Più scolarizzati e preparati, meglio degli austriaci rimasti fuori dal mondo del lavoro. Questo è il ritratto dei rifugiati delineato dal rapporto dell’AMS (Arbeitsmarktservice), il Servizio Pubblico per l’Impiego austriaco.
Uno studio che ha avuto per oggetto 900 richiedenti asilo, condotto tra agosto e dicembre 2015. I risultati dell’indagine sono stati presentati dal Servizio Pubblico per l’Impiego e dal Ministero delle Politiche Sociali. Dai dati emerge che i rifugiati provenienti da Siria e Iran hanno un livello di educazione e qualificazione professionale più competitivo rispetto agli austriaci in cerca di occupazione. I rifugiati siriani e iraniani sono per la maggior parte laureati, o hanno almeno ottenuto il diploma di scuola superiore. Tendono ad essere generalmente meno qualificati i rifugiati provenienti dall’Afghanistan.
In media le donne battono gli uomini quanto a preparazione e livello di istruzione, ma la differenza la fanno sempre i paesi d’origine.
Attorno al 90% dei rifugiati da Siria e Iran che hanno preso parte alla verifica della competenza professionale hanno completato pratica o apprendistato e frequentato università, o corsi professionali dopo aver terminato le superiori. Circa il 40% dei rifugiati arrivati da Iran e Iraq ha un diploma universitario.
Meno rosea la situazione per i rifugiati afghani: tra essi solo un terzo ha completato la scuola dell’obbligo, mentre un terzo non ha mai ricevuto alcun tipo di istruzione.
Anche sul fronte della professionalità i rifugiati provenienti dall’Afghanistan presentano forti carenze. Anni di guerra hanno lasciato tracce indelebili, impedendo la necessaria esperienza lavorativa e un’adeguata preparazione. Nessuno di loro potrà essere in alcun modo utilizzato per posizioni analoghe qui in Austria. La facilità con cui si può trovare lavoro in Austria aumenta proporzionalmente al grado d’istruzione e alla conoscenza della lingua tedesca.
Molti dei rifugiati non conoscono il tedesco e non hanno una rete di conoscenze che possa favorire la ricerca di un impiego. Tanti di loro hanno anche vissuto esperienze traumatiche.
Nel 2015 circa 17.300 richiedenti asilo erano in cerca di un lavoro. Secondo il Ministero delle Politiche Sociali questo numero è destinato a crescere nel corso di quest’anno, arrivando a 30.000. La vera sfida nei mesi a venire sarà proprio far in modo che i rifugiati possano integrarsi nel più breve tempo possibile, riuscendo a farli assorbire dal mercato del lavoro. Secondo il Ministro Hundstorfer è infatti importante che non vengano emarginati e confinati al lavoro nero, ma è invece auspicabile che versino prima possibile i contributi e partecipino attivamente al sistema del welfare austriaco.
In Austria è molto acceso il dibattito sul dare o meno ai richiedenti asilo gli stessi trattamenti e benefici sociali dei quali godono i disoccupati austriaci. E il numero sempre crescente di rifugiati che presentano richiesta di asilo non fa che aggravare la situazione. Nel 2015 l’Austria ha registrato 90.000 richieste di asilo, con un aumento di più del 200% rispetto ai 28.000 del 2014 e agli 11.000 del 2010. Tra questi, 25.202 provengono dall’Afghanistan; 25.064 dalla Siria; 13.258 dall’Iraq, secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno.