L’Italia balla sull’atomo

Il Ballo dell’AIEA (l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica), è uno degli eventi più attesi dell’intensa stagione danzante viennese. Un appuntamento esclusivo e originale. Come ogni anno sold out per i biglietti, già esauriti dal secondo giorno di prevendita, iniziata a novembre. L’edizione 2019 è stata di altissimo livello, con artisti di talento chiamati a dare vita allo spettacolo di apertura. Tema portante della serata, la Bella Italia. Ballerini, cantanti e brani musicali sono stati un omaggio al nostro Paese, che da tanto non era protagonista della ribalta. Il protocollo è quello previsto dalla tradizione dei balli austriaci, ma riesce ad avere sempre un caratteristico tocco internazionale che lo rende unico nel suo genere.

L’AIEA è nota ai più per questioni legate alla non proliferazione di armamenti nucleari e per il contributo dato alla ricomposizione, o alla gestione di situazioni geopolitiche critiche, come i difficili rapporti con l’Iran e la Corea del Nord. Eppure l’agenzia, nei suoi 62 anni di attività, opera in tantissimi settori che coinvolgono da vicino il nostro vivere. Ambiti che i media e la gente comune tendono ad ignorare, ma contenuti nel motto: Atoms for Peace and Development (Gli atomi per la pace e lo sviluppo). Si spazia dall’agricoltura al cibo, dalla salute e cura delle malattie come il cancro, all’energia, dall’industria al contrasto dei cambiamenti climatici. Tutte attività svolte da scienziati, studiosi, ingegneri, medici, fisici, che si adoperano per salvare vite e generare sviluppo e benessere, mantenendo sempre imparzialità e distacco dalla politica.

Vediamo insieme come si è svolta la serata, quali siano le iniziative benefiche portate avanti grazie ai proventi del ballo e le parole del Direttore Generale dell’AIEA, Yukiya Amano che ho incontrato in esclusiva

Bella Italia, lo show

Lo show si è snodato secondo i tempi previsti, alternando porzioni di protocollo stabilito e momenti di puro intrattenimento.

Prima il suono ricco di fascino delle cornamuse della Vienna Pipes and Drums. Poi è stata la volta della cerimonia della bandiera dell’AIEA, ad opera degli UN Security and Safety Services.

Un rito solenne che si ripete di anno in anno. Il benvenuto di Jennifer Lusser e subito dopo è la volta di Alice Firenze e Davide Dato, rispettivamente solista e primo solista della Wiener Staatsoper.

Due giovani ballerini italiani, lei di Genova, lui di Biella, che hanno danzato tra l’altro sulle note di Johann Strauß.

È poi la volta della bellissima voce di Mariam Battistelli, soprano, italiana, ma nata in Etiopia.

Mariam ha studiato al Conservatorio di Mantova ed oggi fa parte dell’ensemble della Wiener Staatsoper.

Parole e musica

A seguire il discorso del Presidente del Comitato Organizzatore del Ballo, Imed Zabaar. Appena dopo è la volta dell’intervento del Direttore Generale Yukiya Amano.

Sottolinea l’intenso lavoro di squadra dei volontari che hanno reso possibile il successo di questa edizione del Ballo dell’Associazione dello Staff dell’AIEA, Imed Zabaar. Un team agguerrito, che ha lavorato incessantemente su ogni singolo dettaglio per offrire al pubblico uno spettacolo avvincente.

Mette in luce l’importanza del ruolo dell’AIEA, il DG Yukiya Amano, e i tanti risultati ottenuti nell’arco dei 62 anni di vita dell’agenzia. Nonché il coinvolgimento, sempre attivo, dei 170 Paesi membri nei progetti ad ampio raggio che raccolgono anche le grandi sfide contemporanee, come i cambiamenti climatici, l’inquinamento del mare, la produzione di energia, la medicina nucleare.

Infine, arriva il momento di Mia Nova che seduce con le note del suo violino elettrico.

Si esibisce con sicurezza e classe, la violinista austriaca, rivisitando in chiave moderna dal tema de Il Padrino a Bella Ciao.

Le debuttanti e la scuola di ballo

Come ogni ballo che si rispetti non possono mancare le debuttanti, accompagnate dai loro cavalieri.

Giovani dame vestite con eleganti abiti lunghi bianchi, con in mano un bouquet di rose arancioni.

Si esibiscono, con grazie e maestria, in coreografie magnifiche sulle note del valzer.

Non c’è piroetta, inchino, o abbraccio che non sia sotto la vigile supervisione del maestro più famoso di Vienna, il Prof. Thomas Schäfer-Elmayer.

Una vera star, contesa da tutti i balli viennesi più prestigiosi.

E sull’ultimo giro di valzer delle debuttanti si aprono le danze per tutto il pubblico. Alles Walzer! 

Accordi messi a repentaglio

Quest’anno ho incontrato il Direttore Generale dell’AIEA, Yukiya Amano, che da dieci anni tiene le redini dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, con guida salda e sicura, a dispetto dei suoi modi miti e gentili.

Nei suoi 10 anni di direzione sono stati raggiunti successi straordinari, come nel 2015 l’accordo sul nucleare con l’Iran. Un accordo che con l’avvento della Presidenza Trump è stato più volte messo in discussione e che, anche nelle ultime ore, rischia di essere seriamente compromesso. Trump prima rimprovera Dan Coats, Direttore dei servizi interni, perché sostiene che l’Iran non stia producendo armi nucleari per destabilizzare tutta l’area mediorientale. Poi entra in perfetta sintonia con le posizioni di John Bolton, Consigliere sulla Sicurezza Nazionale, che accusa l’Iran di essere un pericolo e di continuare a lavorare per produrre armi nucleari. Una posizione che non tiene in alcun conto l’esito delle ispezioni effettuate regolarmente dallo staff dell’AIEA.

