Vienna e Dubai, vita al top

Qualità della vita al top? Vienna e Dubai sono la risposta. Ma cosa accomuna due città così diverse? Entrambe dominano da molti anni, con posizioni non comparabili, la classifica delle città più vivibili del mondo redatta dalla società di consulenza americana Mercer. Una graduatoria che considera 231 tra le principali città del pianeta.

Vienna, con il suo primo posto, trionfa a livello mondiale per il decimo anno consecutivo. Dubai, invece, si conferma per sette anni di fila prima delle città del Medio Oriente.

La loro capacità di offrire un ambiente ospitale, confortevole, sicuro e stabile a chi le abita, le fa primeggiare e le rende attrattive come destinazione per gli espatriati. I parametri tenuti in considerazione da Mercer per stilare la classifica sono 39, raggruppati in 10 categorie e tiene conto dei sondaggi fatti tra gli expat di tutto il mondo. Si spazia dal contesto politico, sociale ed economico, ai servizi pubblici, sanitari, educativi e trasporti. Sono inclusi anche mercato immobiliare, intrattenimento, prezzi dei beni di consumo, ambiente e verde urbano. Scopriamo insieme la top ten, cosa renda unica Vienna, le particolarità di Dubai, come si siano piazzate le città italiane e molte altre curiositàContinua a leggere



Vienna top per qualità della vita

Vienna, città al top per qualità della vita. Per l’ottava volta consecutiva la capitale austriaca sbaraglia le concorrenti mondiali e si aggiudica il primo posto per vivibilità nella classifica redatta da Mercer. Londra, Parigi, Tokyo e New York non riescono a rientrare tra le prime 30. Ancora una volta, invece, è la capitale irachena Baghdad a risultare la peggiore città nella quale vivere, delle 231 prese in considerazione nel mondo. Nella ricerca Quality of Living 2017 di Mercer, la società di consulenza statunitense che aiuta governi e aziende a valutare investimenti e a definire compensi, indennità, diarie per il proprio personale internazionale, intervengono vari parametri, 39 per l’esattezza. Tra i fattori determinanti vi sono: la stabilità politica, il sistema sanitario e quello educativo, la criminalità, le infrastrutture, i mezzi di comunicazione, i trasporti e il divertimento. Entrano inoltre in gioco il tasso di smog, la qualità dell’acqua potabile, la fornitura di energia elettrica, i servizi. Con il suo milione e ottocentomila abitanti che possono godere dei suoi musei, della sua offerta culturale e musicale, dei suoi bar e storici café, dei suoi teatri, Vienna ha fatto terra bruciata delle altre concorrenti.

 

Un piccolo gioiello il suo centro storico, l’Innere Stadt, patrimonio dell’umanità protetto dall’UNESCO. Ottima la sua rete di trasporti pubblici urbani, che rappresenta un benefit straordinario per residenti e turisti. Ha vinto la sicurezza, che rende Vienna più che mai vivibile e godibile anche fino a tarda notte. Il suo basso tasso di criminalità la rende una meta gettonata da anni. Inoltre il mercato degli affitti è accessibile, risultando molto più basso rispetto a quello di altre città. Un vero vantaggio per chi voglia trasferire il proprio staff.

 

Molte poi le opportunità per divertirsi, soprattutto per i più giovani, con locali, night club, concerti. Unico neo il clima, che mai come quest’anno è stato inclemente, con uno degli inverni più rigidi e gelidi degli ultimi trent’anni. Subito dopo Vienna si sono piazzate Zurigo, Auckland, Monaco e Vancouver. Svizzera e Germania dimostrano di non avere nulla da invidiare alle località oltreoceano, dando la prova tangibile che la vecchia Europa resta ancora il miglior posto dove vivere, almeno qualitativamente parlando. Singapore è invece la prima città asiatica della top 30, con il suo 25esimo posto. Nuova Zelanda e Canada surclassano gli Stati Uniti. Solo 28esima San Francisco, che però è la migliore delle città americane in classifica. Tra le africane spicca la sudafricana Durban, all’87esima posizione. Damasco dilaniata dalla guerra civile che infiamma la Siria dal marzo 2011, resta 224esima. Gli ultimi posti, appena sopra il fanalino di coda rappresentato da Baghdad, sono della yemenita Sanaa, di Bangui (Repubblica di Centro Africa), della capitale di Haiti Port-au-Prince, della sudanese Khartoum, di N’Djamena, capitale e città più grande del Ciad.  Continua a leggere



