Il nuovo treno diagnostico ad alta velocità che a 300 chilometri all’ora monitora l’infrastruttura ferroviaria diventa protagonista al Padiglione Italia. Non solo riflessioni teoriche ma anche sperimentazione, sebbene virtuale. Grazie agli oculus, infatti, ci si può muovere all’interno del Diamante 2.0. Un viaggio immersivo e interattivo che rende l’evento “New technologies for safe and sustainable infrastructures” un vero e proprio happening. L’innovazione di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e Italferr, le sfide della mobilità ferroviaria, le infrastrutture sostenibili, interconnesse, accessibili, sono i principali temi analizzati nel corso dell’iniziativa.
Per realizzare questo cambiamento è in atto “il più grande piano d’investimento degli ultimi 50 anni, che riceve un grande sostegno finanziario dall’Unione europea”, come spiega nel suo intervento l’Ad di RFI, Vera Fiorani. Un investimento ingente, senza precedenti, in linea con il PNRR. Il finanziamento dell’Ue arriva perché la maniera più sostenibile per spostare persone e merci in Europa e nel mondo è su rotaia. “Stiamo lavorando a questo piano di investimento molto importante, parliamo di circa 24 miliardi di euro di nuovi investimenti in diversi campi del sistema di infrastrutture -dice Fiorani- Per migliorare la rete di alta velocità nel sud Italia, migliorare il livello tecnologico delle infrastrutture, lo sviluppo dei servizi nel contesto urbano e la manutenzione delle linee esistenti”.
Tra i punti chiave vi è il livello qualitativo dei progetti che vedranno il coinvolgimento di tutto il sistema economico. “Tutto quello che pianifichiamo di realizzare nell’aumentare la qualità dei servizi, la capacità di mantenere le nostre infrastrutture e aumentare il numero di treni che corrono sulla nostra rete, va nella direzione di aumentare la sostenibilità del nostro Paese e dell’Europa” mette in evidenza Fiorani. “Oggi, anche grazie alle risorse del PNRR, stiamo realizzando le infrastrutture del domani, che uniranno ancora di più l’Italia e garantiranno la nuova mobilità del Paese -aggiunge Fiorani- Ad Expo 2020 però non presentiamo quelle che saranno le infrastrutture del futuro ma parliamo del futuro delle infrastrutture esistenti”. Scopriamo di più sull’iniziativa del Gruppo FS e sul treno diagnostico ad alata velocità Diamante 2.0.
Un treno laboratorio
Il Diamante 2.0 è un treno 100% Made in Italy che controlla lo stato di salute delle linee ferroviarie ad alta velocità, alta capacità e a maggiore traffico, attuando una supervisione e una certificazione. Il convoglio, composto da 8 carrozze e due locomotive, di fatto è un grande laboratorio viaggiante oltre a gestire manutenzione ordinaria e straordinaria dell’infrastruttura ferroviaria si avvale anche di un sistema di diagnostica predittiva che grazie all’analisi di centinaia di parametri misurati è in grado di intervenire in anticipo prima che si presentino eventuali guasti o anomalie. A bordo del Diamante 2.0 sono installate 98 telecamere e più di 200 sensori distribuita un po’ ovunque, sull’imperiale, nel sotto cassa, sui carrelli in prossimità delle ruote, attraverso i quali si monitorano dati e valori utili ad analizzare le condizioni dell’infrastruttura ferroviaria dalla geometria e usura del binario all’interazione tra la ruota e la rotaia, dalla qualità di captazione dell’energia dalla linea aerea di alimentazione al segnalamento e alle telecomunicazioni. Il Gruppo FS sta lavorando ad un considerevole piano di rinnovo della flotta e anche di quella dei veicoli diagnostici, in linea con le politiche e gli obiettivi del PNRR che prevedono un incremento della sicurezza, capacità e capillarità del sistema ferroviario, qualità del servizio offerto. Altro sistema tecnologico di monitoraggio e controllo innovativo è l’ERTMS Urban, che punta a migliorare la circolazione dei treni, ad aumentarne la frequenza nei nodi metropolitani, ed è impiegato su linee locali in prossimità e all’interno delle grandi città.
La presenza internazionale di Italferr
Italferr ha il compito di supportare RFI nella progettazione e nella direzione dei lavori di moltissime delle opere ferroviarie finanziate dal PNRR, con un coinvolgimento che passa dalla realizzazione delle infrastrutture, agli studi di fattibilità e sostenibilità, fino al collaudo. Innovazione e nuove competenze diventano indispensabili per garantire che le infrastrutture del futuro siano digitali, resilienti, adatte ai cambiamenti climatici, sostenibili in ogni loro fase, anche in quella della progettazione. Non c’è solo un orizzonte nazionale per Italferr, ma anche una presenza diffusa a livello internazionale. “Italferr negli ultimi 10 anni ha aumentato la sua presenza nel mercato internazionale. Con i nostri progetti siamo presenti in molti Paesi e in tutti i continenti. Ora, con RFI siamo coinvolti in una grande sfida, un programma ambizioso reso possibile grazie a molte risorse rese disponibili dall’Unione europea -afferma Andrea Nardinocchi, Ad di Italferr- Credo che per noi sia una grande opportunità di crescita”.