è un’occasione per intensificare anche il dialogo e la cooperazione tra l’Europa, gli Emirati e l’area più allargata dei Paesi del GCC. Un elemento emerge chiaramente: c’è molta strada da fare perché si colmi quella disparità che fa sembrare ancora sensazionale la nomina di una donna alla guida di un’istituzione. “L’elezione o la nomina di una donna a capo di un’istituzione fanno ancora notizia. -dichiara nel suo intervento la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia– I dati confermano che c’è ancora un ampio divario di genere nelle istituzioni pubbliche: in media i Parlamenti degli Stati membri dell’Unione europea hanno solo il 32% dei seggi detenuti da donne. Nessun parlamento in Europa ha una maggioranza di sesso femminile”.

Analizzando il sistema giudiziario il quadro sembrerebbe migliore. “Secondo l’ultimo rapporto della Commissione Europea sull’Efficienza della Giustizia, le donne rappresentano il 61% della magistratura nei Paesi OCSE-UE, variando dall’81% della Lettonia al 33 % del Regno Unito. Eppure, ai vertici giudiziari e della Corte suprema, le cifre sono invertite -prosegue la Ministra Cartabia- Le donne sono ancora sottorappresentate come Presidenti dei tribunali e Procuratori generali, a conferma che maggiore è il livello gerarchico, minore è il numero delle donne. E il mio paese non fa eccezione”. Anche la Ministra per per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti mette in evidenza la necessità di una maggiore presenza femminile nei ruoli decisionali pubblici e privati. “È il giorno della nostra responsabilità, di trasformare le nostre ambizioni in realtà. E la nostra ambizione è chiara: raggiungere la parità di genere e l’emancipazione femminile in tutti i settori della nostra società”. Scopriamo di più sull’evento “Women’s Status in Institutions and Culture”.  Continua a leggere



Roberto Bolle e la pace in Ucraina

Attraverso arte, danza e musica Roberto Bolle lancia un messaggio di pace per l’Ucraina dall’Expo di Dubai con lo spettacolo “Roberto Bolle and Friends”. La sua performance diventa non solo strumento per far conoscere la cultura italiana e la danza, ma anche un mezzo per diffondere un modello di bellezza che sa farsi impegno sociale e portatrice di istanze di fratellanza e pacifica coesistenza. Bellezza e grazia, poesia e potenza muscolare. Roberto Bolle incanta il pubblico dell’Expo 2020 Dubai portando in scena la danza nella sua essenza. Sul palco vi sono solo le luci e l’atmosfera regalata dalla musica e dalle coreografie dei ballerini. L’essenzialità dell’allestimento e il minimalismo dei costumi fanno concentrare su ciò che conta: la plasticità, l’armonia di quei corpi, la fluidità dei movimenti e l’emozione delle interpretazioni. “Roberto Bolle and Friends” è uno spettacolo di “danza pura, non c’è una scenografia, non ci sono grandi costumi, c’è solo la danza che è protagonista della serata, con tecniche e stili diversi degli artisti, ma che riesce a emozionare e arrivare al cuore delle persone -spiega Roberto Bolle- Così negli anni siamo riusciti a portarlo da New York a Shanghai, e in Italia dall’Arena di Verona a Caracalla. È un piacere poter essere qui a Dubai ed essere ancora una volta ambasciatore della cultura e dell’arte italiana, cercando di rappresentare al meglio il nostro Paese”.

