Cagnolina sola in metrò

L’avventura di Cora, un vivace esemplare di Jagdterrier, è a lieto fine. Assalita e morsa da un altro cane la cagnolina fugge di corsa in preda al panico per oltre un chilometro per poi viaggiare nella metropolitana di Vienna da sola fino a casa. Il cane in cui Cora si imbatte è un Boxer, particolarmente agitato e nervoso, che l’aggredisce senza motivo. Come reazione all’attacco la cagnolina, spaventatissima, scappa via a gran velocità. Corre terrorizzata e alla fine imbocca la fermata della metropolitana Hütteldorf, verso Meidling, la direzione di casa. Entra velocissima all’interno di un vagone in procinto di ripartire e viaggia lungo la linea U4 per ben 6 fermate, percorrendo di fatto più di 5 chilometri, per poi scendere alla sua solita fermata, quella di casa. Dando quasi l’impressione di sapere esattamente dove scendere. Un percorso fatto molte volte, ma mai da sola.

screen shot Kurier

Alla fermata Meidling Hauptstraße, però, trova ad aspettarla il personale della Wiener Linien, la compagnia di trasporti viennese, allertato da alcuni passeggeri che hanno notato la cagnolina aggirarsi da sola in metropolitana e hanno avvertito con tempestività il macchinista che, a sua volta, ha segnalato la temeraria viaggiatrice a quattro zampe alla centrale di controllo. Anche la sua padrona, Christine W., insegnante di 51 anni, avverte la compagnia di trasporti viennese su indicazione di passanti che hanno visto sfrecciare il quadrupede dritto all’interno della linea verde della metropolitana.

È così che la piccola Cora viene accolta a braccia aperte dal personale in servizio a Meidling Hauptstraße. Un addetto della Wiener Linien, che ha anch’egli un cane, le va incontro appena scesa dal vagone, attirandola in modo amichevole con una palla di carta. Con questo stratagemma, incuriosita e divertita all’idea di giocare, la cagnolina viene presa quasi al volo, non appena fuori dalla carrozza. Una commovente storia natalizia con tanto di happy ending. Scopriamo come Cora e Christine si siano ritrovateContinua a leggere



Le donne del Cancelliere

In Austria il nuovo governo ha un consistente numero di donne. Tutte occupano posti chiave. La presenza femminile nella coalizione turchese-blu è maggiore rispetto alla squadra che ha guidato il Paese nella precedente legislatura, espressione della Große Koalition, tra Socialdemocratici e Popolari. Un modo per rendere ben visibile quel cambio di passo che intende imprimere alla politica il giovane Cancelliere Sebastian Kurz che, a soli 31 anni, è il premier più giovane del mondo.

Mentre Angela Merkel fatica a formare un esecutivo, tenendo la Germania nell’incertezza e precipitandola in un’estenuante fase di stallo, in appena due mesi Kurz ha dato vita a una fitta serie di negoziati che hanno portato alla stesura di un nutrito programma e alla realizzazione di una compagine di governo tra Popolari e Partito della Libertà. È vero, Sebastian Kurz sarà ricordato per essere stato colui che ha riportato l’ultradestra al governo, con tutti i timori che allarmano l’Unione europea. Del resto non aveva scelta, quella con Heinz-Christian Strache era l’unica alleanza possibile.

Dismessi i panni dell’estremista indossati nel corso della campagna elettorale, in veste di  Cancelliere Sebastian Kurz appare molto equilibrato e sostanzialmente moderato, perfettamente capace di tenere sotto controllo l’ingombrante alleato FPÖ e in piena sintonia con il Presidente Alexander Van der Bellen, che garantisce la barra ferma con un delicato ma saldo sistema di contrappesi. Il giovane Cancelliere sembra avere le idee chiare su come far funzionare la cosa pubblica e la sua squadra è espressione diretta di quella volontà di cambiamento che gli elettori hanno chiesto nel segreto dell’urna. Pur tenendo nelle sue mani molte deleghe, Kurz ha demandato alle donne, soprattutto a quelle del suo partito, l’ÖVP, un ruolo cruciale nella macchina pubblica. Vediamo insieme chi sono le donne del CancelliereContinua a leggere



Chi ha paura dei Bitcoin?

In Austria c’è molto scetticismo nei confronti dei Bitcoin e delle criptovalute in genere. Un terzo degli austriaci vorrebbe persino che venissero proibiti, mentre finora solo il 4% dice di averli usati per acquisti, o transazioni. Anche se a Vienna esiste una startup che ha creato i cosiddetti Bitcoin verdi, ovvero amici dell’ambiente, e circa un anno fa ha aperto i battenti in pieno centro la prima “banca in Bitcoin”, il rischio frodi sembra ancora frenare il diffondersi di una cultura delle criptovalute.