Al top nel business con l’italiano

L’italiano può anche servire a fare impresa e far crescere il business? A Vienna, presso la Facoltà di Economia, si è concluso il progetto Export Lab, un corso di lingua italiana rivolto a studenti di economia, che oltre all’apprendimento linguistico ha dato modo di misurarsi in anticipo con il mondo del lavoro. Questo progetto, attraverso una formula di reverse mentoring, permette all’imprenditore che vi partecipa di confrontarsi con le sfide legate all’internazionalizzazione, senza però vedere messa in discussione la sua leadership. Una sinergia tra giovani universitari e mondo imprenditoriale che crea un ponte tra le due realtà, facendo crescere e migliorare sia i ragazzi, sia le aziende. Con Export Lab emerge uno spaccato del sistema produttivo italiano, che spesso non è in grado di cogliere le opportunità offerte dall’internazionalizzazione per la sua scarsa capacità nell’uso delle nuove tecnologie e la bassa propensione all’innovazione. Forse potremo stupirci, ma sono molti i giovani che in Austria mostrano interesse nell’apprendere la lingua italiana, con l’idea di ampliare le prospettive di un futuro inserimento nel mondo del lavoro.

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Attraverso questo corso, durato un semestre, i ragazzi hanno messo alla prova non solo le proprie conoscenze linguistiche, ma anche le basi teoriche dei propri studi economici, cimentandosi a livello pratico in una serie di iniziative sviluppate assieme ad aziende vere. Le ditte coinvolte hanno compiuto un notevole balzo in avanti, aggiornandosi, perché non basta solo avere prodotti di qualità per essere pronti all’internazionalizzazione. Limitate competenze linguistiche, scarsa conoscenza di internet come strumento di promozione e commercializzazione, un debole uso di email e Skype, hanno indubbiamente un effetto negativo nel momento in cui ci si voglia aprire al mercato estero. Export Lab ha dato vita a un proficuo gemellaggio tra università e impresa, reso possibile dalla collaborazione tra la WU di Vienna (Wirtschafts Universität Wien) e l’ICE (Agenzia per il Commercio Estero). Una sorta di joint venture tra universitari e quattro aziende italiane, pronte ad espandere la propria attività all’estero, ma in attesa di innovarsi e di avere in mano un vero studio di fattibilità e una strategia ben concepita per procedere allo sbarco in Austria.  Continua a leggere



Vienna: qualità della vita al top, ma cosa pensa chi ci vive?

Vienna è al primo posto per miglior qualità della vita, per il secondo anno consecutivo nella classifica stilata dalla società di consulenza globale Mercer, che prende in considerazione 230 realtà a livello mondiale. Sul podio, oltre alla capitale austriaca si affermano Zurigo e Auckland. Nulla da fare per le città italiane. La prima a comparire nella classifica è Milano, che si piazza solo al 41° posto, superando comunque Roma, che scivola di una posizione rispetto al 2015 attestandosi al 53° posto.

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L’indagine “Quality of Life” di Mercer focalizza l’attenzione su una serie di parametri necessari a determinare le retribuzioni dei dipendenti di multinazionali e aziende destinati a incarichi internazionali. Tra i fattori analizzati: la situazione politico-sociale, ovvero stabilità politica, il tasso di criminalità, l’impianto legislativo; la situazione economica; la situazione socio-culturale, ossia l’accessibilità dell’informazione, la censura, le limitazioni alla libertà personale; la realtà medico-sanitaria; il sistema educativo e scolastico; i servizi e i mezzi pubblici; l’offerta ricreativa; l’offerta commerciale; il sistema abitativo; natura e ambiente. Ma sarà davvero così? Vienna è realmente il luogo con la migliore qualità della vita?  Continua a leggere