Tra 5 anni l’Italia e il Mezzogiorno si trasformeranno nell’hub logistico, energetico e produttivo dell’intera regione mediterranea. A dirlo è Mara Carfagna, Ministra per il Sud e la coesione territoriale, intervenendo al forum “Special Economic Zones: A New Key to Industrial Policy and the Relaunch of the Port System” ospitato dal Padiglione Italia. Una missione, articolata in tre giorni, che punta da un lato a rinsaldare i rapporti con gli Emirati Arabi Uniti e dall’altro a suscitare interesse affinché la controparte emiratina rafforzi l’intenzione di scommettere sul nostro Paese e soprattutto sul Sud. “Il senso della missione è raccontare a una platea di investitori internazionali le nuove opportunità che si aprono nel Mezzogiorno d’Italia grazie agli investimenti che stiamo programmando con il PNRR, ma anche con gli altri fondi nazionali ed europei per la coesione -mi dice la Ministra Carfagna- Il Sud sarà protagonista di un percorso di modernizzazione senza precedenti grazie agli investimenti nell’alta velocità ferroviaria, nella logistica, nella portualità, nelle strade, finanziate con i fondi nazionali per la coesione e non con i fondi europei”.
In concreto le otto ZES (Zone Economiche Speciali) creeranno un ecosistema capace di offrire facilitazioni burocratiche e fiscali. “Bisogna dimenticarsi del Sud di oggi, perché fra 5 anni ce ne sarà uno nuovo e chi deciderà di scommettere sul Sud nei prossimi anni, di investire e fare impresa, sarà altamente premiato -racconta la Ministra Carfagna- Le Zone Economiche Speciali rappresentano l’elemento determinante di questo processo di sviluppo. Il governo italiano ha scommesso moltissimo sulle ZES perché le ritiene un volano di sviluppo per l’intero Mezzogiorno, un polo di attrazione per gli investimenti nazionali e internazionali”. Scopriamo di più sul piano previsto per la modernizzazione e il rilancio del Sud d’Italia e sulla missione della Ministra Mara Carfagna e la promozione di Roma quale candidata per Expo 2030.
ZES ispirate alle Free Zone degli Emirati
Per la realizzazione delle Zone Economiche Speciali sono stati destinati stanziamenti senza precedenti che trasformeranno il territorio del Mezzogiorno, eliminandone la burocrazia e incidendo pesantemente sul tessuto infrastrutturale. “Abbiamo investito all’interno del PNRR 630 milioni di euro per garantire l’infrastrutturazione delle ZES e anche il loro collegamento con le aree industriali e le principali reti ferroviarie e stradali -mi dice la Ministra Carfagna- Abbiamo anche approvato una riforma che rafforza la governance e rende il Commissario Straordinario l’unico interlocutore di chi vuole investire, che avrà un unico numero di telefono da chiamare, una sola persona da cui ricevere un’unica autorizzazione, invece della miriade di pareri, concessioni, nullaosta. Inoltre, abbiamo previsto anche un incremento del credito d’imposta che passerà da 50 a 100 milioni di euro per ogni investimento. Quindi investire al Sud e investire in particolare nelle ZES sarà più facile, più rapido, più conveniente”. Le ZES traggono anche ispirazione dalle “Free Zone” degli Emirati con cui l’Italia e la Ministra Carfagna puntano ad accrescere le partnership. “Con gli Emirati Arabi Uniti abbiamo un rapporto di grande amicizia e rispetto. Ci siamo ispirati anche a loro e alle loro Free Zone quando abbiamo istituito le nostre Zone Economiche Speciali -mi racconta la Ministra Carfagna- Quindi ci aspettiamo interesse da parte loro e la volontà di scommettere su questo nuovo Mezzogiorno che si trasforma nei prossimi 5 anni grazie non solo agli investimenti che stiamo programmando, ma anche a una nuova visione di sud che abbiamo presentato qui a Expo Dubai. Un sud che non rappresenta più una zavorra per il Paese, che non rappresenta più una periferia dell’Italia e dell’Europa, ma al contrario un secondo motore dello sviluppo italiano da accendere e da far correre a piena velocità”.
