Due attacchi con coltello si sono consumati nel cuore di Vienna. Un uomo armato di un coltello a serramanico ha ferito gravemente un’intera famiglia austriaca, davanti ad un ristorante giapponese in Praterstraße, a pochi passi dalla fermata della metropolitana Nestroyplatz, nel secondo distretto, Leopoldstadt. L’uomo accoltellato ha 67 anni, sarebbe stato necessario rianimarlo ed è ancora in terapia intensiva, in condizioni critiche. Ferite ma non in pericolo di vita anche la moglie, 56 anni, e la figlia 17enne. L’aggressore è poi fuggito, facendo perdere le proprie tracce.
Una mezz’ora dopo, poche centinaia di metri più avanti alla stazione Praterstern, vicino al parco del Prater, un 23enne afghano ha ferito un 20enne ceceno. L’afghano è stato arrestato e trovato in possesso di due armi da taglio. Ad oggi la polizia non conferma se vi sia una correlazione tra i due episodi, né ha potuto chiarire il movente dell’aggressione ai danni del nucleo familiare. I due episodi, pur essendo avvenuti a breve distanza l’uno dall’altro, sembrerebbero slegati.
Se così fosse il primo aggressore sarebbe ancora a piede libero. Inoltre, non è possibile né escludere che si tratti di terrorismo islamico, né di un eventuale regolamento di conti. L’indagine prosegue a tutto campo. Al vaglio degli inquirenti anche le immagini delle telecamere di sicurezza della zona che potrebbero aver ripreso l’aggressione. In queste ore si starebbero ascoltando due ulteriori testimoni, forse determinanti per stabilire la dinamica dell’attacco. Vediamo insieme la ricostruzione dell’accaduto, con foto scattate da me sulla scena del crimine.
La dinamica dell’attacco
Alle 19:45 di ieri un uomo armato di coltello a serramanico aggredisce ferendolo gravemente un 67enne in Praterstraße.
Siamo nel tranquillo secondo distretto, non distanti dal Prater, in una zona centrale di Vienna.
Tutto avviene al civico 36, all’ingresso del ristorante giapponese Kosu.
Il 67enne grida poi perde i sensi, tanto che dovrà essere rianimato dai soccorsi intervenuti di lì a poco.
Intanto, l’aggressore ferisce anche la moglie del 67enne, una donna di 56 anni, e la figlia della coppia, una ragazza di 17 anni.
Entrambe le donne non sono in pericolo di vita.
La metropolitana U1, è stata chiusa per almeno una trentina di minuti.
All’incirca mezz’ora dopo avviene un altro attacco con ferite da arma da taglio alla stazione di Praterstern, poche centinaia di metri più avanti. Un giovane afghano di 23 anni viene fermato e trovato in possesso di due coltelli. La vittima stavolta è un 20enne ceceno. Va comunque sottolineato che la zona della stazione ferroviaria di Praterstern è frequentata, soprattutto di notte, da senzatetto e piccoli criminali ed è talvolta teatro di risse e disordini.
I rilievi scientifici e le analisi del sangue trovato su entrambe le scene del crimine è al vaglio degli inquirenti e potrebbe rivelarsi determinante per stabilire eventuali correlazioni tra i due episodi ed eventuali responsabilità dell’afghano arrestato.
Se fosse confermata l’ipotesi che i due attacchi non sono correlati, l’aggressore dell’intero nucleo familiare sarebbe ancora a piede libero. Troppo presto per dire se si sia trattato di un attacco terroristico di matrice islamica, ma l’intervento delle forze speciali e il massiccio dispiegamento di poliziotti indica che ancora nessuna pista è stata esclusa.
L’afghano arrestato confessa il duplice attacco
Alla fine il giovane afghano arrestato ha confessato il duplice attacco al ristorante di Nestroyplatz e alla stazione Praterstern. Jafar S., questo il suo nome, era arrivato in Austria come rifugiato nel 2015. Era conosciuto dalla polizia come piccolo criminale, spacciatore e tossicomane. Da tempo, però, aveva fatto perdere le sue tracce. Jafar S. non ha mai ultimato le procedure per la regolare richiesta di asilo ed era entrato in clandestinità. La polizia esclude il movente politico-religioso. All’origine del gesto compiuto dal 23enne afghano vi sarebbe solo la rabbia per la sua disperata condizione. Lo scorso anno 3.600 afghani hanno fatto richiesta d’asilo in Austria. Proprio i profughi provenienti dall’Afghanistan sono, secondo alcuni recenti studi universitari, i rifugiati più soggetti a cadere in depressione e a soffrire di disturbi psichici, perché hanno subito traumi da guerra, difficoltà socioeconomiche, alienazione. Il Cancelliere Sebastian Kurz ha condannato duramente il duplice attacco e ha chiesto che il colpevole venga punito con severità. Kurz ha poi criticato gli errori commessi nel passato in materia di immigrazione e di asilo. All’attuale governo, ha ribadito il Cancelliere, spetterà il compito di attuare misure più restrittive.