Moby: un video contro Trump, Hofer e Salvini

L’ultimo video di Moby “Erupt & Matter” è un inno contro tutti i populismi e i loro leader. Compaiono in sequenza da Donald Trump a Kim Jong-un, fino a Norbert Hofer e Matteo Salvini. Poco dopo il rilascio del video scoppia il botta e risposta tra il numero due dell’FPÖ e Moby. Un duello consumato a suon di lettere aperte pubblicate su Facebook. Il video unisce una musica dura e incalzante, a tratti dal ritmo quasi tribale, ad un testo che graffia. Le immagini sono un concentrato di violenza, repressione e dispotismo, di leadership di ieri e di oggi, di mostri del passato e guasconi contemporanei. Vi scorrono veloci dalle proteste anti-Trump, alle parate militari della Corea del Nord, dai comizi di Recep Tayyip Erdogan a quelli di Nigel Farage, mentre Moby & The Void Pacific Choir scandiscono slogan contro le bugie dei politici alla guida di quei movimenti che fanno di razzismo, intolleranza, xenofobia, autoritarismo la loro bandiera.

 

Nel mirino della pop star americana ci sono tutti, anche con accostamenti azzardati. Spiccano i fotogrammi di Benito Mussolini mostrati pochi secondi prima del 45esimo Presidente degli Stati Uniti Trump. Lasciano il segno le parole della canzone scritte in rosso carminio che scorrono impietose sulle immagini del Segretario della Lega Nord Salvini: “Your touch is Death” (il vostro tocco è mortale) compare proprio su di lui, mentre a seguire si vedono manifestanti che brandiscono un cartello con su scritto “Mein Trumpf”, dove Trump è raffigurato con il ghigno e i baffi di Adolf Hitler. Ci va giù pesante Moby, senza guanti di velluto, mostrando il peggio degli archivi recenti: dal Presidente delle Filippine Rodrigo Duterte che fa il gesto del dito medio, a Donald Trump che si fa beffa di un giornalista disabile in campagna elettorale.

Nel video sono messi sullo stesso piano Bashar al-Assad, Erdogan, Boris Johnson, Marine Le Pen, Geert Wilders, Frauke Petry. E c’è da scommetterci che proprio non deve aver fatto piacere a Norbert Hofer essere preceduto da un dimostrante con la testa rasata che urla minaccioso facendo il saluto fascista. Ecco perché non poteva non esserci un rimpallo via social media tra il politico austriaco e il musicista americano. 

Non sono razzista, leggiti il programma

Sulle prime, in risposta al video della pop star, che ha la potenza di un ceffone in pieno volto, Norbert Hofer respinge le accuse e bolla come falsità gli attacchi dei quali è stato fatto oggetto durante tutta la dura campagna elettorale per le presidenziali austriache.

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Dice di non voler lasciare il proprio Paese nelle mani di chi vuole distruggere tutto ciò che i padri hanno costruito con fatica. Dice di voler preservare il Paese per le generazioni future. Poi, a distanza di qualche giorno, dopo che Moby gli scrive, Hofer posta una lettera aperta.

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Si dice contento del messaggio che il musicista statunitense gli ha indirizzato e dichiara di essere aperto al dialogo. Ribadisce di credere nella libertà e nella democrazia, e di non discriminare nessuno in base al credo religioso, all’etnia, alla lingua, al colore della pelle, o al genere. Insomma, dichiara di non essere né razzista, né estremista. E arriva ad invitare Moby, se ha tempo e voglia, a leggere il programma dell’FPÖ, il Partito della Libertà, per poi salutarlo cordialmente.

Dalla storia non abbiamo imparato nulla

Si scusa Moby, se il suo video “Erupt & Matter” può aver infastidito Hofer. Però alla pop star e a molta gente ha dato altrettanto fastidio che la destra estrema, xenofoba e populista stia dominando il 21esimo secolo. Con la fine del 20esimo secolo Moby credeva che l’uomo avesse imparato dai propri errori, ma evidentemente si sbagliava.

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È come se la storia non ci avesse insegnato niente, dice il musicista americano. La politica dell’odio e della paura è in ascesa in tutto il mondo (e gli Stati Uniti non sono immuni con l’elezione di Donald Trump come 45esimo Presidente americano).

Moby capisce che le incognite e i problemi del 21esimo secolo ingenerano paura e incertezza, ma prendersela con le minoranze etniche promuovendo il populismo è una risposta pericolosa e sbagliata, che quando è stata adottata nel 20esimo secolo ha avuto conseguenze catastrofiche.

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Moby si dice inoltre disponibile a rimuovere i leader inseriti nel suo video, a patto che smettano di propugnare le loro politiche razziste, estremiste e xenofobe. Poi la pop star chiude con un grazie.

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Il vostro tempo è finito?

Moby invita i giovani ad esercitare il loro spirito critico, a non farsi irretire dalla retorica populista che sfrutta la paura per prendere il potere.

Eppure il ritornello che canta “il vostro tempo è finito”, detto oggi suona quasi anacronistico, proprio alla luce dei risultati delle presidenziali americane, dopo la vittoria della Brexit, con l’esito più che mai incerto delle elezioni in Germania e in Francia.

Vedere su Frauke Petry, leader dell’AfD in costante ascesa, campeggiare la scritta: “Your time is done, is gone” sembra più un auspicio, fragile come un appello lanciato ad orecchie che non vogliono sentire.

Strache totalmente ignorato, come l’avrà presa?

Tagliato fuori da questa singolar tenzone è il numero uno del Partito della Libertà.

Escluso dal video di Moby, è proprio il leader Heinz-Christian Strache. Lui, con indiscusse doti istrioniche e con massicce dosi di egocentrismo, lui che ha portato il Partito della Libertà a livelli mai raggiunti prima, lui che ha sempre fatto di tutto per essere politicamente scorretto e per trovarsi sulla cresta dell’onda.

Oggi tutto il mondo conosce il volto pulito e rassicurante di Norbert Hofer. Tutto grazie ad una campagna elettorale che offriva un ruolo di minor potere politico rispetto al Cancellierato, ma una popolarità senza precedenti per la vastissima eco mediatica. Un boccone amaro, difficile da digerire per Strache, che non ama essere messo in ombra da nessuno.