Dentro un Van Gogh

A Dubai si può entrare nelle opere di Vincent Van Gogh. Infinity Des Lumières, al Dubai Mall, offre questa nuova esperienza immersiva. Sarà il futuro dell’arte? Gli esperti si interrogano su questo fenomeno che sta prendendo sempre più piede. Infatti, vi sono almeno due mostre simili a quella di Dubai in corso a New York. I puristi storcono il naso, ma l’interrogativo principale è: l’arte grazie a queste iniziative ne uscirà rafforzata? Il pubblico sembra apprezzare queste esibizioni fuori dai canoni classici anche perché nella società dei selfie ogni motivo è buono per condividere i momenti più spettacolari sui social media.

Non è esente da questo l’esperienza alla Infinity Des Lumières, il più vasto centro d’arte digitale del Medio Oriente, che non a caso suggerisce angoli fotogenici per autoscatti incredibili. Vi è addirittura una stanza piena di specchi, con l’immancabile spot per il selfie perfetto. L’impressione è che queste mostre riescano ad avvicinare all’arte persone che altrimenti neppure verrebbero sfiorate dal desiderio di entrare in un museo o in una galleria. La musica e le animazioni fanno il resto, rendendo la pittura accessibile e appetibile, ampliandone il potere immaginifico. Se un merito hanno queste esperienze digitali di tipo “immersive” è di contribuire a rendere l’arte divulgativa, adattandola allo stile della comunicazione del 21esimo secolo, in cui tecnologia e innovazione diventano sempre più un paradigma culturale.

Queste gallerie digitali non sostituiscono di certo i musei e le opere originali, con la loro profondità e matericità. Al contrario rappresentano una diversa fruizione dell’arte, tutta esperienziale, per un pubblico abituato ad interagire con la tecnologia. Trovarsi dentro alcuni famosi dipinti è l’esperienza che si cerca, che si ottiene attraverso animazioni di immagini ad alta risoluzione proiettate su schermi giganti. Scopriamo insieme i meccanismi, alcune tra le immagini più evocative e quali siano le altre mostre attualmente visitabili nella galleria digitale Infinity Des Lumières di Dubai. 

La galleria digitale in numeri

Infinity Des Lumières è uno spazio espositivo di 2.700 metri quadrati. Vengono utilizzati 130 proiettori che diffondono immagini su oltre 3.300 metri quadri di superficie di proiezione, 58 altoparlanti. La stessa facciata esterna è da record: 379 schermi, 40 metri di lunghezza e 5 metri di altezza, per una complessiva superficie di proiezione di 200 metri quadri. 

Arte e tecnologia

Grazie a tecnologie d’avanguardia è possibile sperimentare, attraverso il coinvolgimento di più sensi, un’immersione totale nei colori, nelle forme, nei dipinti, nel genio artistico del grande maestro olandese. Luci, suoni, immagini e movimento intervengono simultaneamente per regalare sensazioni irripetibili. Ci si sente letteralmente avvolti dalle pennellate di Van Gogh, dal colore steso sulle tele, da paesaggi, volti, girasoli, iris, notti stellate, distese di grano, cieli drammatici. Le opere sembrano pulsanti di vita, vibrano attorno al visitatore creando atmosfere dense di suggestioni. Ci si può perdere, come ipnotizzati, in quegli ambienti che fanno vivere i capolavori di Van Gogh facendoli esplodere, palpitare, esondare dagli argini della tela. Il tempo passa senza che ci si renda conto, incantati, come sospesi tra realtà e immaginazione, anche se molti sembrano più concentrati sulla riuscita dello scatto da postare sui social che non sulle animazioni che si susseguono.

