Dubai, l’Expo celebra l’Italia

L’Expo 2020 Dubai rende onore all’Italia e anche la maestosa cupola di Al Wasl Plaza si illumina dei colori della nostra bandiera. Una giornata nazionale celebrata con la visita ufficiale del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio al Padiglione Italia e iniziative di business promosse da ItalyExpo 2020 e ITA – ICE Agenzia che puntano i riflettori sul nostro Paese, che si avvia verso la transizione ecologica ed è pronto ad attrarre investimenti stranieri.

L’Italia possiede solide realtà industriali e un tessuto imprenditoriale maturo in settori quali elettronica, Intelligenza Artificiale, robotica, aerospazio, automazione, meccatronica, elettronica dei semiconduttori, farmaceutico, biomedicale, ICT. Design, moda e agroalimentare, settori trainanti del Made in Italy e simbolo della creatività e dell’ingegno italiani nel panorama internazionale, non esauriscono la nostra competenza e competitività. Il nostro Paese è anche molto forte nell’innovazione tecnologica, ambito in cui vanta expertise apprezzate in tutto il mondo riuscendo a conquistare posizioni di sempre maggior rilievo.

Scopriamo insieme di più sul Padiglione Italia, tra i più visitati di Expo 2020, sulle ricadute di business per il nostro Paese e sulla visita del Ministro Di Maio.   Continua a leggere

Austria, lockdown per tutti

Dopo le accese proteste contro il coronavirus e l’isolamento e l’esclusione dalla vita sociale imposti ai no vax, in Austria scatta il lockdown generalizzato. L’incubo della quarta ondata incombe minaccioso sul Paese dell’Europa occidentale che ad oggi registra il più basso tasso di vaccinazione anti-Covid. A determinare l’approvazione di drastiche misure restrittive nazionali da parte del governo federale austriaco guidato dal Cancelliere Alexander Schallenberg, il numero di contagi giornalieri che venerdì scorso ha toccato un picco di oltre 15mila nuovi casi e che nelle ultime 24 ore continua a far segnare cifre record con 528 persone ricoverate in terapia intensiva (su 659 posti letto disponibili nel Paese), circa 3mila ospedalizzati e oltre 14mila nuovi casi su una popolazione di circa 9 milioni di abitanti.

Molto diffuse le resistenze alla vaccinazione contro il coronavirus che, unite ad una scarsa pianificazione nell’approvvigionamento delle dosi, hanno determinato una campagna vaccinale lenta e poco efficace. Finora in Austria sono state somministrate 12 milioni 900mila dosi di vaccino anti-Covid, solo a 5,8 milioni di persone sono state inoculate due dosi, ossia ad appena il 65,3% della popolazione. Le misure restrittive varate da Vienna dovrebbero essere valide fino al 12 dicembre, anche se al momento si prevede un primo periodo di 10 giorni con valutazione della situazione e possibile proroga per ulteriori 10. In Alta Austria, però, il governatore Thomas Stelzer (ÖVP) ha già deciso di prolungare le restrizioni fino al 17 dicembre. I piani del Cancelliere Schallenberg prevedono anche che dal primo febbraio 2022 la vaccinazione contro il coronavirus diventi obbligatoria. Sarebbe il primo Paese dell’Unione europea ad adottare un simile provvedimento. Vediamo insieme le misure appena diventate operative nel quarto lockdown dall’inizio della pandemia in Austria e scopriamo di più sulle manifestazioni di protesta avvenute lo scorso weekend.  Continua a leggere

Dubai, il mercato dell’arte vola

Il coronavirus non ferma Art Dubai, da poco conclusa. Sold-out dei biglietti prima dell’apertura e vendite corpose, su livelli pre-pandemia. 18mila visitatori nell’arco di 6 giorni, con accessi su prenotazione per fasce orarie. Un innovativo metodo di pagamento, con una percentuale sulle vendite corrisposta agli organizzatori, ha sostituito la tradizionale tassa sullo stand rendendo più facile partecipare a questa 14esima edizione alle 50 gallerie provenienti da 31 Paesi. Incassi per 3 milioni di dollari sono stati realizzati solo nei primi 3 giorni, dedicati a visite vip su invito.

“Questa edizione è stata un’impresa ciclopica. Ancora non ci capacitiamo di come siamo riusciti a farcela -mi racconta Chloe Vaitsou, Direttrice Internazionale di Art Dubai– Abbiamo dovuto cancellare l’edizione dell’anno scorso all’ultimo momento a causa della pandemia, mentre quest’anno siamo stati i primi a ripartire con una manifestazione d’arte internazionale in presenza, sebbene in edizione ridotta”. Un format riadattato rispetto agli anni precedenti dove prendevano parte 90 gallerie. Cambiata per via del Covid anche la sede, non più Madinat Jumeirah ma il Dubai International Financial Centre (DIFC), con tre tensostrutture create per l’occasione, senza alcuna divisione in sezioni, in cui è stato possibile controllare gli accessi e filtrare l’aria in maniera più sicura. “Tutti sono stati felicissimi di tornare in un ambiente in cui fosse possibile interagire, essere a contatto con le opere d’arte, essere connessi, avere interscambi culturali” sottolinea Chloe Vaitsou.

