Il video shock riprende una 15enne picchiata da altre sue coetanee. Un filmato di poco meno di tre minuti, che ha totalizzato milioni di visualizzazioni e decine di migliaia di condivisioni su Facebook. Siamo a Vienna, nella zona di Donaustadt, alla fermata della metropolitana Kagran, in pieno giorno. Una gang di teenager schiaffeggia e colpisce ripetutamente al volto una ragazzina inerme, che non ha mai, neppure per un istante, accennato a difendersi. Un’aggressione violenta, ripresa con una telecamera da altri componenti del branco di bulli. Si sentono voci di ragazze in sottofondo che incitano a colpire, che approvano il pestaggio. Umiliata, picchiata, subisce e resta ferma ad incassare nuove percosse. Ma dietro alle 15enni che l’aggredivano la vittima sostiene che ci fossero altri membri della gang, pronti a intervenire se lei avesse accennato a ribellarsi, a gridare, o chiedere aiuto. Ecco perché la ragazzina oggetto del brutale attacco non è scappata, non ha cercato di proteggersi, ha solo aspettato che si sfogassero e che tutto finisse, prima possibile.
Scioccante la scena nella quale, dopo aver scostato i capelli dal volto, la vittima inizia a sanguinare. 5 giorni di ricovero in ospedale per lei, doppia frattura della mandibola, un’operazione chirurgica, due viti e una placca metallica, molti giorni di antidolorifici per lenire il dolore dei traumi.
Chi sono i bulli violenti?
A infliggere percosse e lesioni sono stati più o meno tutti coetanei, tra i 15 e i 16 anni. Una ragazza di 15 anni che vive affidata a un’istituzione sociale in Bassa Austria, una 16enne ecuadoriana anch’essa della Bassa Austria, una 15enne e un rifugiato ceceno di 16 anni, che vivono entrambi a Vienna. Durante l’interrogatorio hanno addotto scuse poco plausibili per giustificare il loro gesto, divergenze di opinioni, spiega Thomas Keiblinger, portavoce della Polizia. Vittima e aggressori si conoscevano, ma avevano frequentazioni diverse. Di fatto chi non sottostà alla prepotenza e ai soprusi della 15enne della Bassa Austria, vero e proprio boss della gang, ne subisce le conseguenze.
Brutalità e video postati sui social
La 15enne capo del gruppo, Leonie, alcuni giorni prima, si era già resa protagonista di un altro atto di violenza ai danni di una 14enne. Anche questa aggressione è stata filmata e la polizia ha trovato il video nel cellulare della ragazza. Riprendere gli atti violenti, secondo la polizia, sembra essere parte di un macabro rituale della gang di teenager. Postare i video su Facebook, invece, rappresenterebbe un segnale di avvertimento per le altre coetanee.
Ancora incerte le cause dell’aggressione
Molte le ipotesi e le congetture fatte sull’episodio, che ha campeggiato su tutte le prime pagine dei quotidiani per giorni. Alcuni avrebbero insinuato che l’aggressione possa invece essere stata una sorta di iniziazione per entrare nella gang. Nell’ottica del rito iniziatico sembrerebbe più plausibile la totale mancanza di reazioni da parte della vittima, che non si ribella, resta ferma con le mani in tasca e subisce impassibile colpo su colpo. Ma ad oggi queste restano mere speculazioni.
Chi è la vittima?
La vittima di questa feroce aggressione si chiama Patricia, ha 15 anni, è di origini polacche, e vive a Vienna, a Meidling. Il padre adottivo l’ha soccorsa e accompagnata in ospedale. Dal racconto di Patricia emergerebbe che per aizzare contro di lei le altre ragazze e per spingerle a colpirla con più forza, Leonie, la boss della gang, le abbia lanciato l’accusa di aver tolto un hijab (il foulard usato dalle donne musulmane per coprire capelli e spalle, ma che lascia il volto scoperto) dal capo di un’altra ragazza musulmana. Particolare che non sembra aver trovato alcun riscontro. Infatti nessuna delle ragazze del gruppo indossava l’hijab.
Facebook e le polemiche per il video
Il video postato dalla teenager capo banda su Facebook è stato visto 4,5 milioni di volte, ha raggiunto 20.000 commenti ed è stato condiviso da oltre 40.000 persone. Accese le polemiche per l’iniziale rifiuto di Facebook di rimuovere il video, malgrado l’ingiunzione del giudice. Un rifiuto durato per giorni, perché, apparentemente non violava gli standard della community. Mentre gli esperti si chiedono se non siano state violate non solo l’immagine della vittima, ma anche gravemente la sua identità, paventando gli estremi di reati penali e la possibilità per la vittima di chiedere il pagamento di un indennizzo.
La condanna del Cancelliere Kern
Ferma la condanna del Cancelliere Federale Christian Kern, che ha espresso il suo profondo sconcerto per quel video pubblicato su Facebook. “Noi non possiamo accettare una simile minaccia alla nostra società -ha dichiarato Kern- Simili immagini e atti di violenza non sono ammissibili in Austria, non importa chi sia a compierli. I colpevoli devono essere puniti”.
Niente carcere per i colpevoli?
Tutti i colpevoli sono stati individuati e arrestati dalla polizia. Eppure per la gang di teenager difficilmente si apriranno le porte del carcere, sono tutti troppo giovani per finire dietro le sbarre. Al massimo saranno obbligati a trascorrere alcune ore assegnati ai servizi sociali. Tantissimi i commenti pubblicati su Facebook contro gli aggressori, alcuni anche molto violenti. Tanto che il 16enne ceceno ripreso nel video mentre picchia la vittima più volte in pieno volto, spaventato dal fatto che fossero stati postati il suo nome e il suo telefono su Facebook, ha deciso di recarsi in ospedale da Patricia con fiori e cioccolatini per porgerle le sue scuse.