Vienna – Dubai A/R

Rifugiati e volontari, tutti pazzi per i selfie con le Miss

Cosa c’entrano le Miss, le reginette di bellezza, con i rifugiati? E soprattutto come possono le bellissime del concorso Miss Earth 2015 impazzare tra i rifugiati, che fanno a gara per scattarsi selfie accanto alle splendide fanciulle provenienti un po’ da tutto il mondo?

L’accostamento sembra stridere, ma a Vienna quello delle Miss e dei rifugiati è stato un binomio non solo possibile, ma anche pienamente realizzato. 

Tutto comincia con una delle prove di cui si compone la sfida tra queste meravigliose reginette aspiranti al titolo di Miss Earth 2015: la cosiddetta Cooking Challenge, una prova articolata in due fasi.

Prima una glamour nelle cucine super-attrezzate dell’Hilton Vienna Danube Waterfront.

Poi una seconda fase di impegno sociale, che prevede la distribuzione di un pasto caldo ai rifugiati provenienti da Siria, Afghanistan, Iraq, ma anche una piccola minoranza dall’Africa, in un centro a Lindengasse, nel cuore di Vienna, gestito dalla Croce Rossa.

Al mattino le 85 Miss si sono cimentate con la preparazione di piatti di una certa complessità.

Ricette tipiche dell’Austria, rivisitate in chiave internazionale, per un risultato appetitoso e, a giudicare dai commenti dei migranti, molto buone.

Il gruppo Africa ha preparato una pasta fatta in casa. Molte delle Miss hanno mostrato di divertirsi tantissimo. Un’esperienza incredibile per alcune di loro: Linda Gatere, Miss Kenya, non sapeva che fosse possibile preparare la pasta in modo artigianale.

“In Africa -mi racconta- esiste la pasta già pronta, non credevo che si potesse fare a mano. Per me è stato entusiasmante”. E se Miss Kenya era sorpresa dalla pasta fatta in casa, Silvia Commodore, la statuaria ed elegante Miss Ghana, mi spiega lo svolgimento della sua prova con dovizia di particolari.

“Ho impastato farina, acqua, uova -dice Silvia- e poi ho tagliato la pasta”, secondo le direttive dello Chef Assistant Balazs Hegyi, di origini ungheresi. Sandra Akello, Miss Uganda, ha invece grattugiato il formaggio, tagliato le cipolle e anche lei ha aiutato a fare la pasta. “Mi sono davvero divertita, ho imparato a fare pietanze che non conoscevo”.

Non c’era alcun nesso tra il gruppo e il piatto realizzato. L’obiettivo era semmai, “consentire alle ragazze di prendere confidenza con alcune ricette austriache” come precisa Konrad Zellner, l’Executive Chef dell’Hilton.

Ecco perché al gruppo Africa è toccato preparare la pasta, non esattamente un alimento tipico del loro continente, come sottolinea una di loro, Cristelle Lohembe, Miss Repubblica Democratica del Congo.

Miss Filippine, Angelia Ong, mi mostra il cartello realizzato dal suo gruppo Asia Pacific.

Poi ci tiene a sfoggiare il suo copricapo da chef, che assieme al cartello sono opera della sua creatività.

Angelia, però, ci tiene anche a esibire il piatto realizzato dal suo gruppo: “È stato un gran lavoro di squadra -dice con entusiasmo- ognuna aveva un compito differente, anche perché non potevamo cucinare tutte insieme”.

Il gruppo Europa 2, evidenzia Zellner, ha preparato una Wiener Schnitzel a base di pollo.

Si è trattato di una forma di attenzione nei confronti dei rifugiati provenienti per lo più dal mondo arabo-islamico, che non mangiano carne di maiale, con cui è invece fatta la versione più economica e diffusa della cotoletta viennese, ovvero la cosiddetta Schnitzel Wiener Art o Wiener Schnitzel vom Schwein. Per quanto anche la ricetta tradizionale della Wiener Schnitzel sarebbe stata non indicata, perché prevede che si adoperi carne di vitello, poco usata nel mondo arabo, panata e poi fritta nel lardo di maiale.

Eppure anche tra le Miss c’è chi ha derogato ai propri principi preparando carne pur essendo vegetariana. “Ho cucinato la carne -dice trionfante Laura Skvorc, Miss Slovenia– Sono vegetariana, ma ho preparato una ricetta a base di carne”.

Quando però l’Executive Chef Zellner le ha chiesto se voleva assaggiarne un pochino per verificare la cottura, Laura ha risposto con tono categorico: “Cucinarla è una cosa, assaggiarla è un’altra. Non ho nessuna intenzione di mangiare carne”.

Le aspiranti Miss Earth non sono solo bellezze da ammirare, ma anche ambasciatrici di istanze ecologiste, con l’obiettivo di preservare il nostro pianeta.

Ecco perché alle reginette di Miss Earth si richiede di essere il più possibile a “impatto zero”.

Non ci sono pullman a trasportarle da una location all’altra, né autisti, o automobili.

Al contrario le Miss vanno a piedi e in metropolitana.

Così, a piedi e con i mezzi pubblici, le reginette di bellezza arrivano al Centro per rifugiati nel settimo distretto, tra Zieglergasse e Mariahilfer Straße.

Come le affascinanti ragazze mettono piede nel Centro, iniziano tutti ad andare in fibrillazione.

