Al Padiglione Italia la giornata dedicata alle regioni propone alla platea dell’Expo le risorse migliori dei territori italiani. ”The Beauty of Italian Regions at Expo 2020 Dubai” è l’occasione di incontri internazionali per aiutare il tessuto delle PMI ad affacciarsi sui mercati della area MENASA, creare collaborazioni economiche e commerciali, riaffermarsi come destinazione del turismo internazionale, e attrarre investimenti stranieri proprio a partire dal Paese ospitante, gli Emirati Arabi Uniti. In questa Esposizione universale le regioni italiane si presentano come centri di eccellenza non solo in settori che ci vedono primeggiare da sempre quali manifatturiero, agroalimentare, moda, ma anche e soprattutto in ambito tecnologico e scientifico, coprendo domini quali l’AI e Big Data, nanotecnologie, medicina di precisione, aerospazio, energie sostenibili, economia circolare, design industriale. Territori, quelli regionali italiani, capaci di favorire una cooperazione tra accademia, centri di ricerca, settore pubblico e privato, creando ecosistemi che generano sviluppo e produttività.
“È la prima volta che il sistema delle regioni italiane si presenta insieme e abbiamo scelto l’evento più importante che c’è a livello globale che è l’Expo -dice Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza delle Regioni e Province Autonome– A Dubai il sistema delle regioni ha presentato le sue eccellenze, non soltanto quelle legate al turismo, all’architettura, alla cultura, ma quelle legate all’innovazione, agli investimenti, allo sviluppo economico, alle imprese e al patrimonio enorme che abbiamo in Italia. Il futuro del Paese passa attraverso i territori, attraverso le nostre diversità che sono la ricchezza dell’Italia e per questo tutte le regioni hanno deciso di collaborare e lavorare insieme, presentandosi al mondo in modo unito”.
Anche la Ministra degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, in collegamento da remoto ha spiegato quanto importante sia la necessità di internazionalizzazione per le aziende italiane e l’apertura da parte delle regioni a relazioni con i Paesi dell’area del Medio Oriente, Nord Africa e Sud dell’Asia. “L’obiettivo principale del progetto dell’Italia a Expo 2020 Dubai è migliorare l’internazionalizzazione culturale, economica e scientifica dei territori del Paese, con un forte impegno delle regioni -dichiara la Ministra Gelmini- Sono 17 le regioni che si sono unite al Padiglione Italia, un livello senza precedenti di partecipazione”. Vediamo insieme la giornata regionale e una serie di iniziative che si sono svolte anche fuori dall’Expo.
Italia e Emirati, rapporti più stretti grazie ai territori
“Penso che i rapporti tra i nostri Paesi, ma soprattutto tra i nostri territori possano crescere e rafforzarsi sui temi che questa Expo si è prefissata, tra cui innovazione e sostenibilità” sottolinea nel suo intervento il Presidente Fedriga. La caratteristica dei nostri territori è avere un proprio modello di sviluppo del quale Fedriga mette in luce tanto la componente delle grandi imprese, quanto quella delle medie, piccole e micro imprese, che tanta parte hanno nell’economia del nostro Paese. “Le regioni italiane sono a Dubai per presentare al mondo il nostro modello di sviluppo, fondato su due pilastri. Il primo è un sistema industriale e manifatturiero che compete nel mondo più che nelle singole imprese, per filiere produttive interconnesse, organizzate in grandi piattaforme territoriali d’area vasta, le nostre smart land” dice Fedriga. Smart land che si presentano come fabbriche a cielo aperto, dove chi investe può trovarvi non solo cultura e bellezze naturali e paesaggistiche ma anche e soprattutto un tessuto forte di PMI, ricerca scientifica e sapere artigianale, capacità produttive e reti logistiche.
