Sempre più Paesi svelano i progetti dei propri padiglioni per Expo 2020 Dubai. Molte le anticipazioni dei progetti nazionali che si trovano nel Distretto delle Opportunità, come ad esempio la Bielorussia, il Principato di Monaco, l’Ucraina. La tecnologia e l’interattività sono i tratti distintivi adottati dai vari studi di architettura che ne hanno curato il design. Sostenibilità e l’idea di economia circolare sono altri punti forti dei padiglioni nazionali resi noti negli ultimi giorni, uno su tutti quello spagnolo, fondato anche sull’idea di tolleranza. Con il suo progetto la Spagna sembra essere in perfetta sintonia con la proclamazione ufficiale da parte di Sheikh Khalifa bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti, del 2019 come anno della tolleranza.
Un invito alla cooperazione tra i popoli e al dialogo interreligioso, culminato con la visita di Papa Francesco negli EAU, dal 3 al 5 febbraio scorso. Le forme mutuate dalla natura e l’innovazione tecnologica continuano ad essere i principali elementi di ispirazione nei progetti per i padiglioni dei Paesi partecipanti ad Expo 2020 Dubai. Quella thailandese sarà una struttura che assomiglierà a un giardino fiorito. L’ingegno e la competenza dell’Italia si nascondono dietro ad alcuni tra i più bei progetti di padiglioni svelati finora. Scopriamo insieme quali sono.
Thailandia, il design di un fiore
La facciata del Padiglione della Thailandia assomiglierà ad una ghirlanda di fiori. Il progetto svilupperà temi quali: innovazione tecnologica, connettività, trasporti e mobilità. Un padiglione smart con l’obiettivo di proporre un modello di economia 4.0 come garanzia di crescita e prosperità per il futuro. La Thailandia mostrerà al mondo la propria expertise in materia di logistica, pianificazione, connettività digitale e mobilità personale. I fiori della facciata saranno intrecciati l’uno all’altro e rivestiranno l’intera superficie della struttura. Centinaia di boccioli artificiali all’interno dei quali i visitatori saranno invitati a lasciare i loro messaggi. Nel corso dei sei mesi di Esposizione Universale questi fiori sbocceranno formando un giardino sopraelevato che si stenderà sulle pareti della struttura. Con una superficie di 3.606 metri quadrati il padiglione thailandese sorgerà nel Distretto della Mobilità. Non solo i visitatori impareranno ad intrecciare le tipiche ghirlande di fiori utilizzate in Thailandia per dare il benvenuto agli ospiti, ma sarà data loro anche l’opportunità di decorare il padiglione con incisioni di fiori thailandesi. La realizzazione del progetto è affidata alla società Index Creative Village che si occupa dei padiglioni fieristici thailandesi a livello mondiale. La gestione della struttura, invece, sarà affidata ad un dipartimento del Ministero dell’Economia Digitale, con l’obiettivo di proporre il Paese come un hub per l’innovazione e la tecnologia digitale a livello internazionale, attirando così investitori da tutto il mondo.
Svezia e l’effetto foresta
Il padiglione svedese riprodurrà l’effetto di una foresta scandinava tra le aride dune dell’emirato. Sale riunioni e ambienti sospesi su vari livelli, come fossero case sugli alberi e poi centinaia di tronchi che svetteranno altissimi. Così la selva nordica prenderà vita a Dubai all’interno di una struttura che mette insieme motivi architettonici scandinavi e arabi. Eppure, a determinare il successo del padiglione della Svezia c’è anche tanta Italia. A disegnare il progetto sono stati infatti due studi di architettura italiani. Uno è svedese ma fondato e diretto da un architetto italiano da cui prende anche il nome, Alessandro Ripellino Arkitekter, l’altro è italiano, Luigi Pardo Architetti. A completare il team collaborerà anche lo Studio Adrien Gardère. Piccola curiosità, gli architetti Alessandro Ripellino e Luigi Pardo sono entrambi nati a Roma.
Regno Unito, A.I., lo spazio e Stephen Hawking
Il Padiglione del Regno Unito mostrerà agli occhi stupiti del mondo i risultati raggiunti in materia di intelligenza artificiale e ingegneria aerospaziale. Così assicura l’artista e designer Es Devlin OBE, alla quale è stato affidato il progetto, la cui realizzazione spetterà all’agenzia Avantgarde, brand globale che opera a Londra e a Dubai. Il Padiglione britannico si chiamerà “The Poem Pavilion”, il Padiglione della poesia, e ad ispirarlo sarà un progetto a cui lo scienziato Stephen Hawking stava lavorando poco prima della sua scomparsa, “Breakthrough Message”, un’iniziativa che coinvolgerà i visitatori, invitandoli ad inserire messaggi destinati a raggiungere forme di vita extraterrestri. Il Padiglione britannico avrà un aspetto avveniristico: un labirinto illuminato, formato da una miriade di piccole luci a LED. Al suo interno l’uso dell’augmented reality contribuirà ad aumentare le suggestioni, mostrando al mondo la competenza del Regno Unito in materia di robotica e ingegneria spaziale. È la prima volta che la realizzazione di un padiglione per l’Esposizione Universale viene affidata ad una donna e la squadra con cui collaborerà Es Devlin OBE avrà una netta prevalenza femminile. Anche nel padiglione britannico interverrà l’ingegno italiano perché gli insegnamenti che la designer e artista inglese ha ricevuto dal fisico Carlo Rovelli permeeranno l’intero progetto.
