Vienna – Dubai A/R

Canzoni naziste

Lo scandalo delle canzoni naziste con testi antisemiti e razzisti non accenna a placarsi e cadono le prime teste. Alla fine Udo Landbauer, capolista dell’FPÖ in Bassa Austria, è stato costretto a dimettersi. Alle elezioni amministrative di domenica scorsa aveva ottenuto un seggio nel neoeletto parlamento della Bassa Austria, ma ha dovuto rimettere il proprio mandato. A prendere il suo posto è Gottfried Waldhäusl. Come diretta conseguenza della sua rinuncia il 31enne Udo Landbauer sarà anche automaticamente escluso dal Parlamento federale austriaco. Troppe pressioni, troppa eco mediatica. Incolmabile la presa di distanza netta sia del Cancelliere Sebastian Kurz, sia del Presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen. Inaccettabili le parole del libretto adottato nella confraternita “Germania zu Wiener Neustadt”, della quale Landbauer ha fatto parte per 18 anni.

L’opinione pubblica austriaca si è chiaramente schierata a riguardo, punendo l’ultradestra alle elezioni amministrative in Bassa Austria che si sono tenute il 28 gennaio. Ben 150.000 elettori del Partito della Libertà hanno deciso di non andare a votare. La candidata dell’ÖVP Johanna Mikl-Leitner, ex Ministro dell’Interno federale, ha invece ottenuto un successo elettorale senza precedenti, conquistando il 49,6% delle preferenze. Un deludente 14,8% per l’FPÖ, che non riesce a capitalizzare a livello locale il patrimonio di voti conquistati su scala nazionale. Un risultato su cui ha comunque pesato non poco l’affaire delle canzoni naziste. Sostiene di aver fatto un passo indietro per tenere lontano dai riflettori la sua famiglia, Udo Landbauer, ormai da giorni al centro di accesissime polemiche sui media austriaci e assediato a St. Pölten da frotte di giornalisti. Tra le sue prime dichiarazioni la governatrice Mikl-Leitner ha subito messo in chiaro che non avrebbe mai collaborato con Landbauer. Un passo indietro d’obbligo per il capolista dell’FPÖ in Bassa Austria, malgrado il leader del partito e Vice Cancelliere Heinz-Christian Strache abbia cercato in tutti i modi di difenderlo, facendo il possibile per evitare le sue dimissioni e l’autosospensione dall’FPÖ, perché sicuro che Landbauer possa provare la sua estraneità ed innocenza. Dimissioni necessarie, ma giudicate tardive da SPÖ, Verdi e NEOS. Con l’uscita di scena di Udo Landbauer in Bassa Austria l’ultradestra sembra essere sempre più a corto di politici di esperienza. Vediamo cosa hanno detto Heinz-Christian Strache e Sebastian Kurz e scopriamo dettagli ulteriori sulla confraternita “Germania” di Udo Landbauer

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Strache e quella sottile linea rossa

Udo Landbauer ha impiegato 9 giorni prima di dimettersi. 

Heinz-Christian Strache ha espresso una posizione netta all’Akademikerball, dicendo ai 2800 invitati: “è nostro preciso dovere prendere posizione contro l’antisemitismo, il razzismo e il pensiero totalitario”. 

Strache ha inoltre aggiunto: “siamo uniti dall’amore per la libertà e per la nostra patria, ma non dall’odio verso gli altri”.

Eppure secondo molti opinionisti il leader dell’ultradestra dovrebbe decisamente rivedere il suo concetto di linea rossa, ampiamente oltrepassato dal suo capolista in Bassa Austria. Infatti, sono in molti a ritenere che Strache non sia stato in grado di comprendere la gravità dello scandalo che ha travolto Landbauer.

Perché è difficile sciogliere la confraternita incriminata

L’Ufficio delle Investigazioni Criminali sta indagando sulla confraternita “Germania zu Wiener Neustadt” per accertare le responsabilità relative alla pubblicazione e all’adozione del libretto con le canzoni naziste, al centro dello scandalo.

Da un lato il Cancelliere Kurz e il Ministro dell’Interno Kickl hanno annunciato di voler procedere con lo scioglimento della confraternita incriminata. Dall’altro il diritto di associazione è garantito dalla Convenzione dei Diritti Umani. Se però vengono violate leggi e commessi crimini questo diritto viene meno, perché non più in conformità alle leggi vigenti. Al momento vi sono 4 persone sotto inchiesta.

La posizione di Sebastian Kurz in merito alla vicenda non lascia spazio a dubbi: “se si trattasse dell’ÖVP saprei esattamente cosa fare e trarrei le necessarie conseguenze” ha detto il Cancelliere. Un anno fa i Popolari hanno infatti escluso dal partito alcuni politici che avevano glorificato il nazismo con post antisemiti su WhatsApp e su alcuni gruppi Facebook.

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