“Il secondo pilastro sono i campioni nazionali, gruppi e cluster industriali grandi e medio-grandi che cuciono legami tra le piattaforme e il mondo -rilancia Faderiga- E rappresentano la capacità italiana di gestire con creatività e imprenditorialità le grandi sfide tecnologiche e le filiere produttive lunghe che oggi stanno cambiando lo scenario dell’umanità”. La necessità di intensificare i rapporti con gli Emirati e la regione mediorientale e più allargata del Golfo, Africa e Asia viene sottolineata anche dalla Ministra Gelmini. “Expo 2020 fornisce un’opportunità unica per le nostre regioni per innovare, rafforzare i nostri legami con il mondo ed esplorare idee innovative. Gli attori locali e regionali hanno la necessità, ora più che mai, di essere globali -dice intervenendo da remoto Mariastella Gelmini- L’ambiente post pandemico, così come le sfide climatiche e ambientali, ampliano l’ambito per partnership e le possibilità di iniziare e finanziare nuovi progetti. L’apertura di nuovi legami e l’internazionalizzazione con l’area MENASA presenta un’opportunità significativa per le regioni e territori italiani. Queste realtà guardano all’Europa, e in particolare all’Italia, con grande attesa”. La Ministra Gelmini annuncia anche che il 3 marzo il Padiglione Italia ospiterà l’evento ufficiale per la candidatura di Roma all’Expo 2030.
La prospettiva emiratina
Le relazioni che legano Italia e Emirati emergono in tutta la loro solidità nell’intervento di Faisal Alhammadi, Assistente Sottosegretario per l’Imprenditoria e le Pmi degli Emirati: “I nostri legami e le collaborazioni con l’Italia sono sempre stati forti. Il nostro volume di scambi commerciali ha raggiunto 10 miliardi di euro nel 2021, in molteplici settori e la collaborazione tra le diverse aziende che operano qui e in Italia è sempre stata forte”. Alhammadi cita la collaborazione tra la compagnia petrolifera nazionale emiratina Adnoc e Eni “per spingere non solo su esplorazione, produzione e raffinazione, ma anche sull’innovazione nelle energie rinnovabili”, come pure l’accordo con Intesa San Paolo sull’economia circolare. Alhammadi parla del sostegno dato alle PMI nel biennio 2020-21, al fatto che gli Emirati durante la pandemia abbiano mantenuto le proprie frontiere aperte anche per favorire l’attività commerciali e imprenditoriali, elencando alcune delle modifiche legislative che rendono più semplice l’apertura di un business nel Paese, non ultima la notevole capacità di attrarre investimenti, essendo il primo Paese MENA, con FDI esteri cresciuti del 36% rispetto al 2021, e ancora la firma di molti accordi bilaterali con l’obiettivo di sbloccare un potenziale di 550 miliardi di dollari, come sono in aumento anche gli investimenti nel Paese in venture capital arrivati a superare 1 miliardo di dollari, valore raddoppiato rispetto agli anni precedenti. A Novembre 2021 l’avvio di una iniziativa per il lancio di 21 progetti legati a unicorni, che coinvolgeranno 70 diversi Paesi. Molti gli incubatori e gli acceleratori di start-up e i piani per attrarre cervelli, innovatori e imprenditori. È comunque sul fronte dell’innovazione che Italia ed Emirati vedranno prospettive floride e porranno le basi per rapporti ancor più saldi.
Simest e il sostegno alle imprese italiane
“Solo negli ultimi due anni, abbiamo aiutato più di 14 mila imprese ad investire oltre 5,3 miliardi di euro in progetti di internazionalizzazione e innovazione tecnologica e sostenibile: di questi, circa 600 operazioni sono rivolte ad un’espansione nei Paesi dell’area Menasa, principalmente per la partecipazione a fiere e mostre e la costituzione di filiali commerciali locali” spiega Mauro Alfonso, Amministratore Delegato di Simest, nel suo intervento a “The Beauty of Italian Regions at Expo 2020 Dubai”.
