Roma e Vienna unite dal petrolio

Affare da 3,3 miliardi di dollari per l’Eni negli Emirati Arabi Uniti. Un accordo storico che lega economicamente ancor di più l’Italia e Abu Dhabi. È il più importante contratto mai siglato da un investitore straniero nell’ambito della raffinazione del petrolio. Protagonisti, ADNOC, la compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi, ed il colosso italiano dell’energia, che ha da poco acquisito il 20% del quarto complesso di raffinazione al mondo, con una produzione di 922.000 barili al giorno, per un valore complessivo di 19,3 miliardi di dollari.

Un accordo che incrementerà del 35% la capacità di raffinazione di Eni e stabilirà a breve anche una joint venture, tra Roma e l’Emirato, nella commercializzazione di prodotti petroliferi destinati a compratori internazionali. L’obiettivo per gli emiratini è raggiungere nuovi mercati e, al tempo stesso, non limitarsi ad essere un semplice produttore di idrocarburi, ma diventare un player integrato dell’energia, avvalendosi per questo della partnership e dell’expertise italiana in materia di raffinazione e tecnologia low carbon. Un modo per far fronte ad un mercato sempre più volatile e accostarsi a nuove piazze, come quella europea. Non concentrarsi solo sull’estrazione, ma produrre e commercializzare derivati del petrolio. Scopriamo insieme altri particolari dell’accordo e come si stiano muovendo le imprese italiane nell’area del GolfoContinua a leggere



Droni, Dubai aiuta Londra

SOS sicurezza in volo. Londra chiede aiuto a Dubai per risolvere il problema del controllo dei droni nei propri spazi aerei. Dopo il caos nei cieli londinesi, con gli aeroporti di Gatwick e Heathrow tenuti sotto scacco nel periodo natalizio dalla minaccia dei droni, la capitale inglese si rivolge all’emirato in cerca di soluzioni efficaci.

Ad oggi Dubai è la città con il know how più avanzato nella gestione e regolamentazione dei droni. Una capacità conquistata a caro prezzo, dopo aver sperimentato nel 2015 la chiusura del proprio aeroporto, il terzo al mondo per numero di passeggeri, per un allarme causato da un drone. Quella dell’emirato fu tra le più lunghe e devastanti paralisi del traffico aereo verificatesi su scala planetaria, costata attorno al milione di dollari al minuto (3,6 milioni di AED).

Una dura lezione che è servita a sviluppare un’expertise e a formulare una strategia vincente, ponendo argini all’uso indiscriminato dei velivoli radiocomandati attraverso regole severe e l’applicazione di pene detentive e multe salatissime ai trasgressori. Scopriamo cosa preveda la legislazione emiratina, quale scambio sia finora avvenuto tra Londra e Dubai e quanto pericolosi possano essere i droniContinua a leggere