Emirati, al via il vaccino Hayat-Vax

Gli Emirati iniziano a produrre Hayat-Vax, il vaccino anti Covid-19, grazie ad una joint venture con la casa farmaceutica cinese Sinopharm. Hayat in arabo vuol dire vita e di vite umane il vaccino emiratino è destinato a salvarne milioni. La produzione del siero è solo un primo passo, perché la leadership emiratina punta a garantire una distribuzione quanto più capillare possibile, senza discriminazioni, garantendo anche i Paesi più poveri.

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Il progetto di collaborazione tra Emirati Arabi Uniti e Cina è stato denominato: “Life sciences and vaccine manufacturing in the UAE” e ha visto la luce nel corso della visita del Ministro degli Esteri e della Cooperazione cinese Wang Yi ad Abu Dhabi. Dall’incontro con l’omologo emiratino, sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan, è stato dato ufficialmente l’avvio alla cooperazione tra il gruppo locale G42 e la casa farmaceutica nazionale cinese Sinopharm.

La produzione delle vaccinazioni è già iniziata in uno stabilimento della casa farmaceutica Julphar, basata a Ras Al Khaimah, dove si possono produrre fino a 2 milioni di dosi al mese. Presto però sarà costruita una struttura dedicata nella Khalifa Industrial Zone (Kizad Freezone) ad Abu Dhabi con l’obiettivo di produrre 200 milioni di dosi all’anno. Scopriamo di più sul vaccino degli Emirati e su come stia procedendo la campagna di vaccinazione.  Continua a leggere

Dubai, l’era del sé estremo

Quanti like vale la tua vita? I tuoi dati sono il nuovo oro nero? Saremo immortali? Age of You esplora la nostra trasformazione nell’era dei social e deep fake. Quella in corso al Jameel Arts Centre di Dubai è una mostra interattiva, una delle poche in presenza attualmente, che cerca di analizzare noi stessi e ciò che stiamo diventando e come quei sentimenti vengano trasformati in informazioni e dati commercializzabili. A curarla Shumon Basar che assieme a Douglas Coupland e Hans Ulrich Obrist ha scritto il libro The Extreme Self su cui si basa l’intera mostra, organizzata anche con la collaborazione del MOCA di Toronto. È il concetto stesso di individualità ad essere profondamente cambiato, per via della tecnologia, sempre più dominante nella nostra esistenza e, più recentemente, a causa della pandemia.

La risorsa più preziosa in questo momento storico sei tu, siamo noi, con tutti i nostri comportamenti online, con tutte le informazioni che disseminiamo attraverso le piattaforme digitali. Siamo destinati ad essere solo un commento cancellato? Cosa accade se la sezione dei commenti è il mondo reale? La vita online soppianta la realtà, diventando essa stessa realtà? I nostri sentimenti e come ci sentiamo in questa fase di immensa accelerazione e di presente estremo sono al centro di un percorso interattivo che ci porta ad indagare su noi stessi e sul mondo che ci circonda. E cosa accade se il futuro viene determinato proprio dalle inattese conseguenze di ciò che siamo e di ciò in cui ci stiamo trasformando?

Oggi stiamo vivendo un capovolgimento, in cui la seconda vita, quella virtuale, quella online, ha sostituito quella fisica, diventando più reale della realtà, più importante della nostra prima esistenza, quella del mondo fisico. Cosa succede se stiamo cambiando e diventando qualcosa di sconosciuto e nuovo? Che cos’è questo nuovo sé? Attraverso 13 capitoli la mostra Age of You si propone di evocare emozioni e persone provocando un risveglio che aiuti a capire come il mondo stia cambiando. Vediamo, grazie alla guida del curatore Shumon Basar, i cambiamenti che stanno avvenendo in noi.  Continua a leggere

Dubai, aiuti umanitari e COVID19

Le crisi umanitarie non conoscono tregua e la pandemia rischia di acuirle. A Dubai si è discusso del modo più efficace per aiutare i Paesi bisognosi. Associazioni benefiche, organi decisionali, ONG e istituzioni si sono riuniti nel corso della 17esima edizione della DIHAD, Dubai International Humanitarian Aid and Development Conference, per devolvere aiuti umanitari e sanitari in Africa adottando le strategie più efficaci. 5.300 partecipanti, 640 tra organizzazioni pubbliche e private, 467 incontri B2B, più di 84 Paesi partecipanti, 48 speaker di famose organizzazioni umanitarie intervenuti alla tre giorni di dibattiti e workshop.

Quest’anno lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Principe ereditario di Abu Dhabi e Vice Capo supremo delle Forze Armate degli Emirati, è stato insignito dell’onorificenza “2021 DIHAD International Personality Award for Humanitarian Relief”. La motivazione del premio è il continuo supporto dato all’organizzazione di aiuti umanitari a livello internazionale, con particolare enfasi per gli sforzi compiuti nel combattere il coronavirus anche con iniziative quali Waterfalls che punta a garantire circolazione delle informazioni e formazione a milioni di medici e paramedici. Un riconoscimento ritirato dallo sceicco Saif bin Zayed Al Nahyan, Vice Primo Ministro e Ministro dell’Interno.