Puntare sul Sud, una scelta strategica
Nell’attrarre investimenti e imprese dall’estero e nel potenziamento delle infrastrutture la Ministra Mara Carfagna mette in evidenza la volontà del governo di considerare strategico il Sud, rendendolo appetibile dopo che per tanto tempo è stato considerato una parte del Paese depressa e arretrata. “Questa è la visione che abbiamo per il futuro dell’Italia meridionale. Non più una periferia d’Europa, ma la punta avanzata del Continente nel Mediterraneo allargato -rilancia la Ministra Carfagna- Non più una terra da risarcire per la sua arretratezza con il resto del Paese, ma un giacimento di competenze e opportunità. Non più un territorio da cui emigrare, ma il centro di una nuova strategia di reindustrializzazione, di produzione di energia da fonti rinnovabili, di traffici di persone e merci. Chi si affaccerà al Sud nei prossimi anni per fare impresa e investire potrà essere protagonista di una nuova stagione di sviluppo ad alta intensità”.
Il governo punta sul Sud per colmare il gap di sviluppo che il Mezzogiorno ha rispetto al Nord del Paese e perché in prospettiva gli snodi portuali italiani saranno destinati a contare di più in un Mediterraneo allargato che vedrà sempre maggiori scambi con l’area mediorientale. “È una scelta strategica e lungimirante fortemente voluta dal Governo Draghi con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza 2021-2026, ogni giorno confermata nei fatti dai cantieri che si aprono, dalle opere progettate e dalle azioni di politica economica intraprese -prosegue la Ministra Carfagna- Il drammatico ritorno della guerra in Europa con l’invasione russa dell’Ucraina impone agli investitori e a chi fa impresa di riconsiderare le opportunità che si aprono nel Mediterraneo allargato. E in questo nuovo scenario l’Italia, e in particolare il Mezzogiorno, si candida ad essere protagonista di questo nuovo processo”.
La candidatura di Roma 2030
Nel corso della sua missione a Dubai la Ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, promuove anche la candidatura di Roma quale sede per ospitare l’Expo del 2030: “La sua unicità riconosciuta a livello mondiale renderebbe Roma la sede perfetta per ospitare l’Esposizione Universale del 2030 che segnerà il 100esimo anniversario del Bureau International des Expositions. Spero sinceramente che potremo contare sul sostegno dei vostri Paesi, all’interno del Bureau”. L’appello della Ministra arriva durante la sua partecipazione all’evento “Two Oceans, One Challenge” realizzato insieme con la IORA (Associazione rivierasca dell’Oceano Indiano), Acquedotto Pugliese, l’Ente Nazionale di Ricerca e Promozione per la standardizzazione (ENR), il Padiglione Italia e in collaborazione con il Ministero degli Esteri e il Festival della Diplomazia. “Roma non è solo una meta così attraente da essere di per sé una garanzia di successo per l’arrivo dei visitatori dell’Expo, ma anche una città che si è reinventata più volte nel corso della sua lunga storia. Roma ha una tradizione nell’essere aperta, universalistica, inclusiva e policentrica e ha una delle più grandi ‘cinture verdi’ del mondo. Roma è perfetta per l’argomento selezionato per la nostra candidatura” prosegue la Ministra Carfagna che ha ricordato il tema scelto per l’Esposizione universale a Roma: “Persone e Territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione”. Un’opportunità straordinaria per fare attività di promozione e raccolta voti rivolgendosi ad una platea nutrita che ospita sia rappresentanti dell’Unione per il Mediterraneo (UfM) sia della IORA, due organizzazioni che riuniscono rispettivamente 42 e 23 Paesi del mondo.