Roberto Bolle sa arrivare dritto al cuore e con doti interpretative non comuni è in grado di trasmettere sensazioni che restano scolpite nell’anima. Meraviglioso e impeccabile nel repertorio del balletto classico, colpisce ancor più quando si cimenta in brani di danza contemporanea. Sono quelli i momenti di straordinaria intensità, di potente poesia, come quando Bolle si esibisce con tormento sulle note di Ezio Bosso o quando sul finale, accompagnato dal violino di Alessandro Quarta, tratteggia con la sua arte il dramma dell’uomo del XXI secolo, frastornato da smartphone, selfie, webcam, autocompiacimento e FOMO (fear of missing out), la paura di perdersi qualcosa, sebbene già da tempo abbia smarrito la propria identità, rimasta come un riflesso sbiadito in uno specchio. È un’umanità autoreferenziale e obnubilata, a caccia di like e di consensi, di follower e autoaffermazione sui social media, quella trasposta in danza da Bolle, mentre le corde del violino sembrano impazzite e sincopate toccano vette stridenti al ritmo di un mondo che accelera e sembra andare, inesorabilmente, verso l’autodistruzione. E la forza di quel monito si fa messaggio di fratellanza e unità in chiusura, quando Roberto Bolle e i ballerini che lo accompagnano arrivano sul palco mostrando cartelli con la scritta “PEACE”, pace, e la bandiera dell’Ucraina tenuta dalla ballerina Iana Salenko, di Kiev, che lì ha ancora padre e fratello, mentre il violino di Alessandro Quarta suona l’inno ucraino tra gli applausi scroscianti del pubblico. Un calore e una partecipazione sentiti di un mondo in drammatica apprensione. Scopriamo di più sullo spettacolo e sull’intervista che Roberto Bolle ha rilasciato.  Continua a leggere



L’Italia geniale all’Expo di Dubai

L’Italia della ricerca è di scena all’Expo con l’Intellectual Property Award, con la partecipazione di Gilberto Pichetto, Viceministro dello Sviluppo Economico. 217 brevetti innovativi che comprendono ambiti quali agritech, cyber sicurezza, tecnologie verdi, scienze della vita, energie alternative, aerospazio, mobilità del futuro. Tra questi ne sono stati selezionati 35 e da questa rosa, presentata nella due giorni al Padiglione Italia, i migliori 7 hanno ricevuto un premio, uno per ciascuna categoria. Una premiazione organizzata grazie alla collaborazione del MISE e il consorzio per la valorizzazione della ricerca Netval. “Questi brevetti sono un’evoluzione dell’Italia geniale, perché l’Italia geniale è l’esaltazione della capacità di pensare al futuro come invenzione, qui è ricerca, è un salto qualitativo più alto -mi dice Gilberto Pichetto Fratin, Viceministro dello Sviluppo Economico- È su questo che noi possiamo vincere la sfida, perché è la dimostrazione che abbiamo una struttura di ricerca universitaria, e nel nostro caso c’è anche il CNR che è parallelo all’università ed è un grande soggetto di stato, che possono dare risultati importanti, così come nella storia del passato il nostro Paese si è caratterizzato con la fantasia dell’invenzione. Significa che l’Italia con la Germania è il Paese che ha maggiori richieste di deposito di brevetti”.

Un’attività di ricerca dei nostri atenei ed enti e centri di ricerca, come il CNR, che dimostrano la competitività dell’Italia in questo settore chiave per affrontare le sfide globali del futuro. “Ci permette di svolgere un ruolo importante in campo aperto a livello internazionale ed è uno stimolo sulla parte più strettamente produttiva che è il mercato e il sistema produttivo interno, per poter crescere -mi racconta il Viceministro Pichetto- La nostra difficoltà nel mondo attuale rispetto alla ricerca è che quella che sul fronte produttivo era considerata la nostra grande forza ovvero l’elasticità di migliaia di piccole e medie imprese, oggi si trova in forte difficoltà ad acquisire le conoscenze e a strutturarsi per le produzioni. La sfida è da un lato riuscire a trasferire le competenze e dall’altra irrobustire i soggetti utilizzatori di questi brevetti, se vogliamo che sia nostra anche la bandiera della produzione, che è la seconda vittoria”. Scopriamo di più sulla premiazione e sugli spunti della due giorni dedicata alle invenzioni innovative al Padiglione Italia.  Continua a leggere