Vittoria per un soffio

L’entusiasmo è alle stelle tra i sostenitori di Alexander Van der Bellen. Si sono dati appuntamento per festeggiare in modo spontaneo al MuseumsQuartier, il cuore pulsante della cultura viennese, un polo museale dove coesistono capolavori del passato e arte contemporanea. La festa dopo una rimonta che ha il sapore del miracolo. Alexander Van der Bellen ce l’ha fatta, è il Presidente della Repubblica austriaca. Una vittoria sul filo di lana: 50,3 a 49,7. Il candidato ecologista vince per una manciata di voti, appena 31.000. Determinanti le preferenze degli elettori giunte per posta. Un testa a testa che ha tenuto tutto il Paese con il fiato sospeso per 24 ore. Tanto c’è voluto per conoscere il risultato delle elezioni. Tanto ha richiesto lo spoglio di quei 885.437 voti, pari al 14%, che hanno fatto la differenza. Secondo il Ministero dell’Interno di questi voti, dopo scorpori e esclusione di schede nulle, ne sono rimasti validi 746.710. Il 61,7 è andato a Van der Bellen, il 38,3 a Hofer. L’acclamazione il lunedì pomeriggio.

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Come si è avuta la certezza di quel risultato è iniziata la festa, quella che non si era potuta celebrare la sera prima. In anticipo sull’ufficializzazione del verdetto delle urne da parte del Ministero dell’Interno, Norbert Hofer, il candidato dell’FPÖ, che fino al mattino sembrava essere in vantaggio, si congratula con l’avversario e gli rende il merito della vittoria. 

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Una resa delle armi 2.0 per Hofer, avvenuta via Facebook, con un post nel quale si diceva triste per la sconfitta, ma determinato ad andare avanti per riportare alla prossima sfida elettorale l’FPÖ ancora più avanti, verso il successo, verso nuove vittorie. E di soddisfazione per il Partito della Libertà ce n’é comunque tanta, perché raggiungere il 49,7% delle preferenze anche solo pochi mesi fa sarebbe sembrato a dir poco impensabile.

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Cosa ci racconta il voto degli austriaci?

Straordinaria l’affluenza alle urne, che ha toccato un livello record: 72,75%. Dei 6.382.507 aventi diritto, sono andati a votare in 4.477.942.

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Hanno votato per Van der Bellen, il professore prestato alla politica, ex veterano dei Verdi che però si presentava come indipendente, anch’egli figlio di rifugiati scappati dall’Estonia nel 1940 al tempo dell’invasione sovietica, 2.254.484. Mentre 2.223.458 hanno dato la propria preferenza a Norbert Hofer.

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Ma cosa ci racconta del popolo austriaco questo voto? Chi ha votato per Van der Bellen lo ha fatto perché alla fine ha ritenuto che fosse l’uomo che meglio potesse rappresentare l’Austria e al tempo stesso potesse salvaguardare le istituzioni. Inoltre l’affluenza record ha indubbiamente premiato il candidato ecologista. Tra gli elettori di sinistra e centro sinistra c’è stata una sorta di mobilitazione per salvare il Paese da quello che hanno ritenuto il pericolo di una svolta autoritaria.

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Chi ha votato per Hofer lo ha fatto prima di tutto perché si è sentito capito, ha avvertito la sensazione che dall’altra parte ci fosse qualcuno in grado di interpretare i propri umori, le proprie paure, di dare risposte ai propri problemi. Il candidato dell’FPÖ è stato visto come un uomo vicino alla gente, un uomo comune, una figura anti-establishment. Inoltre hanno giocato a suo favore il bell’aspetto, il dinamismo della sua giovane età, la sua capacità di essere simpatetico con gli elettori. In ogni caso i 4/5 degli elettori che poi si sono recati alle urne, ovvero più dell’80%, aveva già deciso per chi votare dopo il primo turno, ovvero dopo il 24 aprile.

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Un’Austria tutta blu attraversata da una linea verde

A guardare la cartina geografica dopo il voto, si vede un’Austria tutta blu. Il colpo d’occhio fa quasi impressione. Eppure quelle aree blu, corrispondono alle zone rurali del Paese, scarsamente popolate.

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Le aree urbane, invece, sono tutte verdi. Una linea verde che attraversa da ovest a est l’Austria e che fa proprie tutte le grandi città: da Bregenz a Innsbruck, da Salzburg a Linz, da Graz a Klagenfurt, da St. Pölten a Vienna. Tutte aree con un’alta densità di popolazione. Nella capitale il candidato ecologista vince in tutti i distretti, ad Hofer va solo quello di Simmering, nella periferia sud-est, un quartiere difficile, con un alto tasso d’immigrazione. Gli stati federali andati a Van der Bellen sono Vienna, Voralberg, Tyrol e Oberösterreich. A Hofer invece Burgenland, Kärnten, Steiermark (Stiria), Niederösterreich, Salzburg (Salisburghese).

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Impressioni tra la folla festante pro Van der Bellen

“Siamo stati con il fiato sospeso fino all’ultimo! Ho pregato tanto e alla fine le mie preghiere sono state esaudite, Van der Bellen ha vinto! E naturalmente sono felicissima” mi dice con entusiasmo incontenibile Diana “Van der Bellen è a favore dell’Unione europea, lavorerà per creare un clima di unità. Essere parte dell’Ue per l’Austria rappresenta un fattore positivo e può aiutare a migliorarci anche grazie al confronto con gli altri Stati membri. Dal confronto costruttivo non può che esserci vantaggio per tutti”.

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“Eravamo sicuri che ci sarebbe stato un testa a testa, e così è stato -mi racconta Mario, attivista dei Verdi- L’FPÖ al contrario vorrebbe che fossimo una nazione chiusa, isolata, fuori dall’Unione europea, vorrebbe riportarci indietro anni luce. La loro posizione è anacronistica, non è in linea con il mondo contemporaneo nel quale viviamo”. Riguardo alla strategia del candidato ecologista Mario ha la sua idea: “Van der Bellen ha basato la sua campagna su un clima disteso, ha fatto in modo di annullare la paura, di diffondere armonia e sconfiggere ogni irrazionale timore, e questo alla fine è stato vincente”.

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Al MuseumsQuartier c’è una folla festante, tantissimi giovani, ridono, parlano tra loro, alcuni hanno in mano bandiere arcobaleno, altri sventolano i cartelli pro-Van der Bellen. “Certo che sono contenta! -mi dice una volontaria della campagna elettorale di Van der Bellen- Noi di Vienna siamo abituati a convivere in un ambiente multiculturale, ad avere rapporti con persone di tutte le nazionalità. Invece nelle aree montane o di campagna esiste diffidenza, paura del diverso. Personalmente trovo preoccupante il Partito della Libertà che è contro tutto: anti-immigrati, anti-rifugiati, anti-richiedenti asilo”.

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“Hofer e l’FPÖ sono xenofobi, contro le donne, contro gli immigrati -racconta Marion- Dicono di essere dalla parte del popolo, ma a loro del popolo non importa niente e fa male vedere come tanta povera gente creda che se andranno al potere tutti i loro problemi improvvisamente si risolveranno. Van der Bellen costruirà ponti al posto delle barriere e noi siamo sicuri che sarà un buon Presidente, di tutti gli austriaci”.

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