Un ballo con un pizzico di anticonformismo

“Mi diverto sempre molto a questo ballo perché incontro sempre tante persone -mi racconta il Direttore Generale Yukiya Amano– È un ballo che segue molto la tradizione, ma al tempo stesso si respira un’atmosfera rilassata, amichevole e internazionale. Questo è il vantaggio del Ballo dello Staff IAEA”.

Solo una volta il DG Amano è mancato all’appello e non ha potuto fare il suo consueto intervento di apertura. Era il 2015, l’anno in cui è stato raggiunto l’accordo sul nucleare con la Repubblica Islamica dell’Iran. “Ogni anno è un onore e un piacere per me aprire la cerimonia -mi spiega il DG Amano- Ogni anno arrivano amici dal Giappone. Prima di venire mi chiedono sempre indicazioni sul protocollo, sul dress code, su come comportarsi in questa occasione. L’unica cosa che dico loro è: dimenticate qualsiasi cosa e venite solo per divertirvi. Questo è lo spirito del nostro ballo”.

Beneficenza a passo di danza

L’evento dell’AIEA non è solo sfavillante mondanità, ma anche beneficenza. “Il nostro ballo è una manifestazione no profit, quindi tutti i proventi, detratte le spese vive per l’organizzazione, vengono devoluti in progetti di beneficenza” mi dice il Presidente del Comitato Organizzatore, Imed Zabaar.

Soprattutto progetti caritatevoli a sostegno dei più deboli, i bambini. “Negli ultimi due anni abbiamo modificato la procedura di assegnazione. Adesso qualunque organizzazione benefica ha la possibilità di essere inclusa tra i destinatari delle nostre donazioni, inviando una richiesta entro il 30 settembre. Noi analizziamo tutte le richieste giunte entro i termini previsti e poi stiliamo la lista di chi avrà diritto a ricevere i nostri finanziamenti. L’unico requisito è che le organizzazioni benefiche non abbiano un coinvolgimento politico” rilancia Zabaar. Tra coloro che avranno il sostegno dell’AIEA quest’anno ci sono tante organizzazioni benefiche che lavorano con i bambini e molti ospedali, non solo in Europa ma anche in altre parti del mondo. L’obiettivo è aiutare più organizzazioni umanitarie possibile. “L’anno scorso abbiamo raggiunto la somma di 85mila euro in donazioni, che hanno sostenuto parecchie associazioni benefiche, distribuite in diverse aree geografiche, sparse nei vari continenti -precisa Zabaar- Nel 2017, invece, abbiamo destinato alle associazioni caritatevoli oltre 145mila euro. Ciò che ci rende orgogliosi è poter organizzare un evento che sia divertente, un piacevole momento di socializzazione e svago, ma al tempo stesso aiutare chi ha bisogno, grazie ai proventi guadagnati dalla vendita dei biglietti”.

Perché l’Italia?

“L’anno scorso il tema erano i colori dell’Africa. Stavolta volevamo fare qualcosa di diverso -sottolinea Imed Zabaar– Volevamo che il ballo tornasse in Europa e visto che da molto tempo non era stata scelta l’Italia i membri del Comitato Organizzatore hanno selezionato alcuni artisti italiani di grande spessore. Inoltre la musica italiana è sempre bellissima e riesce a creare la giusta atmosfera per una celebrazione in grande stile. Ecco perché ci è sembrata la scelta più giusta. Forse mancava il tocco italiano e un coinvolgimento più diretto dell’Italia, magari con l’Ente del Turismo, ma sarà per la prossima volta”.

Sostegno ai rifugiati

“Molte delle richieste pervenute l’anno scorso arrivavano da organizzazioni impegnate nell’assistenza ai rifugiati -mi racconta Zabaar- Tra loro anche un’organizzazione tedesca che opera al confine tra Siria e Iraq”. Le regole per stabilire quali enti caritatevoli abbiano diritto di accesso ai fondi sono molto rigide. “Chi le riceve non deve avare alcun coinvolgimento o affiliazione ad organismi politici, o politicizzati, deve avere referenze sicure” conclude Imed Zabaar. L’AIEA, infatti, conduce indagini accurate, anche attraverso le Ambasciate, perché deve esserci l’assoluta certezza che le somme di denaro stanziate vadano realmente per i progetti caritatevoli illustrati nelle richieste.

Abba, Quadriglia e silent disco

La musica dal vivo ha inondato le varie sale dell’Hofburg Palace, il Palazzo Imperiale.

Ce n’era per tutti i gusti, dal reggae alla pop music anni ’80, da repertori folcloristici irlandesi alla dance music hardstyle martellante.

Da salsa e merengue fino alla silent disco, una sala dove regna il silenzio più assoluto e tutti si muovono al ritmo di note inudibili, se non a coloro che indossano le cuffie.

Non sono mancati momenti corali, come l’arrivo sul palco degli ABBA cz, una band di Praga che ha riproposto tutti i più grandi successi dello storico gruppo pop svedese.

Mentre risuonavano Dancing Queen e Mamma mia la Festsaal, il gigantesco salone delle feste, era gremito oltremodo di persone.

Un’onda incontenibile stregata dal ritmo delle canzoni anni ’70 che hanno reso famosi gli Abba.

Poi, a mezzanotte e mezza, è il momento della Quadriglia.

Così, come prevede la tradizione, cavalieri e dame si cimentano in giravolte, inchini, scambi di coppia, mani sfiorate, passi avanti e indietro.

A dirigere le danze, impartendo gli ordini con la sua voce sicura e autorevole, il maestro Thomas Schäfer-Elmayer

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