Vienna – Dubai A/R

Nel giardino dei samurai

Tokyo doveva essere la destinazione dell’estate 2020, grazie alle Olimpiadi. Anche senza giochi, slittati causa COVID-19, c’è più di un motivo per visitarla. Una breve vacanza a Tokyo è possibile, purché si abbia a disposizione qualche giorno. Si vola per esempio con Emirates anche dall’Europa, facendo eventualmente scalo a Dubai. Oppure con volo diretto di altre compagnie. Bisognerà però aspettare fino al 31 agosto, perché in Giappone sono ancora in vigore misure restrittive che vietano l’ingresso ai cittadini di 146 Paesi compresa l’Italia, con possibilità di ulteriori proroghe. Anche grazie all’isolamento con l’esterno, la pandemia in Giappone si è mantenuta su livelli contenuti, consentendo uno stato di emergenza meno duro rispetto a quello italiano. Basti confrontare i casi totali di coronavirus nella capitale, ad oggi 7.000, e quelli registrati in tutto il Paese, poco più di 20.000, confrontandoli con quelli dell’Italia che ne ha avuti 245.338, di cui 95.633 in Lombardia. Questo contenimento dei contagi rende il Giappone e la sua capitale luoghi sicuri, anche se per il momento restano interdetti agli stranieri a qualsiasi titolo (business, studio, turismo).

Tra i gioielli che Tokyo custodisce c’è anche la suggestiva sede dell’Ambasciata d’Italia, forse la rappresentanza diplomatica più bella tra tutte quelle ospitate, che racchiude al suo interno anche un giardino storico di raro pregio. I rapporti ufficiali tra l’Italia e il Paese del Sol Levante iniziano nel maggio 1866, con l’arrivo della corvetta “Magenta” nel porto di Yokohama. Appena tre mesi dopo i due Paesi firmano un Trattato di Amicizia e Commercio. Vediamo insieme il giardino e il palazzo dell’Ambasciata, scoprendo inedite curiosità anche sui rapporti tra Italia e Giappone. 

Qualche cenno storico

A partire dal 1872 la sede dell’Ambasciata italiana viene stabilita a Tokyo, nella zona di Toranomon. Nel 1922 il governo italiano riceve la proprietà dell’ex Ambasciata d’Austria-Ungheria, ubicata a Kioichō, ma nel 1923, in seguito al terremoto del Kantō, questa sede subisce gravi danni. Sarà nel marzo del 1932 che l’Italia trasferirà l’Ambasciata nell’attuale collocazione, a Mita, allora proprietà del Principe Matsukata. La residenza dell’Ambasciatore andò distrutta nel 1945 e venne riprogettata nel 1959 dall’architetto Pier Francesco Borghese in collaborazione con l’architetto giapponese Masachica Murata, allievo di Maekawa, massimo esponente della corrente modernista in Giappone.   

Il giardino e i 47 rōnin

Il giardino dell’Ambasciata d’Italia è uno dei più antichi della capitale giapponese. Era stata residenza di Matsudaira Ōkinokami, signore della regione di Matsuyama, attuale Prefettura di Ehime, nello Shikoku Occidentale. Il giardino data la propria esistenza nel XVII secolo. A testimoniare la sua antichità vi sono piante e alberi secolari e lanterne in pietra d’epoca. In questo luogo, oggi un lussureggiante giardino curato fin nei minimi dettagli, hanno trascorso gli ultimi mesi di vita dieci dei 47 samurai che in nome dell’etica dei guerrieri vendicarono nel 1702 il suicidio imposto al proprio Signore, costretto a togliersi la vita (seppuku) per aver estratto la spada nel Palazzo dello Shogun, in risposta alle provocazioni ricevute dal Capo del Cerimoniale.

Una parte del laghetto, che conferisce al parco l’aspetto di un meraviglioso giardino zen, sembra che sia stata ottenuta rimuovendo la terra del luogo in cui avvenne il suicidio rituale, consentendo la formazione della collinetta artificiale che si trova nella porzione più estrema della proprietà.

Su questa collina, nel 1939, è stata eretta una stele commemorativa dell’avvenimento, che reca incisioni in giapponese e italiano. In questa distesa verde nel cuore della città, nell’elegante e centralissimo quartiere di Minato, l’occhio può spaziare tra bellezze naturali e realizzate dalla sapienza e creatività umana, tra piante ornamentali millenarie, sculture e antiche lanterne. In un angolo vi è anche un orto, curato personalmente, con dedizione e passione, dall’Ambasciatore.

