Ultradestra e servizi segreti

Lo scandalo dei servizi segreti rischia di travolgere l’ultradestra. Al centro dell’intricato intreccio c’è il Ministro dell’Interno Herbert Kickl. Tutto inizia con la richiesta della stampa di 190.000 passaporti biometrici nordcoreani in bianco e con una lettera anonima, a seguito della quale scatta un’indagine imponente che dura circa tre anni. Assieme a tantissimo materiale confiscato dalle EGS (Einsatzgruppen zur Bekämpfung der Straßenkriminalität), le Unità preposte a combattere il crimine di strada, 19 gigabyte tra CD, DVD, pennette USB, telefoni cellulari, laptop e computer, notebook e file vari, finisce anche una lista di persone degli ambienti neonazisti, sui quali sono in corso accertamenti e indagini.

Un’operazione denominata “lupenrein”, perfetto, dal Ministro dell’Interno, ma una vicenda sulla quale gravano pesantissime ombre, tra coperture di ambienti delle confraternite neonaziste, regolamenti di conti tra FPÖ e ÖVP -il dicastero dell’Interno è stato per anni una roccaforte del Partito Popolare-, uno strano caso di omicidio del 2004 che ha come protagonista Werner Neymayer, soprannominato anche “il bombarolo della Höhenstraße”, implicato in un traffico di armi dalla ex Jugoslavia all’Austria attraverso presunti uomini dei servizi segreti austriaci, che ha ucciso la sua segretaria con una granata. Come i file relativi al “bombarolo di Höhenstraße” siano finiti nel materiale confiscato resta ancora tutto da accertare. Quei file non erano nell’elenco della richiesta presentata dalla Procura anticorruzione (WKStA). Sospette sia la tempistica della massiccia perquisizione, sia le modalità della sua autorizzazione, a totale insaputa del Ministro della Giustizia Josef Moser, giurista dell’FPÖ.

Quanto mai fumosa la vicenda della riconferma di Peter Gridling a capo dei Servizi segreti e Antiterrorismo BVT (Bundesamt für Verfassungsschutz und Terrorismusbekämpfung), poi finito tra gli indagati e sospeso dal suo incarico proprio da Herbert Kickl che a gennaio ne aveva ratificato la nomina per altri 5 anni, nomina approvata anche dal Presidente Federale Alexander Van der Bellen. Ora la Presidenza della Repubblica chiede spiegazioni su tutto l’affaire, mentre il Ministro della Giustizia Moser ha aperto un’inchiesta per accertare modalità e correttezza dell’indagine e della perquisizione. Vediamo insieme le principali tappe dello scandalo dei servizi segreti che inizia con i passaporti biometrici nordcoreani. 

Quei passaporti biometrici nordcoreani

Il 20 luglio 2015 il Ministero dell’Economia fa richiesta ai servizi segreti (BVT) di indagare sui rischi legati alla richiesta fatta dal regime comunista di Pyongyang di stampare ben 190.000 passaporti biometrici in bianco. Materiale che non rientrava nell’embargo contro la Corea del Nord, ma che per il quantitativo davvero imponente insospettisce l’allora Ministro Hans Jörg Schelling, membro di spicco dei Popolari. A rischio c’è la reputazione internazionale dell’AustriaNell’autunno 2015 ufficiali nordcoreani vengono in visita in Austria, provocando un certo trambusto a livello di intelligence. Il 6 aprile 2016 la stamperia di stato invia spontaneamente 30 passaporti in bianco ai Servizi segreti (BVT). Mentre il 13 aprile 2016 tre di questi passaporti finiscono anche nelle mani di ufficiali sudcoreani per verifiche e controlli. Secondo i rapporti contenuti nei file il trasferimento era stato approvato dal capo dipartimento dei servizi segreti, Sibylle Geißler, che curiosamente, non viene accusata ma per ora sentita solo come testimone. 

Un anno e mezzo dopo per giustificare

È solo l’8 settembre del 2017 che il Capo dei Servizi segreti e Antiterrorismo, Peter Gridling, fornisce dettagliata giustificazione dell’accaduto, ovvero il trasferimento dei tre passaporti nordcoreani in bianco alla Corea del Sud, al responsabile della pubblica sicurezza, il Direttore generale Michaela Kardeis. In ottobre alcuni media iniziano a parlare dei tre passaporti nordcoreani.

Per tutta risposta il Ministro dell’Interno Herbert Kickl minimizza l’accaduto definendo la pratica una “normale procedura”. Al tempo stesso vengono sospese le indagini su Michael Kloibmüller, Capo di gabinetto del Ministero dell’Interno, a fronte delle accuse anonime contro di lui. Il 18 dicembre 2017 si insedia il governo di coalizione tra ÖVP e FPÖ e il Ministro dell’Interno Kickl a gennaio conferma l’incarico di Capo dei Servizi segreti e Antiterrorismo al popolare Peter Gridling. Nomina siglata anche dal Presidente Van der Bellen.

Perquisizioni su vasta scala

Lo scorso 27 febbraio, di sera, vengono ordinate le perquisizioni non solo nella sede della BVT, i Servizi segreti austriaci, ma anche nelle abitazioni di Peter Gridling, del capo dell’unità di intelligence e ispettore capo, e di tre ufficiali del settore IT. Al tempo stesso scatta l’interrogatorio per l’ex vice del Capo dei Servizi, Wolfgang Zoehrer. Su tutti gravano le accuse di abuso d’ufficio. Colpisce il fatto che un giornalista fosse stato informato dell’imminente operazione, una procedura che viene attivata solo in caso di pericolo.

Ancor più illogico il comportamento del Ministro dell’Interno Herbert Kickl che lo scorso 13 febbraio sospende Peter Gridling da capo dei Servizi segreti e Antiterrorismo, incarico che ricopriva dal 2008, dopo essere stato per sei anni capo dell’Europol a L’Aja. A sostituire Gridling subentra Dominik Fasching, da poco nominato suo vice, che gode di stima e rispetto nel Partito Popolare. L’uso delle Unità della polizia preposte al crimine di strada sarebbe stata giustificata dalla necessità di mantenere la massima segretezza sull’operazione, che però sembra aver seguito modalità inconsuete e irrituali.