Sulla gita segreta di George Michael a Vienna sarebbero emersi alcuni nuovi particolari che ne spiegherebbero il motivo. Dietro al viaggio nella capitale austriaca non ci sarebbe alcun mistero legato alla sua prematura scomparsa il giorno di Natale, ma questioni relative alla salute del padre del suo compagno Fadi Fawaz. La star sarebbe giunta in Austria da Londra con un jet privato i primi di novembre, poche settimane prima della sua morte, e avrebbe poi utilizzato un servizio di vip Limousine. Ad accompagnarlo anche Fadi Fawaz e il padre di quest’ultimo. Secondo il quotidiano Österreich, ripreso anche da altri media locali, George Michael avrebbe raccomandato al padre del compagno il team di medici dell’AKH, il policlinico universitario e il principale ospedale di Vienna, i dottori che nel 2011 salvarono il cantante, colpito da una gravissima polmonite. I tre avrebbero avuto un appuntamento per una visita medica propedeutica a un’operazione chirurgica. Come avrebbe confermato una fonte del mondo dello spettacolo che ha preferito rimanere anonima, George Michael avrebbe raccomandato il pool di medici dell’AKH guidato dal Prof. Christoph Zielinski, pneumologo e primario del reparto di oncologia, al padre del compagno, che sembra avesse un problema di salute. Quindi non vi sarebbe un nesso con le condizioni di salute della popstar, bensì con quelle del padre del compagno. Insomma, si sarebbe trattato di un viaggio fatto per amore e per prendersi cura di un persona cara. Il soggiorno di George Michael a Vienna sarebbe avvenuto proprio nei giorni immediatamente precedenti al concerto di Justin Bieber, che si è svolto l’8 novembre scorso. In ogni caso la presenza a Vienna di George Michael sarebbe passata del tutto inosservata. Difficile riconoscere il cantante, fortemente appesantito, dopo aver raggiunto un peso di oltre 100 chili.
Il Prof. Christoph Zielinski e il suo collega Dr. Thomas Staudinger da me contattati, hanno preferito non rilasciare alcuna dichiarazione sul rapporto che li legava al cantante. Ma il legame, che travalica quello semplice di medico e paziente, si percepisce chiaramente dal post pubblicato su Twitter dal Prof. Zielinski lo scorso 25 dicembre: “Addolorati per l’improvvisa morte di George Michael, io e il team di medici dell’ospedale AKH vogliamo esprimere profonda solidarietà alla famiglia e agli amici”. Parole commosse, che denotano vicinanza e affetto. Infatti al Prof. Zielinski e al suo staff l’ex Wham! aveva manifestato più volte la propria gratitudine per averlo curato con prontezza ed efficacia, praticandogli una tracheotomia d’urgenza nel 2011, quando una forma grave di polmonite lo aveva costretto a interrompere il tour e gli aveva imposto il ricovero immediato. “Hanno salvato la mia vita”, aveva detto ripetutamente George Michael, che nutriva nei loro confronti stima e fiducia incondizionate. Continua a leggere