Vienna – Dubai A/R

Staminali contro il COVID19

Gli Emirati stanno sperimentando un nuovo trattamento con cellule staminali contro il COVID-19 che sembra dare risultati promettenti. I primi test clinici sono in corso. Dal 4 aprile ad oggi 73 pazienti, il 25% dei quali ricoverato in terapia intensiva, sono stati trattati con questo metodo innovativo, e tutti sono guariti. Questo trattamento è di supporto e non cura il coronavirus. Serve invece a combattere i sintomi infiammatori. Ad aver sviluppato questa terapia, che viene somministrata per inalazione, è il team di ricercatori e medici del Centro di Cellule Staminali di Abu Dhabi.

La particolarità di questa terapia di supporto è che sembra avere un effetto rigenerativo sulle cellule dei polmoni, riuscendo al tempo stesso a modulare la risposta immunitaria dei pazienti, impedendo reazioni eccessive al COVID-19, responsabili del danneggiamento ulteriore del tessuto polmonare, con la compromissione anche delle cellule sane. Una notizia che rappresenta un grande traguardo per l’immunoterapia e per la medicina rigenerativa e al tempo stesso può rappresentare un’arma efficace mentre si continua a lavorare per sviluppare farmaci curativi e un vaccino contro il coronavirus. Le cellule staminali, estratte dal sangue dello stesso paziente che dovrà sottoporsi al trattamento, vengono successivamente “attivate” e reintrodotte, favorendo così il processo rigenerativo del tessuto polmonare aggredito dal COVID-19. Vediamo in modo più approfondito come funziona questa terapia di supporto che utilizza le cellule staminali. 

L’aerosol che rigenera le cellule

La terapia di fatto viene somministrata per aerosol. Tutto inizia con un prelievo ematico. Le cellule staminali estratte dal sangue del paziente vengono prima “attivate” e poi reinnestate nei polmoni, nebulizzandole. Respirando questo vapore a base di staminali il tessuto polmonare acquista capacità rigenerativa. Le cellule danneggiate si riparano e quelle sane sono protette perché la risposta immunitaria riesce ad essere modulata e l’infiammazione contenuta. Il metodo con cui vengono estratte le cellule staminali è stato brevettato. Nessuno dei pazienti trattati ha sviluppato reazioni avverse, o ha avuto effetti collaterali. I dati raccolti finora dovranno essere elaborati e confrontati anche con pazienti che non hanno ricevuto questo trattamento innovativo.

Come avviene l’attivazione?

“Le cellule staminali sono presenti nel corpo umano e hanno la capacità di trasformarsi in diversi tipi di cellule, con la particolarità di riprodursi illimitatamente”, ha spiegato la Dott.ssa Fatima Al Kaabi, a capo dell’Unità di Ematologia ed Oncologia della Sheikh Khalifa Medical City, in una conferenza stampa. “Abbiamo isolato un tipo di cellule staminali pluripotenti, ovvero quelle embrionali, capaci di elevato potere rigenerativo -ha raccontato la Dott.ssa Al Kaabi- Il vantaggio di questa terapia è che la raccolta delle cellule staminali non richiede un intervento chirurgico, come invece avviene per altri tipi di staminali”. Basta un prelievo venoso e con il campione ematico si può procedere ad estrarre le cellule staminali embrionali. Attraverso un processo chimico, che utilizza il fattore di crescita presente nelle piastrine del sangue del paziente, vengono attivate le cellule staminali estratte, modulandole. A quel punto si procede al reinserimento nei polmoni dei pazienti, per inalazione. “È un grande risultato -ha concluso la Dott.ssa Fatima Al Kaabi- Il prossimo passo sarà potenziarne l’efficacia e implementare il trattamento su larga scala”.

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