La colla tiene Hofer sulla poltrona

Elezioni presidenziali austriache: la storia infinita. Democrazia messa a serio rischio dalla colla. Il ballottaggio slitta ancora. Non è uno scherzo, tutta colpa di una colla che non attacca. Dopo il pressappochismo e la faciloneria dimostrati da scrutatori e presidenti di seggio, i voti postali tornano a fare notizia, ad essere la pietra dello scandalo. Stavolta una colla difettosa, poco appiccicosa, è responsabile dello slittamento del ballottaggio che vede fronteggiarsi nuovamente Alexander Van der Bellen e Norbert Hofer. Lo scontro è stato posticipato di altri 2 mesi, non si disputerà più il 2 ottobre, bensì il 4 dicembre. Nell’occhio del ciclone, ancora una volta, i voti postali e le buste che li custodiranno, realizzate con una colla che non fa appieno il proprio dovere: non chiude ermeticamente per un difetto di manifattura. Insomma, non sigilla le buste preposte a contenere le preferenze dei cittadini che votano a distanza, avvalendosi del voto postale, invalidandolo.

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Così il ballottaggio per le presidenziali si tinge di toni farseschi. Tanto che il quotidiano conservatore Die Presse ha titolato: “Republik Banane”, ovvero “La Repubblica delle Banane”. Arrivando a invocare un intervento dell’OSCE e dell’ONU, in mancanza di una democrazia degna di questo nome, che non è in grado di organizzare neppure semplici elezioni. 

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Pessima prova. Le scuse non bastano

Si scusa pubblicamente il Ministro dell’Interno Wolfgang Sobotka (ÖVP). Pessima figura per l’Austria, per il governo guidato dal Cancelliere Christian Kern (SPÖ), per la classe politica nel suo insieme. Pensavamo di aver assistito al peggio quando emergevano i dettagli dell’insipienza e dell’approssimazione di chi aveva l’incarico di contare quei 700.000 voti arrivati per posta, scrutinati troppo presto, o senza la presenza di tutto il personale previsto per legge. Voti postali che tra l’altro Hofer vorrebbe abolire del tutto. Eppure questo inconveniente increscioso della colla che non attacca supera ogni limite, soprattutto nell’era della digitalizzazione. L’apparato amministrativo austriaco non ha mai brillato per velocità, efficienza e modernità, ma difficilmente si poteva immaginare che arrivasse a questo punto.

Tempi troppo lunghi per rimediare

Altrettanto imbarazzante il fatto che nessuno abbia controllato prima l’efficienza delle buste, realizzate da un fornitore privato, sul quale grava la responsabilità del disastro. E ancor più sconcertante è il fatto che servano due mesi per correre ai ripari e preparare buste idonee, che stavolta si chiudano bene, per davvero. Nel frattempo sarà avviata un’indagine sul difetto di manifattura delle buste. Le nuove buste, di tipologia semplice, come quelle usate nel 2008 e 2009, saranno prodotte invece dalla stamperia di stato, ormai privatizzata.

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Presidenza vacante da mesi

L’Austria è senza Presidente della Repubblica dallo scorso 8 luglio, da quando Heinz Fischer è giunto al termine del proprio mandato. Una vittoria sul filo di lana per il candidato dei Verdi, l’economista Alexander Van der Bellen, diviso da Norbert Hofer dell’ultradestra solamente da 31.000 voti. L’FPÖ prima concede la vittoria a Van der Bellen, salvo poi sporgere denuncia per irregolarità. Dopo interrogatori durati giorni, la Corte Costituzionale austriaca constata una diffusa sciatteria nello spoglio delle urne e decreta la ripetizione del ballottaggio.

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Occorrono giorni per conoscere la data designata. Infine l’epilogo surreale di ieri, con l’ulteriore slittamento, che sfiora vette da teatro dell’assurdo.

È anche una questione di soldi

Per questo imbarazzante inconveniente delle buste che non sigillano i voti postali invalidandoli, si è corso persino il rischio che si votasse a gennaio 2017. Oltre al danno d’immagine per l’Austria, lo slittamento della ripetizione del ballottaggio costerà oltre due milioni di euro. Il Ministro dell’Interno ha comunque assicurato che l’aggravio per i contribuenti sarà minimo, ma ancora non si sa quanto tutto ciò costerà alle autorità e alle municipalità. Inoltre non bisogna dimenticare lo spreco di danaro che deriva da una campagna elettorale che si sta dilatando a dismisura. Spostati anche i dibattiti televisivi, che erano stati messi in calendario in vista dell’imminente ballottaggio.

La legge non prevede slittamenti

La legge che regola l’elezione del Presidente della Repubblica non prevede slittamenti. Ecco perché, dopo l’anomalia di ripetere il ballottaggio, sancita dalla decisione della Corte Costituzionale, e dopo questo increscioso scandalo della colla, occorrerà provvedere a una modifica della legge. Una modifica costituzionale che renda di fatto possibile votare a così tanti mesi di distanza. Non si esclude che in tale sede si estenda anche la possibilità di votare ai giovani che abbiano compiuto 16 anni, per ora esclusi. Potrebbe essere anche aggiunto un giorno in più per poter votare. Il Parlamento affronterà questi temi nelle prossime ore.

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Cosa dicono i due candidati?

Norbert Hofer non ha mai smesso di fare campagna elettorale, avvantaggiato anche dal doppio ruolo di candidato alla Presidenza Federale per la destra radicale e di facente funzione di Presidente.

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Egli è infatti uno dei due vice presidenti del Consiglio Nazionale, al quale la Costituzione assegna l’interim della Presidenza della Repubblica. Hofer quindi non corre solo come candidato alle elezioni, ma svolge anche la funzione di Presidente Federale con i suoi due colleghi Doris Bures (Presidente) e Karlheinz Kopf (vice-presidente).

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Alexander Van der Bellen ha detto che si rimboccherà le maniche e si metterà al lavoro, sicuro di profondere lo stesso impegno che lo ha portato la volta precedente a conquistare la vittoria. Certo, non ha mancato di esprimere un certo fastidio per questo incidente inatteso. Non è mancato qualche commento ironico da parte del candidato di centrosinistra, che ha dichiarato che vi sia un risvolto piacevole nel battere gli Stati Uniti quanto alla durata della campagna elettorale e all’espletamento del voto delle presidenziali.

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