Vienna è in pieno fermento per la Fashion Week. Il MuseumsQuartier è stato trasformato nella cittadella della moda, affollata di designer, creativi, imprenditori, fotografi, modelle e fashion victim. Tra show-room e mostre, sfilate e party, l’attenzione è tutta puntata sulle nuove tendenze, che arrivano da stilisti di tutto il mondo.
L’apertura è avvenuta in grande stile, con la presenza di Malan Breton, designer di moda americano nato a Taipei, quasi newyorkese di adozione, che vanta tra le proprie clienti nomi illustri come Kylie Minogue, Celine Dion e Linda Evangelista. Breton ha portato il fasto e l’opulenza dei suoi abiti giocati tutti sullo sfavillio dei lustrini, dei ricami preziosi e delle trasparenze, e ha dettato la sua visione della bellezza e dell’eleganza, sempre ispirandosi alla sua Taiwan.
Nel turbinio degli show, un ciclo continuo con avvicendamenti di ora in ora, hanno catturato la mia attenzione tre marchi che portano istanze di Paesi diversi, la fantasia e l’eclettismo della romena Smaranda Almasan; l’originale alchimia tra scienza e magia portata avanti da Dominique Raffa e dalla sua etichetta viennese R!; l’innovativo stilista brasiliano Lui Iarocheski, che con un brand di nicchia coniuga creatività, lusso e avanguardia, ridefinendo con la sua collezione i confini della moda maschile. Vediamo insieme elementi e abiti che fanno tendenza, dalla donna in jumpsuit, all’uomo con indosso pantaloni mai visti prima.
Manifesto del ’77
Smaranda Almasan ha mostrato in passerella il suo personale manifesto del 1977. Tutto parla degli anni settanta, dai disegni un po’ optical dei tessuti, allo scintillio degli abiti metallizzati con tanto oro e argento, dalle linee geometriche, al vero trionfo di jumpsuit morbide e avvolgenti, o cortissime.
La tuta, declinata in ogni sua forma, domina quasi tutta la sua collezione.
Non mancano gonne e abiti lunghi, dai ricchi panneggi e spalle pronunciate e colli importanti.
Prevalenza di sabò bianchi, con tacco alto.
In sottofondo il rap martellante e provocatorio della cantante franco-cilena Ana Tijoux, con la sua 1977, ripetuta in loop fino a diventare una piacevole ossessione.
Modelle stile manichino, un po’ legnose, inespressive, quasi apatiche, non si sa se per caso, o per una precisa scelta stilistica.
Quantistica e atmosfere giapponesi
Giovane, ribelle, originale. Così è la collezione disegnata da Dominique Raffa, per il marchio viennese R!. Unisce elementi molto sofisticati ad un’estetica tendenzialmente minimalista.
Linee essenziali, fantasie che sembrano ispirarsi a principi matematici, o alla fisica quantistica. Gli abiti incarnano i principi della semplicità e dell’understatement, pur essendo concepiti con eleganza di costruzione e ricercatezza dei tessuti.
Le scarpe sono bassissime, sempre. La sfilata si trasforma in un vero happening, dove ogni abito è pensato per essere protagonista di una storia unica, accompagnato da musica suonata dal vivo, d’ispirazione giapponese.
L’effetto è futuristico, carico di suggestioni, quasi da performance artistica, che arriva a superare il concetto di moda per trasformarsi in forma filosofica del vestire.
L’uomo sexy e trasgressivo
Una ventata di novità e trasgressione arriva con Iarocheski.
L’uomo visto con gli occhi e la sensibilità dello stilista brasiliano è maledettamente sexy, senza però perdere mai la propria mascolinità.
Lui Iarocheski sembra quasi ispirarsi alla visione estetica di Dolce e Gabbana, portandola alle sue estreme conseguenze, coniugandola però alle linee morbide, asimmetriche e alla fantasia tipici del suo Brasile.
Una moda che supera la barriera del pensabile, del consentito, per riscrivere con estro straripante canoni e modelli, come nel caso dei pantaloni con ampio spacco laterale, indossati con disinvoltura da modelli bellissimi.
Prevalgono il nero, il bianco, il grigio, denim e a tratti i colori vivacissimi che sempre associamo all’idea del Brasile. Un giubbotto può essere indossato in modo anti-convenzionale e asimmetrico, come se fosse una scultura.
I bermuda possono perfino diventare sexy se scendono morbidi, con maliziosi spacchi laterali.
Lo spolverino diventa esagerato se ha colori sgargianti e se lo si indossa con una foltissima e selvaggia chioma al vento.