Vienna: Olafur Eliasson ridisegna il barocco

Il Palazzo d’Inverno, residenza del principe Eugenio di Savoia nel centro di Vienna, un capolavoro di architettura barocca, costruito tra il 1697 e il 1724, ospita la splendida mostra dell’artista danese-islandese Olafur Eliasson, dal titolo Baroque Baroque. Una serie di opere su larga scala di Eliasson, che appartengono alle collezioni private della Thyssen-Bornemisza Art Contemporary (TBA21) e Juan e Patricia Vergez, sono state proposte all’interno dei saloni barocchi del Palazzo d’Inverno, che hanno così acquistato nuovi significati spaziali.

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Lo spazio e la sua percezione giocano sempre un ruolo fondamentale nell’arte di Eliasson, una delle personalità artistiche di maggior rilievo nel panorama mondiale. Qui a Vienna lo spazio viene rimodulato e trasformato dall’artista con una serie di giochi illusori creati attraverso l’uso di luci, lenti, specchi, che lo plasmano utilizzando proprio gli elementi tipici del barocco, ovvero le illusioni prospettiche. L’esterno e l’interno, e il loro modo di entrare in relazione e comunicare, l’inserimento di una terza dimensione che consente di vedersi dentro gli ambienti nei quali ci si muove, sono i tratti distintivi del modo in cui Olafur Eliasson riscrive il barocco in questa mostra.  Continua a leggere



I colori delle emozioni, Martino Zanetti in mostra a Vienna

Emozioni tradotte in colori, questa è l’arte di Martino Zanetti. I suoi dipinti sono un trionfo cromatico, che spazia da gamme sgargianti, dotate di potenza straordinaria, a tonalità più delicate. C’è poesia, sulle tele di Zanetti, grumi densi di sentimenti, pennellate ardenti di passione, mille sfumature impalpabili. C’è la felicità, espressa attraverso i colori.

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Marino Zanetti trascorre la sua vita tra Treviso e Vienna, città alla quale è molto legato, per affinità elettive e non solo per ragioni connesse alla sua attività industriale. E proprio a Vienna, è in corso una mostra, “Colours“, che è una summa del suo fare artistico ed è ancora visitabile fino al 17 febbraio. L’allestimento molto riuscito ed efficace è nella sede dell’Ambasciata Italiana. Continua a leggere



Siria: volevano che uccidessi, così sono fuggito

La testimonianza di Mehyar Sawas, 25enne di Damasco, svela uno scenario spaventoso della Siria. Lui è scappato perché non voleva uccidere. Un paese, la Siria, dilaniato da una guerra civile, da una diffusa cultura del sospetto che porta a essere arrestati e incarcerati anche solo per aver manifestato il proprio libero pensiero. Talvolta di coloro che vengono arrestati si perdono per sempre le tracce. Secondo Mehyar sono tante le persone sparite, in un gorgo di torture, violenza e morte. La stessa sorte stava per toccare sia a lui, sia a sua sorella.

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In un clima di guerra aperta, il governo obbliga al richiamo del servizio di leva. Moltissimi giovani, studenti universitari come Mehyar, hanno deciso di abbandonare per sempre il proprio paese straziati dal dilemma se uccidere, o meno altri uomini.  Continua a leggere