Risorse idriche, un bene prezioso
“Una delle competenze a cui tengo di più in qualità di Ministro per il Sud e la Coesione territoriale riguarda l’efficienza delle reti idriche, che per l’Italia è una questione seria e di lunga data. Questa è una delle mie priorità nella gestione dei programmi di finanziamento dell’Ue post-pandemia: da qui al 2026 investiremo circa 2,7 miliardi di euro per migliorare le infrastrutture idriche italiane e mettere in sicurezza centinaia di chilometri di acquedotti” dice la Ministra Carfagna nel suo intervento all’evento “Two Oceans, One Challenge”. I cambiamenti climatici rendono le risorse idriche un bene prezioso e impongono una gestione sostenibile che possa garantirne un utilizzo come acqua potabile e in ambito agroalimentare e idroelettrico. “Io stessa ho voluto che una parte importante dei fondi per il dispositivo europeo, le ATU, che rappresentano un programma ponte tra due cicli di programmazione dei fondi strutturali europei andasse proprio al recupero delle perdite idriche delle regioni del Mezzogiorno -spiega la Ministra Carfagna- In diverse forme di finanziamento, naturalmente, Puglia e Basilicata beneficeranno di queste risorse. In due tranche e in diverse linee di finanziamento ricomprese nel PNRR e nel programma europeo”.
La partnership con IORA
Le sfide del futuro comprendono tra le altre anche i cambiamenti climatici con un ruolo crescente della cooperazione internazionale. “Riteniamo fondamentale ispirare lo sviluppo di un’area di cooperazione allargata che copra sia il Mediterraneo che l’Oceano Indiano, condividere e scambiare esperienze, raggiungere obiettivi comuni, trovare soluzioni innovative a problemi e sfide comuni, dare impulso alle nostre economie e promuovere una crescita resiliente e sostenibile -dice la Ministra Carfagna- Non c’è posto migliore al mondo di Dubai, crocevia essenziale tra il Mediterraneo e l’Oceano Indiano, per annunciare l’intenzione dell’Italia di rafforzare ulteriormente la cooperazione con IORA e i suoi Stati membri. E spero che l’evento di oggi sia solo il primo di numerosi progetti concreti che l’Italia intraprenderà con IORA negli anni a venire”. E sulla partnership con la IORA la Ministra Mara Carfagna rilancia: “Siamo un partner attivo e concreto di IORA dal 2019. Nei primi due anni di partnership, nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, l’Italia è riuscita a organizzare un ricco quadro di attività che ha coinvolto il Segretariato IORA e diversi Stati membri, condividendo la nostro esperienza in alcuni dei settori chiave dell’economia blu come pesca, turismo crocieristico e sviluppo sostenibile delle comunità costiere”.
Cambiamenti climatici, risorse idriche e cooperazione
L’innalzamento del livello dei mari provocato dai cambiamenti climatici mette seriamente a rischio aree geografiche estese e intere comunità. In tal senso diventa fondamentale la collaborazione a livello internazionale, per unire gli sforzi e trovare soluzioni condivise. “250 milioni di persone in scarsità idrica, il Mediterraneo che sale e può salinizzare le terre della nostra agricoltura -mi dice Grammenos Mastrojeni, Vice Segretario Generale Energy & Climate Action Union for the Mediterranean (UfM)– È una sfida enorme, ma mettendo assieme le risorse di tutti, l’Unione per il Mediterraneo pensa che ce la possiamo fare”.
Se solo uniti possiamo affrontare e, in prospettiva, vincere le difficili sfide del futuro. Per questo l’approccio alla cooperazione diventa essenziale. Le relazioni che ci vedono collaborare con altri Paesi hanno la necessità di strutturarsi all’interno di un quadro più generale di politica estera, capace da un lato di ascoltare i bisogni, dall’altro di offrire soluzioni efficaci a problemi reali che, in un mondo globalizzato, hanno un impatto anche sugli assetti geopolitici. “La cooperazione italiana come l’ha intesa il processo di riforma che ha portato a fondare l’AICS, può anche essere uno strumento di politica estera -mi spiega Leonardo Carmenati, Vice Direttore AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo)– Considerando che il tema dell’acque è centrale a livello geopolitico, anche il ruolo della cooperazione diventa estremamente importante, perché si rivolge alle comunità, ai governi dove operano queste comunità, perché la cooperazione è anche sviluppo. Ogni volta che facciamo un intervento di cooperazione abbiamo il dovere di portare cambiamenti e sviluppo, ci deve essere un prima e un dopo. Il nostro intervento deve far evolvere la situazione delle comunità in cui interveniamo”.