Milano beffata, Vienna umiliata

Milano ha subito un duro colpo con la mancata assegnazione a sede dell’EMA. Per Vienna, però, lo smacco è stato doppio. La capitale austriaca aveva lanciato la propria candidatura ad ospitare non solo l’Agenzia europea del Farmaco, ma anche l’EBA, l’Autorità bancaria europea. A bocca asciutta, quindi, non ci è rimasto solo il capoluogo lombardo. Si lecca le ferite anche Vienna, uscita a mani vuote, scartata quale sede sia dell’EMA, sia dell’EBA. La capitale austriaca era tra le candidate forti, sembrava avere chance, eppure alla prova dei fatti non ha ottenuto niente. Anzi, è stata esclusa al primo turno in entrambe le votazioni avvenute a Bruxelles. Tanti in Austria si chiedono come sia stato possibile che Vienna abbia fallito non una, ma per ben due volte. Ci si interroga per comprendere quali siano stati gli errori commessi a livello politico e diplomatico. Forse si confidava troppo sul fatto di essere una delle città più vivibili al mondo, ritenendo che questo le desse un vantaggio sulle altre concorrenti.

Entrambe le agenzie, più grande, importante e redditizia quella del farmaco, più piccola e prestigiosa quella bancaria, sono state assegnate con estrazione a sorte tra le due qualificate pari merito al terzo round. Una procedura farraginosa che dovrebbe servire a prevenire accordi preventivi, giochi tattici, voto di scambio. Malgrado questo Angela Merkel non aveva fatto mistero di volere che l’EMA fosse assegnata a una città del Nord Europa. La stessa Germania aveva candidato Bonn a possibile sede dell’EMA e Francoforte per l’EBA, eppure ha visto le proprie candidature sfumare nel corso delle votazioni. Nessuna delle città tedesche è arrivata alla terza votazione. Parigi ha avuto la meglio su Dublino per l’Autorità bancaria europea, a fronte del sorteggio. Amsterdam, come ben sappiamo noi italiani, ha avuto più fortuna di Milano, vincendo sempre con estrazione a sorte, a fronte dell’ultimo round terminato con 13 voti a testa. Scopriamo cosa non ha funzionato per Vienna e a cosa servono EMA ed EBA

Sorpresa e sconcerto a Vienna

Designato a partecipare alla votazione per l’Austria era il Ministro delle Finanze Hans-Jörg Schelling (ÖVP). In linea teorica a contare dovevano essere 6 parametri, tra cui: la garanzia dell’operatività dell’agenzia nel momento in cui la Gran Bretagna lascerà l’Ue, l’edificio e l’accessibilità della nuova sede con collegamenti e mezzi di trasporto, le scuole per i figli del personale, l’assistenza sanitaria per i dipendenti dell’agenzia e le loro famiglie. Secondo indiscrezioni lo staff delle due agenzie non voleva trasferirsi in una città dell’Est Europa. Amsterdam era la città preferita dai dipendenti di EMA ed EBA, che saranno costretti a lasciare Londra alla fine di marzo 2019. La partita per aggiudicarsi l’Agenzia del Farmaco non era facile.

C’erano ben 19 candidature, la più forte delle quali era Milano, in testa sia dopo la prima, sia dopo la seconda votazione. Esistono i Paesi del Benelux, c’è il gruppo degli scandinavi, e poi quelli del Sud e dell’Est Europa. L’Austria non appartiene a nessuno di questi schieramenti. Al contrario, per sua natura, l’Austria è vicina alla Germania, che però non ha dato adeguato sostegno a Vienna.

“Ci saremmo aspettati un risultato diverso” ha detto Schelling intervistato dal Kurier. La rete di alleanze che l’Austria ha cercato di tessere, però, non si è rivelata la strategia giusta. Infatti, non tutti i Paesi hanno risposto come gli austriaci si sarebbero aspettati.

Un sistema di voto stile Eurovision Song Contest

Il processo che porta a designare il quartier generale di EMA ed EBA è simile a quello utilizzato per l’Eurovision Song Contest. Alla prima votazione ciascuno dei 27 Paesi membri ha a disposizione 6 punti: se ne attribuiscono 3 alla preferita, 2 alla seconda e 1 alla terza in ordine di gradimento. In questa prima votazione passano le 3 città con il maggior punteggio. Nel secondo giro di voti, sempre segreti, ogni Paese membro ha a disposizione un singolo voto. Se una città riceve 14 o più punti vince. Altrimenti si procede alla terza votazione. Al terzo voto vi sono solo 2 candidate e ogni Paese membro dispone di un solo punto da attribuire. Chi ha il punteggio più alto vince. In caso di parità si estrae a sorte. Per EMA, Milano era in testa sia alla prima, sia alla seconda votazione, eppure non è bastato. Malta, Croazia e Irlanda hanno ritirato la propria candidatura per l’Agenzia del Farmaco. Dublino potrebbe averlo fatto per motivi tattici, visto che correva per entrambe le agenzie.

Nella prima votazione Milano ha preso 25 punti, Amsterdam e Copenhagen 20, Bratislava 15, Barcellona 13, Stoccolma 12, Atene e Porto 10, Varsavia e Bucharest 7, Bruxelles ed Helsinki 5. Vienna è stata eliminata dalla corsa per diventare quartier generale dell’Agenzia europea del Farmaco per colpa di un deludentissimo risultato di 4 punti, facendo meglio soltanto di Bonn, Lille, Sofia, tutte con 3 punti. Mentre nella gara per aggiudicarsi l’EBA la capitale austriaca è uscita di scena con appena 10 punti. A contendersi l’assegnazione della sede dell’EBA c’erano, invece, 8 città.

EMA ed EBA a cosa servono?

EMA ed EBA, entrambe ubicate a Londra, dovranno trasferirsi entro la fine di marzo 2019. Delle 38 agenzie dell’Unione europea, l’Agenzia europea del Farmaco è indubbiamente una delle più importanti. Il quartier generale londinese esiste dal 1995. Grazie ai suoi congressi EMA attira almeno 30.000 visitatori. I circa 900 impiegati, tutti esperti del settore farmaceutico e medico, sono responsabili di tenere sotto controllo i medicinali, in tutta l’Ue, l’Islanda e la Norvegia. All’incirca un quarto di tutte le registrazioni di farmaci a livello mondiale sono fatti dall’EMA. Inoltre tutti i trial medici sono raccolti in un data base e inseriti online, rendendoli pubblici. Per quanto concerne EBA, dal 2011 ha integrato le autorità di vigilanza nazionali che controllano le aree critiche del mercato finanziario. Invece di centralizzare, l’Ue ha deciso di suddividere i vari incarichi di controllo a tre centri finanziari: Londra con l’EBA, responsabile delle banche, Francoforte con l’EIOPA (assicurazioni), Parigi con l’ESMA (sicurezza). L’EBA è responsabile di un sistema di regole, valido per tutta l’Unione, tra cui i famosi stress test. Nel 2016 l’EBA dava lavoro a 169 persone, per lo più italiani, tedeschi e spagnoli.