Vienna mangia italiano

Il cibo italiano è protagonista a Vienna e nel mondo per un’intera settimana. È il primo appuntamento, destinato a rinnovarsi ogni anno, per promuovere e difendere il made in Italy enogastronomico e i prodotti tipici del nostro Paese su scala planetaria. Una settimana di eventi organizzati grazie all’azione congiunta del Ministero degli Esteri e del Ministero delle Politiche Agricole. Tantissime le iniziative, non solo a Vienna, dove c’è stato il coinvolgimento congiunto dell’Istituto Italiano di Cultura, dell’Ambasciata d’Italia e dell’Istituto Italiano per il Commercio Estero, ma anche in altri 105 Paesi del mondo. Un’offerta di 1.300 eventi dedicati a far conoscere la nostra tradizione culinaria, a far scoprire i nostri prodotti agroalimentari, a puntare i riflettori sulla nostra enogastronomia, sinonimo di eccellenza riconosciuta a livello internazionale. “I turisti internazionali decidono di visitare l’Italia soprattutto per il suo buon cibo -dice Clara Bencivenga Trillmich, Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura- Come dicono recenti dati dell’ENIT e di Slow Food Italia, la prima motivazione resta quella del suo straordinario patrimonio artistico, ma immediatamente al secondo posto c’è l’enogastronomia a far scegliere come meta del proprio viaggio l’Italia, della quale si apprezzano la cucina e i vini”.

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Il programma viennese è stato fitto di iniziative: concorsi fra chef, degustazioni, seminari, cene a tema, presentazioni di libri, incontri e dibattiti e prosegue anche oggi con il Prof. Pietro Antonio Migliaccio che parlerà della dieta mediterranea. 

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Prodotti tipici, delizie per il palato

Importante ribalta per il cibo proveniente dal Sud Italia è stato un workshop che si è svolto a Palazzo Metternich, sede dell’Ambasciata d’Italia a Vienna. Un’occasione per presentare specialità del nostro meridione e ben 25 aziende provenienti da Campania, Calabria, Sicilia e Puglia.

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Una passerella culinaria dove ha sfilato il meglio delle prelibatezze locali portato all’attenzione di un pubblico austriaco fortemente interessato a educare il proprio gusto.

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“I prodotti italiani sono espressione di una cultura e di un territorio ricchissimi di saperi e tradizioni in parte ancora protetti dalla globalizzazione -mi spiega Antonio Ventresca, Direttore dell’ICE di Vienna- La territorialità e l’artigianalità da una parte sono un freno per le esportazioni, ma dall’altra sono un sigillo di autenticità e genuinità”.

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Un inesauribile giacimento di bontà

L’Austria è geograficamente e culturalmente vicina, ama l’Italia, e in questo workshop organizzato dall’ICE gli austriaci hanno potuto conoscere e assaggiare prodotti tipici e presidi Slow Food di qualità e bontà incomparabili. Innumerevoli i prodotti in vetrina. Il pistacchio di Bronte, località alle pendici dell’Etna, cresce sfruttando un terreno lavico capace di donare sfumature uniche al sapore e all’aroma dei suoi frutti, con i quali si possono realizzare dal pesto per condire la pasta, alla crema da spalmare e utilizzare per la preparazione di dolci.

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La pasta di Gragnano Igp e la mozzarella di bufala campana DOP rappresentano eccellenze di un territorio che sa garantire freschezza e qualità. Le alici di Sciacca regalano il sapore del mare siciliano e l’amore per la tradizione, che si tramanda da generazioni. E ancora i dolci fatti con la crema al Nero d’Avola, la liquirizia calabrese, la burrata pugliese, prodotti innovativi biologici e per chi soffre di intolleranza al glutine e celiachia.

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Imperativo categorico: difendere l’enogastronomia italiana

“L’Italia è l’unico Paese al mondo che vanti 285 specialità gastronomiche, riconosciute a livello comunitario europeo, e ben 415 vini DOP -sottolinea la Direttrice Bencivenga Trillmich– Inoltre esistono 50.000 aziende agricole biologiche, che rappresenta un primato europeo”.

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Ecco perché bisogna adoperarsi per proteggere questo patrimonio immenso e prezioso, tanto quanto i nostri monumenti e le nostre opere d’arte. “Si deve sempre privilegiare l’autenticità, verificare la provenienza dall’etichetta, affidarsi a importatori affidabili per portare in tavola i veri sapori italiani e salvaguardare un mondo e un modo di produrre che sono davvero un patrimonio universale -rilancia il Direttore dell’ICE Ventresca– Dal parmigiano reggiano ai prosciutti di San Daniele e Parma oltre a quelli regionali come il prelibato prosciutto di Norcia, minacciato dal recente terremoto”. Infatti il made in Italy è il più contraffatto al mondo: due terzi dei prodotti alimentari venduti nel mondo sono becere imitazioni, il cosiddetto “Italian Sounding”.

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Tradizione, innovazione e la dieta mediterranea

Tra approfondimenti dedicati alle connessioni tra letteratura e cibo, che si sono svolti spaziando dal Medioevo ai giorni nostri, passando per Dante e Boccaccio, fino alle ricette descritte da Camilleri nel suo commissario Montalbano, l’Istituto Italiano di Cultura propone anche un incontro con il nutrizionista Prof. Pietro Antonio Migliaccio.

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Un’analisi di quanto la dieta mediterranea, vanto del nostro Paese, tra tradizione e innovazione. Un modo per capire, grazie al parere di un esperto, quanto la dieta mediterranea possa inserirsi come cardine di una sana alimentazione, che abbia al centro soprattutto la freschezza e la qualità degli ingredienti utilizzati. Istituto Italiano di Cultura (Ungargasse 43 – 1030 Vienna) alle ore 19:00, seguirà degustazione di pasta all’Amatriciana.

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