Migranti: svolta australiana a Vienna?

I rifugiati continuano a essere al centro del dibattito politico in Austria, soprattutto dopo il terremoto elettorale delle presidenziali. La proposta del Ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz (ÖVP) di adottare in Europa il modello australiano in materia di migranti, è arrivata come una doccia fredda sul governo del Cancelliere Christian Kern. L’armonia che aveva apparentemente contraddistinto le fasi iniziali del nuovo esecutivo hanno lasciato il posto alle solite schermaglie tra rossi e neri, tra socialdemocratici e popolari. Un déjà vu che ha stancato gli elettori austriaci. Sebastian Kurz vorrebbe che i migranti giunti illegalmente in Europa venissero tutti deportati a Lesbo, impedendo loro l’accesso all’Europa continentale, trattenendo così i rifugiati nell’enorme centro di accoglienza-prigione nel quale si trasformerebbe l’isola greca. 

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Insomma il Ministro degli Esteri Kurz auspicherebbe per l’Austria e per l’Europa una soluzione che argini l’afflusso dei migranti, in tutto simile a quella messa in atto in Australia, compresa la politica sui richiedenti asilo.

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Siria: volevano che uccidessi, così sono fuggito

La testimonianza di Mehyar Sawas, 25enne di Damasco, svela uno scenario spaventoso della Siria. Lui è scappato perché non voleva uccidere. Un paese, la Siria, dilaniato da una guerra civile, da una diffusa cultura del sospetto che porta a essere arrestati e incarcerati anche solo per aver manifestato il proprio libero pensiero. Talvolta di coloro che vengono arrestati si perdono per sempre le tracce. Secondo Mehyar sono tante le persone sparite, in un gorgo di torture, violenza e morte. La stessa sorte stava per toccare sia a lui, sia a sua sorella.

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In un clima di guerra aperta, il governo obbliga al richiamo del servizio di leva. Moltissimi giovani, studenti universitari come Mehyar, hanno deciso di abbandonare per sempre il proprio paese straziati dal dilemma se uccidere, o meno altri uomini.  Continua a leggere