Vienna è ostile, ma gode di un’ottima reputazione. Infatti è al tempo stesso la quartultima città più inospitale del mondo e sul terzo gradino del podio quanto a reputazione. Tra le città europee peggio di Vienna c’è solo Parigi. Così, nell’arco di pochi giorni, la capitale austriaca si piazza ai vertici di due diversissime classifiche. Expat City Ranking, redatta dal network InterNations, che ha coinvolto nel sondaggio ben 13.000 residenti all’estero di 188 Paesi diversi, per stabilire quali siano le città più inospitali del pianeta per gli espatriati. City RepTrak 2017, che definisce l’immagine internazionale di un luogo, ovvero la sua reputazione a livello globale. Una classifica, quest’ultima, stilata da Reputation Institute, società di consulenza con sede principale a Boston e filiali in 14 mercati, che analizza la reputazione di aziende, Paesi e città di tutto il mondo.
Da un lato Vienna vince il triste primato di essere la quartultima peggiore città nel trattamento poco amichevole che riserva agli expat. Più ostile di lei sono solo Lagos (Nigeria), Jeddah (Arabia Saudita) e Parigi, terzultima classificata. I cittadini stranieri che vi risiedono percepiscono la città e i viennesi poco benevoli e disponibili nei loro confronti. Vienna sarebbe risultata 22esima su 51 città. Il 39% degli intervistati ha dichiarato di trovarla inospitale, mentre la media delle altre città è stata del 17%. Inoltre, il 48% ritiene che fare nuove amicizie nella capitale austriaca sia molto difficile. Sono in tanti a ritenere che Vienna riservi a chi vi abita servizi scadenti, impiegati svogliati e poco collaborativi, camerieri poco gentili e per niente attenti. La percezione, a detta di un nutrito campione di residenti stranieri, è quella di essere mal sopportati, è l’avvertire palpabile una profonda distanza, quasi un senso di fastidio che traspare nei viennesi, soprattutto quelli a diretto contatto con il pubblico. Sembrano non essere predisposti a dare aiuto, danno l’impressione di essere poco aperti, troppo attaccati alla tradizione, frenati da parecchi pregiudizi. Sembrano essere per loro natura poco inclini all’amicizia. Non ultima, emerge la resistenza manifestata da alcuni operatori poco flessibili, a non venire incontro nella comunicazione verbale a coloro che abbiano difficoltà con il tedesco. Insomma, non è solo una questione legata al loro atipico senso dell’umorismo, i viennesi si dimostrano freddi e poco socievoli, almeno a detta degli espatriati. Sarà forse per questa sua inospitalità che Vienna è stata scartata sia dall’assegnazione della sede dell’EMA e dell’EBA, l’agenzia europea del farmaco e l’autorità bancaria europea?
Da questo affresco, non certo idilliaco, tratteggiato dagli stranieri che la abitano, sembrerebbe una città da evitare. Invece, nonostante tutto, Vienna riesce a stupire aggiudicandosi anche il terzo posto in fatto di reputazione. Ecco perché sono sempre tanti i turisti che la affollano ogni anno. La capitale austriaca, infatti, ha un’ottima immagine e gode di alta considerazione presso l’opinione pubblica internazionale. Scopriamo di più su queste due classifiche diametralmente opposte.
La mancanza di calore umano
Malte Zeeck, fondatore e CEO di InterNations, compagnia basata a Monaco di Baviera che ha stilato la classifica delle città più inospitali, intervistato dal Kurier sottolinea come gli stranieri non riescano ad entrare in empatia con i locali e racconta come solo il 9% degli expat intervistati trovi davvero amichevoli i viennesi. “È un vero peccato perché solo stringendo amicizia con la gente del luogo è possibile entrare in sintonia e apprezzare il Paese in cui si vive” dice Zeeck. Tutto questo produce isolamento. Ed è per queste ragioni che non solo Vienna, ma l’intera Austria è scivolata fino alla penultima posizione nella classifica Expat Insider 2017, sempre redatta da InterNations. Ultimo posto per la Danimarca.
Quando la lingua è un problema
Ben 7 expat su 10, ovvero il 68% considera molto complicato imparare il tedesco. Nonostante questo 9 expat su 10, ovvero l’87%, affermano di parlare un pochino di tedesco, spaziando da un livello molto basso a una buona conoscenza. Mentre più della metà, ossia il 51%, ritiene che sia difficile crearsi una posizione senza la lingua tedesca.
Tutti, però, riconoscono a Vienna un’elevata qualità della vita: dall’ambiente al traffico, al mercato immobiliare. A detta di tutti è ottima l’assistenza sanitaria, eccellente il sistema educativo, molto alto il livello di sicurezza.
Al contrario, le città più ospitali sono: Manama, capitale del Bahrain, Praga, Madrid, Kuala Lumpur, Amsterdam, Barcellona, Johannesburg, Bangkok, Basilea, Francoforte.
La reputazione è tutto
La reputazione è il parametro usato per la classifica City RepTrak, della società Reputation Institute. La buona reputazione di una città attrae business e investimenti, talenti e forza lavoro, migliora anche i risultati di chi l’amministra. Una buona immagine internazionale attira anche moltissimi turisti. Così, quanto più si consolida la reputazione di una città, tanto più cresce il desiderio da parte delle persone di andare a visitarla.
Ne sa qualcosa la nostra Milano, che dal 21 posto è balzata in un anno al nono, entrando nella top ten, dove invece Vienna occupa la terza posizione. La città dove tutti vorrebbero vivere e che vorrebbero visitare è Sydney, seguita da Copenhagen. La top ten prosegue con Stoccolma in quarta posizione, Vancouver, Londra, Melbourne, Barcellona, Milano e Toronto. Sebbene i suoi abitanti siano glaciali e distaccati, sono in tanti a desiderare di trascorrere del tempo a Vienna per conoscerla e visitarla. In questo caso l’immagine internazionale positiva, vince sull’indole dei suoi cittadini.