Sono più di 30 anni che Simest acquisisce partecipazioni di minoranza in progetti d’investimento diretto all’estero tanto da vantare oggi “un portafoglio di circa 240 progetti in tutto il mondo, per più di 770 milioni di euro, di cui 25 per circa 40 milioni indirizzati all’area Menasa, in particolare nei settori dell’industria meccanica, metallurgica e delle infrastrutture -dichiara Alfonso- Inoltre, affianchiamo il Made in Italy con linee di finanziamento agevolato volte a favorire l’espansione sui mercati esteri e la transizione digitale ed ecologica delle imprese tricolori, in particolare Pmi. Un supporto che è stato potenziato negli ultimi due anni grazie alle ingenti risorse che ci sono state affidate, prima dalla strategia di governo, il Patto per l’Export, volta a favorire la ripresa economica dell’Italia post-pandemia, poi dall’Europa tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Di recente Simest ha iniziato ad investire su PMI innovative e start-up, per consolidare l’idea che l’innovazione sia la via maestra da seguire per delineare un futuro sostenibile. “Le imprese italiane non possono lasciarsi sfuggire questa opportunità, proponendosi come interlocutori privilegiati con l’area Medio orientale -conclude Alfonso- Un dialogo in grado di attivare un arricchimento reciproco grazie a un proficuo scambio di competenze e know-how in materia di innovazione tecnologica, scientifica ed industriale”.
Regional Day Friuli Venezia Giulia
“In pochi chilometri possiamo offrire grandi opportunità non soltanto dal punto di vista turistico, perché il grande sforzo che tutto il territorio fa è cercare di far comprendere le potenzialità che il Porto di Trieste ha ancora per crescere, come opportunità italiana ed europea -dice il Presidente Massimiliano Fedriga– Noi siamo il primo porto italiano, ma abbiamo ancora grandi possibilità di crescere, perché non siamo un porto che guarda come commercio all’Italia, ma il 90% del traffico è fatto sull’estero, quindi siamo una piattaforma logistica naturale per il centro e sud dell’Europa”. Così il Friuli Venezia Giulia, nel Regional Day, si candida ad un ruolo di primo piano a livello europeo come hub portuale. Il Porto di Trieste è il primo porto italiano per traffico e il settimo in Europa per tonnellate. “Il totale di investimenti futuri nell’area sarà di circa 1 miliardo di euro. Tuttavia, riceveremo dal governo circa 400 milioni di euro con il Pnrr, quindi posso pensare che saranno molto più di 1 miliardo di euro” afferma Zeno D’Agostino, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, che aggiunge: “Non vogliamo comunicare solo il porto, ma la possibilità di investire nella nostra area”. E a mettere in evidenza che l’intera regione è pronta ad accogliere investimenti offrendo in cambio un vero e proprio ecosistema in cui gli affari sono facilitati è anche il Presidente Fedriga: “Noi offriamo non un porto, ma un sistema, e chi sceglie di investire in Friuli Venezia Giulia sceglie un sistema”. Ricerca, turismo e logistica sono alcuni tra i punti di forza del Friuli Venezia Giulia.
L’Abruzzo tra accordi programmatici e prodotti agroalimentari
La Regione Abruzzo ha siglato un accordo con la Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti. Un’intesa che consentirà alle imprese abruzzesi che vogliano affacciarsi sul mercato emiratino di ricevere assistenza e supporto nel processo di internazionalizzazione. “La Regione Abruzzo è una delle cinque regioni italiane ad avere sottoscritto questo importante accordo, che darà una concreta possibilità alle nostre imprese di entrare in un mercato fondamentale, quale è quello emiratino, che è una leva prioritaria per competere nel sistema economico del Far East, dove si concentra il 50% del business mondiale” commenta Daniele D’Amario, Assessore Regionale allo Sviluppo Economico della Regione Abruzzo. A firmare il protocollo d’intesa Stefano Cianciotta, Presidente di Abruzzo Sviluppo, e Mauro Marzocchi, Segretario Generale Camera di Commercio Italiana negli Emirati.