Un consistente 14% di austriaci dice di non averne mai sentito parlare, malgrado i Bitcoin, sia pur con qualche inevitabile fluttuazione, continuino a macinare record su record e abbiano fatto il loro ingresso anche nel mondo della finanza, con i recenti scambi sui futures. Il 31% degli austriaci si dice addirittura favorevole a un loro eventuale bando. Una sostanziale sfiducia, caratterizzata dal sospetto e dalla scarsa conoscenza delle cryptocurrency. Il rischio di perdere i propri investimenti per l’azione di cybercriminali è ancora fonte di preoccupazione e forse è alla base della scarsa presa su larga scala di Bitcoin & Co. Questo è il quadro che emerge da un recente sondaggio pubblicato dal quotidiano Der Standard. Vediamo insieme come si compone il campione intervistato e quali altre curiosità emergano sul modo in cui i Bitcoin vengono percepiti in AustriaContinua a leggere



Alto Adige, doppia cittadinanza?

Doppio passaporto, sì o no? L’Alto Adige confida in Sebastian Kurz e nell’ultradestra per ottenere la doppia cittadinanza. L’imminente formazione di un governo di coalizione tra Popolari (ÖVP) e l’FPÖ di Heinz-Christian Strache, alimenta l’ottimismo dei 19 consiglieri della provincia autonoma di Bolzano che il 21 novembre scorso hanno scritto una lettera al leader del Partito Popolare austriaco con cui lo sollecitano a deliberare in tal senso. Di sicuro i colloqui per dare vita alla coalizione tra ÖVP e FPÖ non sono ancora terminati, sebbene proseguano spediti, facendo ritenere probabile la data del 20 dicembre quale eventuale scadenza dei negoziati e presentazione del nuovo esecutivo.

Però, tra i punti delicati sui quali si cercano soluzioni di compromesso perché inizi l’avventura di governo non sembra essere in agenda la doppia cittadinanza degli altoatesini. Le negoziazioni tra le delegazioni del Partito popolare e del Partito della Libertà proseguono serrate, soprattutto perché esistono ancora nodi delicati da sciogliere: dalla questione della democrazia diretta, alle possibili riforme della previdenza sociale; dal divieto del fumo, che dovrebbe entrare in vigore a partire da maggio 2018 ma è fortemente avversato da Strache, all’ambiente; dai fondi per le assicurazioni sanitarie, alla giustizia, con un inasprimento dell’attuale pacchetto di legge contro i crimini, volto soprattutto a contrastare il terrorismo. Ancora tutto da studiare, invece, l’organigramma dei ministri. Ad oggi si sa solo che il numero due dell’FPÖ, Norbert Hofer, dovrebbe vedersi affidato il dicastero delle Infrastrutture, mentre sarebbe in uscita dalla compagine di governo l’attuale Ministro delle Finanze, Hans Jörg Schelling (ÖVP). Le richieste dell’Alto Adige possono davvero trovare spazio per essere prese in considerazione? E cosa ne pensa l’Austria? Scopriamo insieme quale sia la situazioneContinua a leggere



Il bitcoin verde, una truffa?

Vienna introduce i primi bitcoin ecologici, prodotti con energia rinnovabile. La startup Hydrominer, per ovviare all’enorme dispendio di elettricità legato al processo di mining, ha deciso di servirsi di piccoli impianti di energia idroelettrica. Un problema particolarmente sentito quello dei consumi legati alla produzione di cryptocurrency. Basti pensare che una delle più grandi fabbriche al mondo dove si fa mining, che si trova in Cina, pari al 4% del network complessivo mondiale, paga bollette salatissime da 39.000 dollari al giorno. Mentre lo 0,13% dell’elettricità globale è assorbito per fabbricare bitcoin. A Vienna l’interesse per i bitcoin cresce in modo graduale e costante, tanto che meno di un anno fa, quando BTC aveva raggiunto quota 1.000 dollari, aveva aperto i battenti, in pieno centro città, la prima “banca” in bitcoin.

Al di là della svolta green impressa ai bitcoin, sembra, però, che la startup viennese di criptovaluta abbia violato alcune norme sul finanziamento dei capitali di mercato. Ecco perché nei bitcoin offerti dalla Hydrominer potrebbero esservi irregolarità. A metà ottobre, infatti, vi sarebbe stato il lancio sul mercato, la cosiddetta ICO, Initial Coin Offering. Un mercato, quello delle ICO, che sta vivendo un vero boom nel corporate finance. Ben 3 miliardi di dollari generati dalle transazioni corporate quest’anno, secondo Coindesk.com. La Hydrominer avrebbe convertito 3.2 milioni di dollari in Ethereum e la sua ICO è stata la terza fatta in Austria. Secondo alcuni esperti la FMA (Finanzmarktaufsicht Österreich), l’Autorità di vigilanza sul Mercato Finanziario, potrebbe aver già avviato un’indagine. Scopriamo di più su questi bitcoin verdi, amici dell’ambiente e sulle eventuali violazione di cui la startup di cryptocurrency viennese si sarebbe resa responsabileContinua a leggere