Monaco e la pietra del principato
Un viaggio multisensoriale che punta a riprodurre gliscorci e i profumi della Riviera. Così si preannuncia il padiglione di Monaco che regalerà ai visitatori un’esperienza caleidoscopica. Il progetto si ispira allapietra del Principato e ne riproduce la forma poligonale, a spigoli vivi, simile a quella delle gemme. La struttura si svilupperà su più livelli, come il labirinto di stradine che si inerpicano nel Principato. Situato nel Distretto Tematico delle Opportunità avrà un’area interattiva denominata “Giardino delle Opportunità” , dove il pubblico potrà sperimentare il clima mite e soleggiato di Monaco. In un’altra zona detta il “Caleidoscopio” si potranno ammirare arte, cultura, storia, innovazione, gastronomia e molto altro, scoprendo tutte le meraviglie monegasche. L’elettricità che alimenterà il Padiglione di Monaco sarà generata da pannelli fotovoltaici, di cui è ricoperta la superficie esterna della struttura.
La Norvegia e la conservazione degli oceani
Interamente incentrato sulla conservazione degli oceani, su come preservarli dall’inquinamentoe dai cambiamenti climatici, il Padiglione della Norvegia offrirà un’esperienza interattiva alla scoperta del mare, educativa e al tempo stesso giocosa. Il mondo sommerso delle profondità oceaniche verrà analizzato in tutte le sue componenti, dalle sue profondità, perlustrando anche ciò che si nasconde sotto il fondale, per poi risalire fino alla superficie. Un viaggio subacqueo che mette in luce i legami strettissimi tra la Norvegia e il mare. Le attività marittime, sono infatti importantissime per il Paese, rappresentando il 70% dei ricavi derivanti dalle esportazioni. Le lunghissime coste norvegesi e l’ecosistema marino che è ancora più vasto della terra ferma sono i cardini su cui si basa il progetto della Norvegia per Expo 2020. Questa esplorazione avviene in modo virtuale, senza la necessità di immergersi nell’acqua e senza neppure dover indossare un costume da bagno.
La Corea e il dinamismo del movimento
Un insieme di colori, cultura e una visione proiettata verso il futuro attende i visitatori del padiglione coreano. Il meglio dell’arte, dello stile, della tecnologia e della cultura pop della Corea troveranno spazio ed enfasi nella struttura progettata per l’Expo 2020. Costituita da cubi rotanti, la costruzione di cinque piani cambierà continuamente all’esterno, creando immagini sempre diverse. Collocato nel Distretto della Mobilità, su una superficie di 5.200 metri quadrati, il padiglione della Corea incarnerà esso stesso il movimento. Rifletterà anche l’energia e il dinamismo tipici della società coreana. Con il motto: “Smart Corea, muovendo il mondo verso di te” sono in programma una serie di eventi che puntano a consolidare a livello planetario la fama del suo cinema, della sua musica, della sua televisione. Si preannuncia come una vetrina dedicata alle innovazioni tecnologiche, settore in cui la Corea eccelle, e offrirà al pubblico esempi concreti di quanto finora prodotto dall’ingegno coreano in settori quali Intelligenza Artificiale, realtà virtuale, internet delle cose.
Ucraina, tra e-bike e stampanti 3D
Un mondo migliore, più equilibrato e armonico, è possibile. Per ottenerlo basta far sposare le idee con la tecnologia. Attorno a questo concetto l’Ucraina ha sviluppato il proprio padiglione. La collaborazione proficua tra idee e tecnologia è la risposta ai problemi che attanagliano il nostro pianeta. Situato nel Distretto delle Opportunità il padiglione ucraino, si estenderà su una superficie di 1.652 metri quadrati e ne occuperà con le sue strutture 1.035. Tradizione ed eredità culturale del passato si affiancano all’innovazione high-tech, un settore che dà forte impulso al Paese. Per dare un saggio della genialità ucraina in ambito tecnologico saranno in mostra una serie di invenzioni, tra cui una e-bike, ossia una bicicletta elettrica, in grado di viaggiare per 380 chilometri con una sola carica. Oltre alla bici anche una stampante 3D ceramica e tende che proteggono dalla luce solare e al tempo stesso generano energia. Evocativo il motto: Smart Ukraine: Connecting Dots”, che punta a trovare soluzioni a problemi locali e mondiali coniugando innovazione e buon senso. Il padiglione è diviso in tre aree: smart living, thinking, experience. In ogni zona si esplorano possibili risposte alle grandi sfide del nostro tempo, prospettando un nuovo approccio al vivere contemporaneo. Tutti e tre i sotto-temi, Opportunità, Mobilità, Sostenibilità, saranno ugualmente sviluppati. Natura, intrattenimento, seminari, dimostrazioni culinarie, performace creative sono solo alcune delle attività in programma nel padiglione dell’Ucraina. Il progressivo delinearsi come nazione, le opportunità di affari, le attrazioni turistiche sono alcuni dei punti forti della narrazione a cui si ispira il progetto ucraino per Expo 2020.