Un’edizione più raccolta, con un numero di gallerie quasi dimezzato, che però è riuscita a mantenere il suo flair cosmopolita. “Sono cinque anni che partecipiamo ad Art Dubai -mi dice Guglielmo Hardouin, della Galleria Giorgio Persano di Torino– Nel Medio Oriente è la realtà con il maggior respiro internazionale sia come partecipazione di gallerie, sia come pubblico, pieno di investitori e collezionisti attenti”. Vediamo insieme i giovani artisti da tener d’occhio, le opere di maggior impatto visivo e le gallerie, tra cui spiccano anche quelle italiane.  Continua a leggere

A Dubai auto volanti, umanoidi blu, cani robot

Gitex, la terza più importante fiera sull’innovazione del mondo e la prima a svolgersi in presenza dall’inizio della pandemia, ha riunito a Dubai migliaia di visitatori. 1.200 espositori e 300 start-up provenienti da 60 Paesi diversi, hanno proposto gadget avveniristici, servizi innovativi e prodotti di elettronica di consumo di ultima generazione che trasformeranno il nostro vivere in un breve arco di tempo. Presenti oltre 200 tra i più attivi investitori e venture capital del mondo, oltre 350 oratori, provenienti da 30 Paesi, invitati a partecipare a dibattiti, presentazioni, seminari, workshop.

Un segnale di rilancio di una delle attività principali dell’emirato, l’organizzazione di eventi pubblici e manifestazioni, un modo per favorire la ripresa dell’economia senza trascurare l’emergenza sanitaria che il mondo sta attraversando. La manifestazione si è svolta in un clima di sicurezza e ordine, nel pieno rispetto delle misure restrittive imposte dalla seconda ondata del coronavirus. Un esperimento ben riuscito di evento internazionale organizzato impeccabilmente in epoca Covid.

Obbligo di mascherina per tutti, distributori di gel antisettico per disinfettare in ogni momento le mani disponibili in modo capillare nell’intera struttura fieristica del World Trade Centre, distanziamento sociale di almeno due metri, limite di capienza massima per ogni stand e padiglione, badge distribuiti digitalmente per limitare interazioni ed evitare code, controlli scrupolosi con metal detector e raggi X per garantire la sicurezza in un contesto reso più complesso dalla presenza di un’estesa delegazione di personalità provenienti da Israele. Scopriamo di più sulle strabilianti curiosità di questa 40esima edizione di Gitex, sui padiglioni più futuribili, sulla presenza italiana con interessanti e competitive start-up.  Continua a leggere

Il vaccino anti-covid cinese

Gli Emirati hanno distribuito le prime dosi del vaccino anti-covid sviluppato dalla casa farmaceutica cinese Sinopharm. Immunoprofilassi che ha superato la fase 3 della sperimentazione nel Paese. 30.000 tra militari, personale medico, poliziotti, funzionari civili e membri del gabinetto federale emiratino sono stati immunizzati. Anche il Vice Presidente e Primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti e sovrano di Dubai, sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum e lo sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan, Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Vice Comandante delle Forze Armate e principe ereditario di Abu Dhabi sono stati vaccinati nei giorni scorsi.

Ma la lotta al coronavirus vede gli Emirati lavorare a stretto contatto anche con Israele per lo sviluppo di un test rapido basato sull’analisi del respiro, una sorta di etilometro, capace di determinare in 30 secondi l’eventuale positività al COVID-19. Tempi decisamente ridotti rispetto alla media di 24 ore necessarie per ottenere i risultati dei tamponi molecolari oro-faringei. E proprio questo test rapido potrebbe rivelarsi prezioso per combattere il SARS-CoV-2 ben oltre il solo Medio Oriente. La cooperazione tra nazioni è l’unica via per arginare la diffusione dei contagi. Scopriamo di più su questo vaccino cinese e sulle sue potenzialità.  Continua a leggere

Accordo anti Covid Emirati-Israele

Una partnership medico-scientifica contro il COVID-19 lega Emirati e Israele che ufficialmente non hanno relazioni diplomatiche. Cosa c’è dietro questa inedita unione? Da un lato fa notizia l’annuncio a sorpresa del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che fa presagire un accordo di cooperazione tra i due governi, con imminenti passi ufficiali da parte dei rispettivi Ministri della Salute dipingendo l’azione congiunta contro la pandemia come uno degli ultimi sforzi compiuti dallo Stato ebraico per costruire legami più saldi con gli Stati arabi. Dall’altro fa da contrappunto il laconico comunicato dell’agenzia stampa emiratina WAM che ridimensiona la collaborazione, ponendo l’accento sul sodalizio tra aziende private e nessun accordo a livello governativo. Sullo sfondo pesa come un macigno l’annessione di una porzione dei territori occupati da parte di Israele.

Un passo affrettato da parte di Netanyahu che ha colto alla sprovvista gli Emirati Arabi Uniti, non ancora pronti a far emergere alla luce del sole rapporti più stretti con lo Stato ebraico, specie adesso che sta discutendo l’annessione. A partire dal 1 luglio, infatti, il Primo Ministro Netanyahu ha promesso che annetterà il 30% di West Bank, atto che riacutizza le tensioni nel mai sedato conflitto israelo-palestinese, impedendone una pacifica risoluzione. Al di là della dichiarazione del Primo Ministro Netanyahu, rilasciata nel corso di una cerimonia presso la scuola piloti dell’aviazione (Israeli Air Force), neppure Yuli Edelstein, Ministro della Salute israeliano, ha fatto alcun annuncio ufficiale sulla partnership con le aziende degli Emirati. Il lancio dell’agenzia di stampa WAM parla di due aziende private emiratine e due israeliane che si apprestano a collaborare per effettuare ricerche mediche utili ad arginare la diffusione del coronavirus e volte a salvaguardare tutta l’area mediorientale, senza però menzionare di quali imprese si tratti. Un proposito nobile, che vede mettere da parte dissidi e frizioni per ottenere risultati concreti in ambito scientifico e tecnologico contro la pandemia. Scopriamo qual è l’atteggiamento degli Emirati nei confronti dell’annessione dei territori occupati da parte di Israele e cosa si celi dietro questo avvicinamento.  Continua a leggere