La cooperazione a livello internazionale è alla base di interventi capaci di portare reale beneficio alle popolazioni bisognose del continente africano. Le azioni isolate non riescono ad essere risolutive. Per essere incisivi è necessario uno sforzo corale, ben strutturato, che veda lavorare fianco a fianco settore pubblico e privato, come mi spiega Giuseppe Saba, CEO dell’International Humanitarian City (IHC) di Dubai. “Bisogna essere estremamente chiari: lavorare insieme non è un’opzione, è un obbligo. Nel mio precedente incarico alle Nazioni Unite e oggi che lavoro per il governo di Dubai, con una posizione eccezionale per uno straniero, ci sono indubbiamente due elementi che sono imprescindibili: lavorare insieme ed inglobare all’interno del lavoro umanitario anche il settore privato”. Vediamo insieme attraverso gli esperti e i responsabili umanitari di alcuni Paesi africani quali sono le indicazioni emerse per affrontare le sfide del futuro, dal coronavirus alle vaccinazioni, dai cambiamenti climatici alle emergenze preesistenti alla pandemia in Africa.  Continua a leggere

Dubai, aspettando l’Expo

L’economia di Dubai è in ripresa, tanto che per il 2021 si prevede una crescita del 4%, resa possibile dal modo in cui l’emirato ha saputo rispondere alla pandemia. Risaliti nel mese di febbraio i settori non legati agli idrocarburi, con un aumento della produzione in ambiti quali costruzioni, commercio all’ingrosso e al dettaglio. La città continua ad essere aperta agli affari e al turismo, confermandosi una delle destinazioni più sicure del mondo, sebbene il regime restrittivo dovuto al coronavirus ancora in vigore in molte parti del mondo stia penalizzando viaggi e turismo. L’intero ecosistema dell’ospitalità dell’emirato si avvale di misure sanitarie rispondenti a rigidi standard di sicurezza. Proprio per questo Dubai riesce ad attrarre non solo turisti sul mercato domestico, con una tendenza consolidata delle cosiddette “staycation” da parte dei residenti, ma anche su quello regionale, nell’area del Golfo e del Medio Oriente, e su quello internazionale. L’aeroporto di Dubai è tra i più trafficati del mondo. Hub internazionale, con più di 146 città in 80 Paesi serviti da 56 compagnie aeree, mantiene saldamente una posizione dominante in questa delicata fase di ripresa per il settore dell’aviazione. Il governo di Dubai ha dato sostegno ad imprese e commercio varando 4 pacchetti di incentivi per mitigare gli effetti del Covid-19, stanziando in totale 1,85 miliardi di dollari. Nella capacità di reagire alla pandemia dimostrata dall’emirato sta giocando un ruolo fondamentale la campagna di vaccinazione di massa, rapida e incisiva. Infatti agli oltre 120 centri distribuiti su tutto l’emirato sono state anche istituite due unità mobili che si spostano nella città coprendo 11 diverse aree, con una decina tra infermieri e personale medico. Ad un mese dalla loro istituzione le unità mobili hanno già distribuito vaccini a 7.688 persone.

L’obiettivo delle autorità di Dubai è riuscire a vaccinare il 100% della popolazione entro la fine dell’anno, in prospettiva di Expo 2020. Recentemente nelle strutture gestite dall’Autorità Sanitaria di Dubai (Dubai Health Authority) possono essere vaccinati anche i cittadini dei Paesi del GCC, purché in possesso dell’Emirates ID, il documento d’identità emiratino. Vediamo insieme in che modo la recente attività fieristica in presenza, ripresa a Dubai a partire da dicembre, rappresenti una sorta di prova generale per testare la macchina organizzativa prima dell’importante appuntamento dell’Expo.  Continua a leggere

Zero sprechi! Parola di chef

La gastronomia italiana trionfa a Dubai. Filosofia “zero waste” ed estro contemporaneo nelle ricette dei nostri chef. Sapori ricchi di sfumature, sorprendenti contaminazioni, forme e colori modernissimi, ma anche tanta attenzione a nobilitare ingredienti poveri e a non sprecare. La cucina del futuro passa anche per la sostenibilità. A Gulfood, la fiera del settore agroalimentare che si è da poco conclusa a Dubai, temi quali sicurezza e riduzione degli sprechi alimentari hanno avuto un ruolo centrale.

Nel mondo vengono gettate via circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo ogni anno, con un impatto ambientale di 3,3 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2 e un costo complessivo di 1 trilione di dollari. Nell’intera area del Medio Oriente e Nord Africa gli sprechi alimentari raggiungono il 34% ogni anno. Negli Emirati Arabi Uniti vengono buttati in media 197 chili di cibo all’anno pro capite e gli sprechi alimentari costano al Paese 3,5 miliardi di dollari annui. Una maggiore consapevolezza può cambiare le abitudini dei consumatori, ma per una vera inversione di tendenza occorre ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera.

Nell’Italian Food Lab del padiglione dell’Italian Trade Agency si sono alternati chef stellati italiani e i migliori chef dei ristoranti italiani dell’emirato, che hanno rivisitato con un tocco innovativo la ricchissima tradizione gastronomica italiana. Scopriamo insieme le ricette più gustose e capiamo la direzione che sta prendendo la cucina contemporanea italiana.  Continua a leggere