Intensive Care Units dell’artista Sandro Kopp è in mostra a Vienna. Emozioni nella “società dei selfie”, percezione del sé, video-call via Zoom. Un viaggio nella contemporaneità, attraverso volti, sguardi, momenti, luoghi, che è introspezione e gioco di riflessi. Sullo sfondo i cambiamenti che la pandemia ha imposto alle nostre vite. Sandro Kopp, pittore tedesco-neozelandese, espone alla Sammlung Friedrichshof Stradtraum tre lavori che sviluppano in modo diverso il concetto di dialogo autentico con la realtà soggettiva. In un mondo dominato dalla fotografia, in cui le immagini sono frutto di lenti e di un occhio meccanico, in cui la tecnologia diventa così pervasiva, occorre recuperare la visione soggettiva. Per farlo non c’è altro modo che il gesto artistico.
“Tutto ciò che facciamo e ci succede, la stanchezza, una cattiva illuminazione, persino i postumi di un’ubriacatura, e anche le emozioni, tutto si inserisce in un’esperienza che è fatta di tanti strati sovrapposti, rotonda, onnicomprensiva della realtà” mi racconta Sandro Kopp, ed è questo che appare nelle sue opere esposte a Vienna.
“La fotografia è diventata così onnipresente nella nostra esistenza, mi rendo conto io stesso che è diventata quasi un’estensione del mio cervello, del mio sistema neuronale -mi spiega Sandro- Psicologicamente ci affidiamo sempre di più ad immagini mediate, realizzate con lenti fotografiche come una sorta di rappresentazione non solo della realtà ma anche delle nostre stesse percezioni. Pensiamo che la percezione della fotocamera sia la nostra percezione, ma non è così”. Vediamo insieme i tre lavori che rappresentano il corpus di questa mostra alla Sammlung Friedrichshof Stadtraum, visitabile fino alla fine di luglio. Continua a leggere