“La convenzione che abbiamo siglato oggi consentirà a tutto il sistema regionale delle imprese di usufruire gratuitamente per un anno della consulenza di un organismo fondamentale per conoscere le dinamiche di business” dichiara Cianciotta. Le imprese dell’Abruzzo sembrano avere le carte in regola per poter allacciare rapporti di affari con controparti emiratine, diventando partner soprattutto in settori portanti dell’economia regionale come l’automotive. “Questo lavoro preliminare troverà concretezza nel vero obiettivo della convenzione, che è quello di dare occasioni concrete alle imprese abruzzesi -sottolinea Marzocchi- L’export delle imprese italiane nel 2021 ha registrato un più 26%, e il sistema industriale abruzzese, per la sua composizione variegata, si candida a diventare un player del sistema economico emiratino”.
Il ristorante certificato 100% italiano
A Dubai è stato premiato il ristorante Bella al Grand Millennium Hotel di Business Bay quale autentica realtà enogastronomica 100% italiana, con certificazione ASACERT. Un’iniziativa per promuovere il vero cibo Made in Italy e combattere il fenomeno dell’Italian sounding, cresciuto del 70% negli ultimi 10 anni. Una forma di pirateria agroalimentare che impatta negativamente l’export di prodotti agrifood nazionali per 100 miliardi di euro. La certificazione ITA0039 è la prima certificazione di autenticità italiana nell’ambito del food, un protocollo sviluppato in accordo con Coldiretti e con il sostegno del Ministero dell’Agricoltura. Assieme ad ASACERT in questa certificazione 100% italiano anche la partnership di Euro-Toques, Campagna Amica, Anra-Associazione nazionale dei Risk Manager, Ifse-Italian food style education e PromoItalia. Una serata che ha visto protagonisti Alessandro Miceli, chef del Bella, e Enrico Derflingher, Presidente di Euro-Toques Italia e Euro-Toques International, che ha preparato per l’occasione un Risotto Regina Vittoria. Una ricetta a base di riso Carnaroli e gambero rosso di Mazara, nata proprio per la Regina d’Inghilterra per una cena importante alla quale furono ospiti Reagan e Gorbačëv. Ad organizzare la serata, che ha visto anche la presenza di Nicola Lener, Ambasciatore d’Italia negli Emirati Arabi Uniti, e dell’ex Ministro Alfonso Pecoraro Scanio, il Rotary Club Passport International, guidato da Fabrizio Capaccioli, anche Presidente di ASACERT. ITA0039 di fatto è un circolo virtuoso, che permette agli associati di usufruire di una serie di benefici, dall’inclusione nell’APP a scontistiche sull’acquisto di beni di filiera garantiti e servizi di marketing e comunicazione dedicati. “Il Network rende possibile una vera connessione cliente–ristoratore–produttore, grazie alla quale è possibile sapere esattamente cosa c’è nei piatti serviti a tavola, garantendo da un lato, ai clienti, la certezza di mangiare 100% italiano e, dall’altro, ai ristoratori di acquistare autentici prodotti Made in Italy -mi racconta Capaccioli- Un canale sicuro e certificato per l’acquisto di prodotti genuini direttamente dai produttori italiani. Una filiera corta di approvvigionamento, a beneficio di imprenditori e artigiani del gusto Made in Italy, interessati ad essere tutelati nella loro missione di diffusione della tradizione italiana, attraverso l’attività ristorativa. L’idea è dare risalto ai produttori onesti che fanno della genuinità e dell’autenticità il loro ineguagliabile plusvalore”. Attraverso la App è possibile inquadrare il codice a barre di un prodotto per avere la conferma che sia o no realmente italiano. In caso di risultato negativo, arriverà una segnalazione al comitato tecnico di ITA0039, che farà seguire l’attivazione della procedura di verifica necessaria sul prodotto sospetto fake.