E gira tutt’intorno la stanza

La combinazione di opere che hanno scritto la storia della pittura moderna e raffinate animazioni digitali è un connubio “immersive” senza precedenti. Experience Van Gogh fa rivivere i dipinti del maestro olandese in tutta la potenza dei loro colori, offrendoli al visitatore attraverso un processo visivo nuovo. Il visitatore è all’interno e al contempo parte integrante di questo vortice danzante di sensazioni. Movimenti, musica, tinte e forme all’unisono offrono combinazioni e prospettive inimmaginabili. È quasi come trovarsi nell’esatto istante in cui si esprime il genio creativo dell’artista. Le immagini danzano attorno a noi e al tempo stesso ci sospingono, trasportandoci in una dimensione tutta personale e concettuale, estremamente coinvolgente. Un modo per guardare ad alcuni iconici lavori del maestro olandese in una chiave diversa, quasi riuscendo a penetrare l’insondabile istante dell’atto creativo. Un continuo divenire in uno spazio espansivo e innovativo in cui fiori sgargianti, flutti solcati da barche a vela, autoritratti dell’artista, volti di contadini, stelle che si specchiano nell’acqua, campi di grano sorvolati da stormi di corvi, pioggia invernale, colline punteggiate di case, soli abbaglianti e lune cariche di poesia si rincorrono, proiettati sulle pareti e sul pavimento, ingigantendosi anche grazie all’effetto creato dai riflessi di quinte e pilastri di specchio. È meraviglia e stupore, arte che si anima, un tuffo in una dimensione inesplorata in cui colori e forme prendono vita.

Capolavori accoglienti e percezione soggettiva

Immagini che lasciano senza fiato, mentre si ha l’impressione di trovarsi a vivere all’interno delle opere d’arte, in uno spazio che ci circonda e ci ingloba, ma in modo attivo. È il punto di vista a cambiare, è l’esperienza visiva ad essere totalmente originale. Arte e tecnologia si fondono, amplificando i sensi e la percezione soggettiva, creando una sorta di connessione spirituale con i dipinti. Il percorso artistico di Vincent Van Gogh ci circonda in un abbraccio. Ecco che sfilano davanti ai nostri occhi, avviluppando i nostri sensi, capolavori quali “I mangiatori di patate” (1885), “I girasoli” (1888), “Il mare a Les Saintes-Maries-de-la-Mer” (1888), “Iris” (1889), “La notte stellata” (1889), “La camera di Vincent ad Arles” (1889), “La Chiesa di Auvers-sur-Oise” (1890), “Ramo di mandorlo fiorito” (1890) e molti altri ancora. Una produzione Culturespaces, multinazionale francese esperta nella gestione di musei e centri d’arte e tra le prime nella creazione di arte digitale, diretta e ideata da Gianfranco Iannuzzi, Renato Gatto e Massimiliano Siccardi. Atmosfere sonore di Luca Longobardi. Si crea incanto con pezzi di musica classica che includono Jean-Baptiste Lully, Giacomo Puccini, Antonio Vivaldi, Johannes Brahms, fino a Mozart riscritto da Luca Longobardi, autore anche di vari momenti musicali della mostra. La colonna sonora spazia tra generi diversi e si arricchisce anche di sfumature contemporanee, con brani che hanno scritto la storia del pop e del jazz, da Janis Joplin a Miles Davis e Nina Simone.  

Il Giappone fluttuante di Hokusai 

Come in un cinema nella sala principale della galleria Infinity Des Lumières, al Dubai Mall, si alternano lo show su Van Gogh e quello sulle opere di Hokusai, grande artista del periodo Edo, attivo tra la fine della seconda metà del 1700 e il 1849. Il pittore e incisore, considerato uno dei personaggi più rappresentativi dell’arte giapponese, è l’autore della Grande Onda, un capolavoro talmente straordinario da essere entrato a far parte delle emoji disponibili nei nostri smartphone. Un artista che ha influenzato e affascinato tanti pittori occidentali come Van Gogh, Gauguin, Toulouse-Lautrec, Degas. “Dreamed Japan”, questo il titolo della mostra digitale sul Giappone, fa vivere i mondi evocati da Hokusai, dalle sue iconiche onde alla vita sommersa nei fondali marini, dai fiori alle scene di vita, dalla cerimonia del tè alle Geishe e ai Samurai, fino alle caratteristiche lanterne di carta che si librano in cielo accendendolo di mille suggestive luci. 

Verse, visitare infiniti universi

Verse è una avventura sensoriale creata dall’artista Thomas Vanz. In una sala a parte, in un’atmosfera più ristretta ed intima, si può intraprendere un viaggio metafisico nella bellezza del cosmo. A tratti si ha l’impressione di trovarsi a bordo di un’astronave, alla scoperta dell’universo, tra galassie lontane e mondi sconosciuti. A tratti si ha come la sensazione di penetrare i misteri della creazione, venendo precipitati nell’infinitamente piccolo, da gocce che cadono, alle particelle subatomiche, accompagnati da musica orchestrale composta da Jonathan Fitas.