Il palazzo e le sue opere d’arte

Il progetto del palazzo firmato dagli architetti Borghese e Murata, venne approvato nel 1963. I lavori sono stati completati nell’aprile del 1965. La residenza è tra gli esempi di maggior pregio di architettura moderna. Si esprime combinando elementi stilistici italiani con tecniche ed estetica giapponese.

L’edificio sembra compenetrare l’esterno, assorbendo la natura e il giardino al proprio interno anche grazie ad ampie vetrate che si aprono sul verde.

Luce ed elemento naturale inondano l’architettura essenziale e minimalista dell’edificio, con un bilanciamento perfetto che riflette la sensibilità tipica del Giappone.

Di grande rilievo la collezione di opere d’arte contemporanea esposte nei vari ambienti, dall’ingresso ai salone alla sala da pranzo. Campeggiano tra gli altri “Concetto Spaziale” di Lucio Fontana, il “Reticolato” di Giulio Turcato, “Ilarità Clandestine” di Gastone Novelli, assieme a lavori di Castellani e Burri. Di grande effetto il pannello in bronzo di Arnaldo Pomodoro e un rilievo in marmo nero di Giò Pomodoro, collocato al fianco del caminetto nel salone d’angolo. Tanti i mobili del ‘500 e opere calligrafiche di artisti giapponesi.

Interscambi commerciali floridi

Gli scambi commerciali tra il nostro Paese e il Giappone sono fiorenti, tanto che l’export del “Made in Italy” ha conosciuto un 17% di crescita nei primi 8 mesi del 2019, pari a + 3,6 miliardi di euro e un volume di vendite sull’anno che ha toccato i 7,7 miliardi, con agroalimentare, food & beverage, moda e mezzi di trasporto a fare da traino. Un anno con i migliori risultati registrati nell’ultimo quinquennio, complice anche l’accordo di libero scambio con l’Unione europea, entrato in vigore proprio il primo febbraio 2019. Nei primi quattro mesi del 2020, malgrado la pesante crisi innescata dalla pandemia, l’export italiano è stato di 2,2 miliardi di euro. Tante le sinergie, soprattutto sul fronte tecnologico e delle startup, per promuovere coinvolgimenti in vari ambiti, dalla robotica, all’Intelligenza Artificiale, fino al settore biomedico. L’Ufficio Economico dell’Ambasciata ha favorito una campagna per promuovere le bollicine italiane, pubblicizzando l’aperitivo all’italiana soprattutto tra i giovani. Un modo per far conoscere i nostri vini, spumanti e prosecchi accanto a salumi e formaggi, per rafforzare la presenza del nostro settore agroalimentare, coinvolgendo sul fronte italiano i vari consorzi, locali, bar e ristoranti sul fronte nipponico. 

Cultura “Made in Italy” a gonfie vele

Rapporti commerciali e anche culturali che, anche grazie al lavoro svolto della rappresentanza diplomatica italiana, guidata dall’Ambasciatore Giorgio Starace, crescono e si rafforzano con progetti di rilievo che spaziano da mostre su Caravaggio, Michelangelo, Leonardo all’opera lirica che ha coinvolto teatri italiani della portata de La Scala e del Petruzzelli. “Il Giappone è il Paese dell’utenza culturale, dei teatri pieni, che ripaga la cultura -dice l’Ambasciatore Starace- L’Italia non è solo alta tecnologia, grandissimo potenziale agroalimentare, tradizione di manifattura industriale, ma è anche cultura”.

Promuovere l’Italia anche sui social media

A partire dal 2017 è iniziata una solida campagna sui social media per promuovere il “Made in Italy” e il nostro Paese. Come racconta l’Ambasciatore Giorgio Starace: “Abbiamo messo l’Italia sui social network, crediamo molto nelle nuove forme di comunicazione, perché l’Italia è comunicazione, perché il nostro è un brand di altissimo livello”. La promozione sui social avviene sia per farlo conoscere, sia per difenderlo. Per esportare il marchio Italia l’Ambasciata ha siglato una partnership con la Kadokawa Pictures, importante casa cinematografica e di produzione di manga, per la creazione di corti per pubblicizzare il nostro Paese e le sue attrazioni turistico-paesaggistiche, attraverso uno degli eroi dei manga molto amati dai giapponesi. Un accordo strategico-comunicativo che sfrutta anche l’enorme potenziale distributivo della Kadokawa, che utilizza anche canali via web, molto utilizzati in Giappone.

Exit mobile version