Il 4/4/2014 la sua richiesta di asilo ottiene esito positivo dal tribunale austriaco. Così il numero 4 diventa per Ammar un numero magico, quello di una nuova vita. La storia di Ammar è un raggio di speranza nel dramma di un popolo in fuga.
È arrivato dalla Siria un anno e 8 mesi fa. Il suo sogno: venire in Europa, fare un master e ricominciare a vivere.
Tra 2 mesi la sua pratica sarà chiusa. Intanto Ammar sta imparando il tedesco. A Deir Ezur, la città siriana da dove è fuggito, lavorava nel mondo della tv e del cinema, come aiuto regista. Nato a Damasco, 33 anni fa, ha studiato comunicazione all’università.
Ciò che rende speciale Ammar, non è solo che sia scampato alla morte seminata dall’ISIS in Siria e che poi sia stato fortunato a ottenere l’asilo in tempi record. A renderlo unico c’è che Ammar, anch’egli rifugiato, lavori oggi con una ONG come volontario, per distribuire aiuti a migliaia di rifugiati, per lo più siriani come lui.
Il viaggio di Ammar fino in Austria è stato lunghissimo: “Per tratti estenuanti ho camminato. A volte sono salito su qualche bus –racconta Ammar- Sono partito da solo, per me non c’era futuro in Siria, niente lavoro, soldi, nessuna prospettiva”. Sua madre e suo padre sono divorziati. Il papà vive in Siria. La mamma vive e lavora in Kuwait, ma lui non può andarci perché non gli concedono il visto.
Dalla Siria al Libano Ammar ci è arrivato in taxi. Qui ha trascorso 7 giorni, poi è volato a Istanbul.
Prima di attraversare il confine tra Turchia e Grecia Ammar ha camminato per ore. Poi ha fatto un tratto a bordo di un gommone gonfiabile. E ancora a piedi e in pullman. La prima volta la polizia greca lo ha intercettato e rispedito in Turchia. La seconda volta Ammar è riuscito finalmente a entrare in Grecia.
I trafficanti di uomini non li ha mai visti in volto. C’è chi ha fatto da intermediario, consentendogli di superare tutte le frontiere, evitando i controlli. 2.500 euro dei 3.000 che la madre gli ha dato, tanto gli è costato quel viaggio a bordo di canotti gonfiabili e pullman che gli ha permesso di entrare in Grecia. In media quel viaggio costa 1.500 euro. Il dazio che Ammar ha pagato è stato salatissimo, in questo non è stato fortunato. I suoi però sono stati solo 2 tentativi. Altri rifugiati siriani hanno tentato a vuoto quel tragitto 20, persino 30 volte.
La polizia greca compie retate e spesso rispedisce in Turchia molti migranti. Talvolta gli intermediari scappano con i soldi senza dare in cambio l’assistenza promessa, talvolta sono i trafficanti stessi a sparire con il denaro.
Dalla Grecia Ammar è arrivato direttamente in Austria, a bordo di un camion. Gli è costato 4.000 euro. C’era aria, ma non poteva vedere nulla. Poche fermate, solo nel cuore della notte. Un viaggio costosissimo e pericoloso, che sarebbe anche potuto finire tragicamente, come per i 71 migranti trovati asfissiati in un tir, lungo l’autostrada austriaca tra Neusiedl e Parndorf. Se Ammar sarà ancora protetto dalla sua buona stella, potrebbe forse anche riprendere a fare il suo lavoro di aiuto regista a Vienna. Inshallah