In pochissimi minuti queste straordinarie creature mandano in tilt in un colpo solo tutti i rifugiati, persino i bambini, e tutto il personale della Croce Rossa.

Tutti, adulti e bimbi, ma anche donne e ragazzine, vogliono farsi un selfie con le splendide Miss.

C’è chi addirittura fa la fila due volte alla distribuzione delle pietanze, per poter ammirare da vicino le Miss un po’ più a lungo.

Mohammad, un bambino afghano di appena 8 anni, non smette di farsi abbracciare dalle magnifiche ragazze e farsi scattare dal padre le foto di lui attorniato dalle reginette di bellezza.

Infatti la cotoletta panata alla viennese ha più gusto se a servirla è Miss Australia.

La pasta sembra più buona se le porzioni vengono fatte da Miss Francia.

E c’è più appetito se piatti e posate vengono distribuiti da Miss Brasile, Miss Aruba e Miss Bolivia.

L’acqua disseta di più se a porgerla sono Miss Belgio, Miss Ghana e Miss Uganda.

Solo in questo beauty contest può capitare che Miss Cina e Miss Giappone posino insieme per i fotografi, dimenticando vecchie rivalità politiche tra i loro due paesi.

E solo qui accade che Miss Libano e Miss Egitto siano una a fianco all’altra, a servire il pasto ai rifugiati provenienti dalla Siria.

Ma nel microcosmo environmental friendly di Miss Earth tutto questo può accadere.

Più defilata la nostra Miss Italia, Aurora Pianegonda, che non ammicca ai fotografi e mostra un’aria un po’ imbronciata.

La nostra Miss Italia sceglie l’understatement, non si mostra, anzi preferisce trovare posto in seconda fila, nascosta dalle altre concorrenti, che non fanno nulla per dissimulare egocentrismo e mania di protagonismo.

Sarà forse una strategia quella di Aurora?

Di certo mentre le sue colleghe Miss distribuivano il pasto caldo ai rifugiati lei appariva più impegnata a scattare foto con il suo smartphone e a postarle sui social media che desiderosa di partecipare all’evento in prima persona.

Perché tutti possano godere del fascino delle ragazze aspiranti Miss Earth, i volontari hanno organizzato dei turni.

Tant’è che fuori dalla mensa si è formata una lunghissima fila.

In questo Centro, mi spiega Nina, una volontaria della Croce Rossa di 41 anni, trovano dimora al momento 500 migranti.

In prevalenza i migranti provengono da Siria e Afghanistan. Ma ci sono anche rifugiati giunti dall’Iraq, dal Senegal e dal Sudan. Sono soprattutto nuclei familiari. Infatti al centro di Lindengasse ci sono 200 bambini.

Per loro la Croce Rossa ha allestito una stanza con parecchi giocattoli, dove i piccoli rifugiati possono trascorrere qualche ora di svago, in compagnia dei volontari.

“Adesso di migranti non ne arrivano più così tanti come durante l’estate, o fino a un mese fa -puntualizza Nina- da quando è stato chiuso il confine tra Grecia e Macedonia, e vengono fatti passare solo Siriani e Afghani, l’afflusso si è leggermente ridotto”.

In questo Centro i rifugiati dovrebbero soggiornare per non più di tre giorni, tempo nel quale formulano un’eventuale richiesta di asilo, anche perché a Lindengasse non ci sono strutture che possano garantire molta privacy. “Dovrebbero restare solo qualche giorno, ma poi finisce che la maggior parte di loro arrivi a trascorrere anche tre mesi qui” sottolinea Nina. Lei dedica i suoi due giorni di riposo, il lunedì e il venerdì ai rifugiati.

“Lavoro part time, tre giorni alla settimana, così offro quasi tutto il mio tempo libero ai migranti bisognosi di aiuto”, questo ovviamente, mentre suo figlio è a scuola. Nina mi dice che tutti i rifugiati possiedono uno smartphone.

“Gli serve per mantenere i contatti con i loro familiari lontani, magari rimasti in Siria -aggiunge Nina- Non sono poveri, molti di loro hanno affrontato lunghi e costosi viaggi per arrivare fino in Austria”.

Il concorso Miss Earth prosegue a tappe forzate verso la finale di sabato sera, quando avverrà l’incoronazione della Miss, vittoriosa sulle altre 84 reginette di bellezza aspiranti al titolo.

Essendo tutte bellissime, vale la pena scattarsi un selfie con queste meravigliose creature.

Il piccolo Mohammad è incontenibile nel suo entusiasmo e sembra subire il fascino della deliziosa Ho Jeong Han, Miss Corea.

Non sembra che ne abbia ancora abbastanza e anche se dovrebbe andar via dalla mensa, come gli ripetono molte delle volontarie della Croce Rossa, lui continua a scattarsi foto e a farsene scattare da amici e familiari, mentre è circondato dalle altissime e fascinose aspiranti Miss Earth, che gli dispensano sorrisi e carezze a profusione.

Simili selfie faranno morire d’invidia tutti gli amici di Mohammad rimasti in Afghanistan e lo renderanno famoso sui social media.

Un’esperienza indimenticabile per Mohammad, come per i ragazzi più grandi che non smettono di farsi scattare foto accanto alle bellissime Miss.

 

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