Gli Emirati hanno un nuovo logo. Rappresenterà il Paese nel mondo per i prossimi 50 anni. La votazione è avvenuta online. Tre i design finalisti, creati da un team di 49 tra artisti, poeti, autori, designer. 10 milioni e 600mila le preferenze, giunte da ogni parte del globo via web, attraverso smart app e social media. Un risultato straordinario ottenuto grazie alla partecipazione di organizzazioni pubbliche e private. Una sorta di brand nazionale che riassume visivamente, con sette linee stilizzate, la mappa geografica del Paese e l’idea stessa dei sette stati, che compongono la federazione degli Emirati Arabi Uniti. Un logo che traduce per immagini l’identità, lo spirito che anima il popolo emiratino, le sue crescenti aspirazioni.
“Make it Happen” (Renderlo possibile, farlo accadere), questo lo slogan del logo, che affonda le radici nella storia degli Emirati. Un Paese che con la propria storia incarna l’essenza stessa della forza di una visione che rende possibile anche l’impossibile. Sorte nel deserto vi sono metropoli come Dubai e Abu Dhabi che sono una sfida costante ad un clima estremo e ad un habitat inospitale. Un brand nazionale che contribuirà a consolidare la reputazione degli Emirati a livello internazionale. In occasione dell’ufficializzazione del logo lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum ha annunciato la volontà di piantare 10 milioni di alberi, simbolo di speranza nel futuro e fonte di ispirazione. Una presa di posizione netta in materia di cambiamenti climatici e di sostenibilità. Scopriamo qualche curiosità in più sul logo degli UAE.
Il logo è stato presentato e annunciato dallo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Vice Presidente e Primo Ministro degli Emirati e sovrano di Dubai, e dallo sceicco Mohamed Bin Zayed Al Nahyan, Principe ereditario di Abu Dhabi e Vice Comandante supremo delle Forze Armate emiratine. Il nuovo brand nazionale servirà anche per promuovere gli Emirati a livello turistico, all’interno di campagne di marketing. Il passo successivo all’ufficializzazione del nuovo logo sarà la costituzione di una roadmap per gli anni futuri. Tra gli appuntamenti di rilievo la festa del cinquantesimo anniversario nazionale nel 2021. Una celebrazione che si articolerà con molteplici iniziative e attività anche nel corso di Expo 2020 Dubai.
Le tre proposte: la calligrafia
I tre design di logo finalisti erano: la calligrafia emiratina, la palma e le 7 linee, che poi sono risultate vincenti. Il logo calligrafico, con le sue linee rotonde e armoniose, riprende l’estetica della calligrafia araba, e al tempo stesso riflette l’autenticità e l’originalità degli Emirati Arabi Uniti.
Il font con le sue linee sinuose richiama le onde del mare che si compenetrano con quelle delle dune sabbiose del deserto, dando una sintesi delle caratteristiche geografiche del Paese. L’armonia della calligrafia simboleggia anche il continuo progresso umano e sociale che caratterizza gli UAE.
La palma
L’albero della palma è da sempre associato al Paese, entrando a far parte della sua storia. La palma è realizzata con un colore molto vicino all’oro, per richiamare i colori della sabbia delle distese desertiche che contraddistinguono gli Emirati. Al contempo esprime il senso di positivo dinamismo che connota la società emiratina, la sua forte volontà, le ambizioni. Con la loro ombra le palme rendono possibile la vita in una nazione in cui le condizioni climatiche non sono favorevoli e offrono a milioni di cittadini opportunità di sopravvivenza. In breve la palma racchiude in sé identità, orgoglio, dinamismo.
Le sette linee
Le 7 linee sono un omaggio ai sette padri fondatori, i leader che diedero vita alla federazione, unendo sotto la stessa bandiera i destini di sette popoli. Non solo riproducono in modo stilizzato la geografia della nazione, simboleggiano anche l’unità dei sette emirati che la compongono. I colori riprendono quelli della bandiera nazionale, e rappresentano l’idea stessa di progresso, innovazione, eccellenza, possibilità illimitate, quante la capacità di visione della leadership riesce a concepirne. Nero, verde e rosso connessi grazie al bianco, l’unità nella diversità.