10.000 bambini a rischio fondamentalismo

Stop ai finanziamenti per gli asili islamici. È la nuova affermazione shock del neo leader del Partito popolare Sebastian Kurz. Parole destinate a rendere incandescenti i toni di una campagna elettorale che si sta svolgendo in un clima sempre più aspro. Se si vuole una migliore integrazione dei richiedenti asilo il Ministro degli Esteri Kurz ha la ricetta giusta: è necessario che conoscano il tedesco, ecco perché occorrerebbe prevedere anche un secondo anno di asilo obbligatorio, volto a colmare il divario culturale. È così che arriva la denuncia della condizione di grave isolamento dal resto della comunità austriaca in cui si trovano, linguisticamente e culturalmente, gli asili per musulmani a Vienna che, rimarca Kurz, sono finanziati grazie alle tasse dei contribuenti austriaci. E alla domanda di Helmut Brandstätter, giornalista del Kurier, se abbia intenzione di abolirli Kurz risponde: “Certamente! Non ce n’è alcun bisogno. Non dovrebbero esserci asili islamici”.

BMEIA / Dragan Tatic

Ma come eliminarli in maniera ineccepibile dal punto di vista legale? La soluzione per Kurz è rendere più severi i criteri qualitativi richiesti. Così gli asili per musulmani, frequentati a Vienna da 10.000 bambini, non risponderebbero più al livello di certificazione qualitativa richiesto e quindi dovrebbero chiudere. In poco tempo il personale che si prende cura dei bambini, nella totalità dei casi di origini arabe o cecene, non avrebbe più i requisiti necessari e le strutture dovrebbero chiudere. Per Sebastian Kurz questo è il rapido percorso legale, per eliminare gli asili per musulmani. Affermazioni, quelle del Ministro degli Esteri e leader dell’ÖVP, che hanno scatenato vibrate critiche da destra e da sinistra. Vediamo le principali reazioni provocate dalle parole del leader dei popolari, capiamo meglio il fenomeno delle istituzioni per soli musulmani a Vienna e scopriamo cos’altro ha detto Sebastian Kurz

Reazioni, da destra e da sinistra

“La politica dovrebbe trovare soluzioni, non creare problemi -ha commentato sul fronte dei socialdemocratici Jürgen Czernohorszky, Assessore competente del Municipio di Vienna– Da Kurz ci attendiamo indicazioni precise”. Mentre il Cancelliere Christian Kern ha optato per il silenzio, per non fomentare sterili polemiche e non alimentare un’onda inarrestabile che non fa bene alla campagna elettorale. Le accuse di fare esclusivamente proclami propagandistici a fini elettorali arriva anche dall’FPÖ. Per Heinz-Christian Strache si tratta di una proposta già avanzata dal suo Partito della Libertà, ma che non potrà certo contare su alcuna implementazione da parte del “campione degli annunci”, strillati ma poi non realizzati. E poi il leader dell’FPÖ ribatte: a Kurz servono “volontà e coraggio”. I Verdi bollano le parole di Sebastian Kurz come un modo per guadagnare consensi a buon mercato. Harald Walser, portavoce per l’Educazione dei Verdi, aggiunge che “le generalizzazioni e un generico divieto non risolvono le cause, ma contribuiscono solo ad avvelenare ulteriormente il clima all’interno della società”. E poi, si chiedono i Verdi, se dovessero esser chiusi gli asili islamici, che cosa ne sarebbe di quei 10.000 bambini che attualmente li frequentano?

Asili islamici, questi sconosciuti

Secondo dati diffusi dal quotidiano Die Presse a Vienna esistono 150 asili islamici e 450 gruppi infantili musulmani, frequentati da 10.000 bambini. Dati ufficiali saranno disponibili solo in autunno, a fronte di uno studio condotto da Ednan Aslan, professore di Educazione religiosa islamica all’Università di Vienna, che considera bambini, strutture, operatori del settore, personale incaricato delle cure all’infanzia. Ad oggi nella capitale austriaca vi sono 86.000 centri per la cura dell’infanzia, dislocati in 4.749 luoghi diversi. Inoltre vi sono anche 671 gruppi organizzati da genitori.

E gli asili cattolici?

Per quanto concerne gli asili cattolici ve ne sono 82, più una trentina della Fondazione Nikolausstiftung e altri 20 centri per l’infanzia, con un totale di circa 6.200 bambini che li frequentano. Queste strutture rientrano nella Associazione degli Asili cattolici (KKTH, Vereinigung Katholischer Kindertagesheime). Mentre la Diaconia evangelica rappresenta il 2% degli 86.000 centri.

Quali le regole a cui attenersi?

Per gli asili islamici non vi sono regole diverse, devono anche loro attenersi al programma educativo viennese che si compone di 70 pagine. Inoltre non sono permessi espliciti insegnamenti religiosi, sebbene la religione sia comunque tra le materie del piano educativo. Il Municipio di Vienna sta stilando una guida, redatta con la collaborazione delle varie rappresentanze religiose e il frutto di tale lavoro sarà terminato alla fine dell’estate.

Ispezioni e controlli, sono sufficienti?

Non mancano ispezioni, che dovrebbero avvenire a sorpresa, almeno una volta l’anno. I controlli prevedono la verifica delle norme di sicurezza, numero di bambini, rispetto del piano educativo. In alcuni casi si è registrata la chiusura di strutture che avevano irregolarità finanziarie. Eclatante il caso emerso nel 2015 di un asilo viennese gestito da un’associazione privata e frequentato principalmente da bambini di origini cecene, che aveva ricevuto 1,8 milioni di euro di finanziamenti pubblici, ma svolgeva anche attività criminali. In ogni caso sembra che vi sia una carenza di controlli. Infatti, in seguito alla legge introdotta nel 2008, che prevede un anno di asilo obbligatorio, si sono verificate sproporzioni tra la domanda e l’offerta. Questo ha portato al proliferare di strutture, che in molti casi, non hanno avuto tutti i necessari controlli, né in merito alla gestione, né al rispetto effettivo dei programmi pedagogici.

Kurz ribadisce: no agli asili islamici

Proprio nella sua funzione di Ministro degli Esteri e dell’Integrazione, Sebastian Kurz ribadisce a chiare lettere il suo no all’esistenza di organizzazioni parallele. Anzi rincara la dose: se in queste strutture non si parla il tedesco, “i bambini non vengono esclusi solo sotto il profilo religioso, ma anche sotto quello linguistico e culturale”, alimentando in tal modo l’esistenza di comunità islamiche cecene, turche, arabe, anche negli asili nido. E questo si traduce per Kurz “in un enorme problema, che non porta a una vera integrazione”. Insomma, invece di stemperare gli animi il Ministro degli Esteri e dell’Integrazione getta benzina sul fuoco delle polemiche accusando gli asili per musulmani viennesi di essere “fortemente problematici”.