Art Dubai trasforma la città nel cuore pulsante dell’arte con una sezione separata interamente dedicata a NFT e digital art. È la fiera del mercato dell’arte più importante della regione mediorientale che quest’anno ospita più di un centinaio di gallerie provenienti da oltre 44 Paesi. Offre una panoramica delle tendenze artistiche locali e internazionali, alternando la presenza di artisti giovani e nomi affermati, con un’attenzione particolare a quel settore in gran fermento che vede l’esplosione del fenomeno degli NFT e della realtà virtuale del Metaverse. “Siamo tornati a Jumeirah, la sede di Art Dubai, dopo tre anni. L’anno scorso siamo stati la prima fiera d’arte a riprendere in presenza al DIFC con una riduzione a 60 gallerie. Questa è l’edizione in cui Art Dubai torna al suo splendore nella sua sede storica -mi racconta Pablo Del Val, Direttore Artistico di Art Dubai- Questa è la più grande edizione di sempre con più di 100 gallerie, trenta che partecipano per la prima volta e anche una nuova sezione dedicata al digitale”.
Un progetto espositivo che stimola i collezionisti e introduce al mondo dell’arte appassionati e curiosi. Vi si scoprono giovani generazioni di artisti che toccano temi legati all’importanza della techne, dell’artigianalità, della creatività, della geografia dei luoghi, delle tradizioni e della cultura di Paesi lontani. Un enorme salone ospita le correnti dell’arte moderna, un altro altrettanto ampio quelle dell’arte contemporanea, attraversando stili diversissimi, dall’iper-realismo all’astrattismo, da linguaggi più espressionisti e intimisti a quelli di denuncia. “Abbiamo lavorato per molti anni per far sì che la fiera fosse sempre più un progetto unico come nessun altro, concentrandoci e specializzandoci in alcune aree geografiche che generalmente non si vedono così spesso in Occidente. Quello che si può vedere da queste regioni nelle fiere occidentali in genere è un 3%. Noi siamo quel 3%, il nostro 90% è il 3% -mi dice con soddisfazione Del Val- Ed è decisamente entusiasmante dare una lettura della produzione artistica internazionale che non sia focalizzata sull’Occidente e che non provenga da un retroterra legato alla tradizione giudaico-cristiana. Qui si vedono le energie arrivare da culture e geografie che coprono un retroterra storico completamente diverso”. Scopriamo di più su Art Dubai e la sua sezione Art Dubai Digital.
Dubai, collezionisti e artisti
Dubai e gli Emirati hanno una comunità di collezionisti tra le più solide e potenti, multiculturale come la popolazione nel suo complesso con una minoranza locale araba dell’11% e il resto costituito da stranieri con una consistente presenza indiana, attestata attorno al 27%. Un mercato maturo che cerca sia artisti legati alle proprie origini culturali, sia artisti che utilizzino linguaggi internazionali.
Chiedo al Direttore Pablo Del Val l’identikit del collezionista di questa area geografica: “Questa regione ha collezionisti ricchi e importanti. La comunità indiana, che è parte del DNA di questa città e di questa fiera, è una delle più potenti nel mondo del collezionismo d’arte, e va molto alla ricerca di ciò che gli artisti della loro comunità producono. La diaspora araba si comporta più o meno alla stessa maniera. I due centri di produzione più importanti al momento sono ancora il Libano e adesso Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti”. Un collezionismo che ha mezzi e può dirsi pienamente maturo.
“Il collezionismo è sempre stato qui. Le persone contestualizzano le collezioni regionali con vocabolari espressivi internazionali. C’è una combinazione tra i due mondi, ma la regione ha collezioni estremamente sofisticate, con un occhio differente, ma molto eccitanti -mi spiega Del Val- E vi sono molti artisti locali interessantissimi. Se si visita la prima sezione, la mostra Warehouse421, si vede il fantastico progetto che la fondazione ha messo insieme con opere e artisti straordinari”. Una mostra che analizza la relazione tra parole e elementi visivi, tra letteratura e materialità, come lo spazio possa accogliere la letteratura facendola assurgere ad opera d’arte. Sculture, fotografie, performance, tessuti, video, tutti con elementi letterari, per uno spazio curato da Maryam Al Dabbagh e Mays Albaik.
Art Dubai Digital 2022
Chiedo al Direttore Pablo Del Val di illustrarmi la parte della fiera dedicata all’arte digitale: “Il settore digitale è qualcosa che abbiamo monitorato da vicino per molti anni. Durante il Covid e il lockdown gli NFT sono esplosi, tutte le OVR room di Metavrese hanno iniziato a prendere il sopravvento sulle mostre, così abbiamo iniziato un processo di analisi del fenomeno, rendendoci conto che era un settore che stava crescendo, al tempo stesso rendendoci conto che il digitale è stato importante sin dagli anni ’80, in così tanti progetti, e che rappresenta una maniera di produrre arte, è una tecnica che si è evoluta nel corso del tempo”. Un universo sfaccettato e in continua evoluzione che negli ultimi mesi ha suscitato l’interesse di un pubblico sempre più allargato. “Noi eravamo determinati a mettere insieme qualcosa che avesse un significato, perché quello che di solito si vede in giro è molto aneddotico, con NFT non contestualizzati, e presentati in un modo non adeguato -mi dice Del Val- Abbiamo fatto una lunga ricerca, Dubai è diventata la capitale delle crypto e questo ha aiutato molto perché c’è un pubblico che è interessato”. Assieme al curatore Chris Fussner, il Direttore Del Val ha creato un progetto che offre una panoramica a 360 gradi, che comprende le gallerie che espongono, corsi educativi, dall’introduzione a cryptocurrency e DAO alla cultura della blockchain. “Offrendo tutti gli strumenti di cui si ha bisogno per capire cosa sia questo nuovo universo digitale e cosa sia il Metaverse, creando un ponte tra la dimensione fisica reale, tra noi e il Metaverse -mette in evidenza Del Val- Così collezionisti del Metaverse possono unirsi al mondo reale e viceversa, collezionisti tradizionali possono iniziare a rivolgersi al digitale, creando quindi una porta attraverso la quale navigare in questo nuovo universo. Questo è l’obiettivo della sezione Art Dubai Digital”.
Quale futuro per l’arte digitale?
Essendo ancora un mondo che attende di essere ordinato e regolamentato chiedo al Direttore Artistico Pablo Del Val quale sarà il futuro dell’arte digitale. “Nessuno lo sa. È troppo presto per dirlo. Sta avvenendo tutto molto velocemente. È come la tecnologia e va di pari passo con essa. La cosa che trovo affascinante degli NFT è la maniera in cui tracciano l’esistenza di un oggetto o di qualcosa -mi spiega Del Val- Per gli artisti è una sorta di archivio che è indistruttibile e che porta molta luce in molti sensi. Credo che vi sia bisogno ancora di molta attività curatoriale, perché le regole non esistono nel Metaverse, ma penso che le cose stiano iniziando a definirsi e ad avere un senso. Credo che siano destinati a rimanere, a durare, e si vede già in quale modo, ma credo che non potranno mai sostituire le opere d’arte fisiche. Ritengo che possano esserne un complemento”.