La Spagna e l’influenza araba
Una serie di volumi conici si ergeranno all’interno dei 6.000 metri quadrati disegnati dallo studio di architettura madrileno Amann-Canovas-Maruri per il padiglione spagnolo. Il progetto è incentrato sull’idea della piazza, sulla quale sorgeranno grandi cupole, con la funzione di favorire la circolazione dell’aria ed innescare un effetto rinfrescante. Al tempo stesso saranno recuperati i legami storici che la Spagna ha avuto con il mondo arabo, nel periodo della conquista islamica della Penisola iberica. Un periodo di estrema tolleranza, quello della dominazione musulmana, nel quale regnavano progresso, scienza, cultura, salute e creatività. Un’era in cui fiorirono la letteratura, la poesia, l’architettura. Queste cupole a forma di cono sono realizzate con materiali riciclabili come il legno, il ferro, il tessuto. Non solo sfrutteranno antiche tecniche di isolamento termico combinate con soluzioni tecnologicamente innovative, ma anche spazi espositivi nei quali i visitatori circoleranno e interagiranno liberamente.
La struttura del Padiglione spagnolo è concepita come una sorta di cantina, come uno spazio capace di ricreare le caratteristiche tipiche degli ambienti sotterranei, caratterizzato dall’isolamento termico e acustico. Sia le aree pubbliche, sia quelle espositive sono collegate da ampi spazi di attesa con molte offerte di intrattenimento. “People and places”, “La gente e i luoghi”, questo il motto del Padiglione della Spagna. Un progetto dal forte impatto visivo, che ha colpito per i suoi criteri di sostenibilità, per la totale riciclabilità dei materiali utilizzati, per il design raffinato degli spazi. Obiettivo del padiglione spagnolo: attrarre 2 milioni e mezzo di visitatori nell’arco dei sei mesi di Expo 2020.
Bielorussia, la foresta del futuro
Il padiglione della Bielorussia è ispirato alle foreste e alle risorse naturali del Paese. Mostrerà come la crescita collettiva generi opportunità, come gli alberi che compongono le sue foreste crescono rigogliosi e forti, l’uno accanto all’altro. La prima a scegliere il lotto di terreno su cui costruire il proprio padiglione nazionale, la Bielorussia è stata anche tra i primi Paesi a sottoscrivere l’accordo di partecipazione ad Expo 2020 nell’ottobre 2017. La natura e l’innovazione combinate assieme daranno vita ad una “Foresta della tecnologia del futuro” che si snoderà nei 1.200 metri quadrati di superficie del padiglione. Sarà un viaggio virtuale attraverso le lussureggianti foreste bielorusse, alla scoperta di un territorio ricchissimo di risorse naturali. Profumi, sensazioni, lo stesso aspetto della natura bielorussa sarà fatto vivere ai visitatori di Expo 2020 Dubai. La struttura, dal design elaborato, sarà come un organismo vivente autosufficiente. Luci verdi si diffonderanno a partire dall’entrata, contribuendo a rendere ancor più suggestivo e verosimile tutto l’ambiente. Il Padiglione della Bielorussia si trova nel Distretto tematico delle Opportunità. Anche in questo caso si punta a presentate soluzioni innovative ad alcuni dei più allarmanti problemi che affliggono il mondo contemporaneo, offrendo nuove idee per il bene collettivo.
Canada, la gara d’appalto
Il Canada ha ufficialmente aperto il bando per la gara d’appalto della costruzione del padiglione nazionale ad Expo 2020 Dubai lo scorso 6 febbraio. Tutto l’iter si è svolto attraverso il processo di procurement del governo canadese, nel portale dei Lavori Pubblici e Servizi Governativi e si chiuso il 26 febbraio. Il bando non prevede solo il design del progetto e la costruzione del padiglione, ma anche il suo smantellamento dopo la fine dell’Esposizione Universale. Nei prossimi mesi le autorità canadesi renderanno noti i vincitori. Altri contratti di futura assegnazione prevedono servizi di ospitalità, comunicazione, un negozio e servizi relativi all’operatività del padiglione stesso.