L’Austria è verde

La vittoria stavolta è netta. Il nuovo Presidente federale austriaco è Alexander Van der Bellen, spalleggiato dai Grünen (Verdi). Così l’Austria si ritrova verde, in una fredda domenica d’inverno. Ammette subito la sconfitta Norbert Hofer, il candidato ultranazionalista. Il margine percentuale non lascia spazio a dubbi: 53,8% per Van der Bellen, 46,2% per Hofer, considerando nel computo anche i voti postali. Sovvertiti tutti i pronostici, anche quelli dei bookmaker, che davano sicura la vittoria del candidato dell’FPÖ. Nessuna contestazione sarà possibile. Stavolta era presente anche una piccola delegazione dell’OSCE per sovrintendere allo spoglio delle schede. I voti postali non potranno sovvertire il risultato, che appare in tutta la sua cristallina limpidezza, anzi lo consolideranno. Un plebiscito il voto viennese: 65% al candidato ecologista e 35% al candidato ultranazionalista. “Voglio un’Austria europeista -ha detto il Presidente eletto Van der Bellen- Impegnata per i vecchi valori di libertà, uguaglianza e solidarietà”. E con lui alla Hoffburg certamente lo spettro di elezioni anticipate scompare e il governo del Cancelliere Kern riacquista davanti a sé un orizzonte temporale più ampio, che può consentirgli di arrivare alla fine della legislatura, nel 2018.  “Vorrei che alla fine dei miei sei anni di mandato la gente, incontrandomi per strada, possa dire lei è il nostro Presidente, non il Presidente, ma il Presidente di tutti gli austriaci”, le prime parole di Van der Bellen ricalcano i toni ecumenici e concilianti usati per tutta la campagna elettorale, diventata molto dura nelle sue fasi finali, per i ripetuti attacchi di Hofer, sferrati soprattutto negli ultimi duelli televisivi.

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Un’aggressività, quella del candidato dell’FPÖ, che tradiva un certo nervosismo, forse la sensazione di vedere eroso quel vantaggio di cui era accreditato. Ha sempre avuto un atteggiamento presidenziale Van der Bellen, mostrandosi sicuro di agguantare la vittoria per la seconda volta: “L’ho già battuto, posso riuscirci di nuovo” aveva detto più volte, correndo il rischio di sembrare persino un po’ presuntuoso. Eppure la certezza di questi numeri, fino all’ultimo, non l’aveva neppure lui. È stata la vittoria della ragione, sulla paura e la rabbiaContinua a leggere



Effetto Trump e Facebook

Le elezioni in Austria sono cruciali, non solo per l’Ue. Le prime dopo l’effetto Trump, che ha spazzato via il politically correct, sdoganando aggressività, estremismo, retorica populista. Le prime nell’era di Facebook e del dilagare delle fake news. L’Austria potrebbe avere il primo Presidente Federale espressione della destra radicale dal 1945 ad oggi e potrebbe aprire le porte a un’inarrestabile avanzata di movimenti populisti, nazionalisti, anti-migranti, anti-casta, nel resto dell’Unione europea, a partire da FranciaItalia. Sarà difficile bollare come caso isolato la quasi certa vittoria di Norbert Hofer al ballottaggio di domenica. Sarà difficile isolare e ostracizzare l’Austria, uno dei Paesi membri dell’Ue più ricchi, geograficamente e politicamente parte del cuore pulsante del vecchio continente. Potrà, il candidato dell’FPÖ giovarsi dell’effetto Trump? “Da un lato Hofer potrebbe trarre profitto dalla vittoria di Trump e dalla Brexit, ma dall’altro, proprio per gli scenari di globale instabilità che si dischiuderebbero, potrebbe anche esserne svantaggiato” mi spiega la Prof. Sieglinde Rosenberger, del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Vienna.

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Esiste però un altro fenomeno, la retorica populista da social media, che forse anche in Austria, come già negli Stati Uniti, sta prendendo sempre più piede. “C’è un sentimento in forte crescita che incita all’idea del sì, possiamo farcela! Possiamo avere i voti necessari per cambiare le cose -sottolinea la Prof. Rosenberger– E questa retorica potrebbe far perdere terreno a Van der Bellen, facendo propendere l’ago della bilancia a favore di Hofer”.  Continua a leggere



Elezioni, cosa votano le celeb?

In Austria, in perfetto stile americano, le celeb dichiarano pubblicamente con quale dei due candidati alle presidenziali si schierano, se Norbert HoferAlexander Van der Bellen. Ecco per chi voteranno alcuni nomi tra quelli più conosciuti anche in Italia. L’icona, o di certo il personaggio austriaco più conosciuto all’estero è Conchita Wurst, la Drag Queen barbuta, assurta agli onori della cronaca planetaria dopo aver vinto l’Eurovision Song Contest 2014, grazie alla sua straordinaria voce, ma anche a un look “peloso” che ha stregato pubblico e giuria. Una vera celeb, la Wurst, visto che la statua di cera che la ritrae al Museo Madame Tussauds di Vienna, è stata prestata alla sede di Berlino per due mesi, per la cifra di 200.000 euro. Conchita, al secolo Thomas Neuwirth, classe 1988, si è detta a favore di Van der Bellen. A sostegno del candidato verde la Drag Queen ha realizzato anche un video: “Gehen Sie Van der Bellen wählen” (“Andate a votare per Van der Bellen”). L’economista prestato alla politica, secondo Conchita, garantisce all’Austria un respiro cosmopolita e un ruolo importante in un’Europa più forte.

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Felix Baumgartner, invece, paracadutista e base jumper austriaco, è diventato famoso il 14 ottobre 2012 per essersi lanciato da un pallone a elio nella stratosfera in caduta libera. In quell’occasione ottenne il record di altezza del lancio da 38.969 metri e anche il record per essere l’unico paracadutista ad aver superato la velocità del suono, toccando la velocità massima di 1.357 km/h. Attraverso la sua pagina Facebook, seguita da un milione e mezzo di fan, Baumgartner fa sapere che occorre dare fiducia e una chance a un candidato giovane come Hofer, il cui nome non è bruciato, come quello di altri politici di professione.  Continua a leggere