Vienna – Dubai A/R

Moda, in mutande è meglio

La Vienna Fashion Week continua a stupire. Kimono, mutande, tanta ironia. Gli stilisti thailandesi fanno tendenza e portano una ventata di originalità. Trionfano uomini con indosso solo calze a rete e T-shirt, lolite in culotte che ricordano lo stile di Moschino rivisitato in salsa orientale e novelle donne-samurai vestite di nero, bianco o rosso.

Eleganza, senso dell’umorismo, uomini che sfilano disinvolti con grandissime borse, o solo in maglietta. Riuscitissimo l’esperimento austriaco-thailandese di Paul Direk e Pitour, che ha dato vita alla prima collezione uomo-donna che abbia in sé il rigore asburgico e la fantasia targata Bangkok. Il fashion show serale del terzo giorno è stato una piccola tempesta, proprio nel giorno in cui anche una bufera vera si è abbattuta sull’Austria, con minacciosi fronti di nubi nere, violenti acquazzoni e vento che nelle regioni montane ha toccato punte di 120 Km orari e che nella capitale ha soffiato ad oltre 100 Km orari, spazzando via tutto al proprio passaggio. La potenza devastatrice della tempesta “Sebastian”, ogni riferimento al giovane leader dell’ÖVP è puramente casuale, è stata tale che quattro bambini sono rimasti lievemente feriti a Vienna. Il ciclone che tutto ha travolto nel tempio della moda al MuseumsQuartier, invece, è tutto thailandese. Fantasia al potere e molti brand di cui sentiremo di sicuro parlare ancora. Il glamour delle passerelle viennesi non è certo paragonabile a quello di Milano, però ieri i designer thailandesi hanno fatto spettacolo, con eleganza, raffinatezza e tanta ironia. Giocosa, creativa e originalissima la sfilata di LaLaLove.

Un piacere per gli occhi la sinuosità e la sofisticata costruzione sartoriale degli abiti di Black Sugar. La semplicità, il minimalismo e i contrasti del bianco e del nero per ISSI. Fibre naturali, linee essenziali, colori delicati che danno ampio spazio al blu e alle sue mille sfumature per Munzaa. Tra lolite trasgressive e spiritosissime, donne trasformate in sculture giapponesi e uomini in calze a rete, le sfilate sono state un piacere per gli occhi e per la mente. Vediamo il tema delle mutande, declinato in versione maschile e femminile

Grinta, carattere e ironia da vendere

Colorata, eccessiva, giocosa, la collezione di LaLaLove, disegnata dalla stilista thailandese Linda Charoenlab, è spiritosissima e coraggiosa.

Per l’uso audace di scritte provocatorie, per i motivi e i colori optical, per le silhouette quasi caricaturali, tutte volant e rouches, per l’eccesso di alcuni accessori come i divertenti sandali con zeppa, l’eco lontana di Moschino si percepisce.

Eppure Linda Charoenlab riesce a dare un tocco personale e molto orientale alle sue lolite, con codini e zeppe altissime.

Memorabile e ironica la canotta con su scritto: Open Daily.

Originali le magliette che si trasformano in mini abiti

Spassosa la rivisitazione del logo Nike che diventa un simpaticissimo Like su di un mini abito.

Sexy e pieni di brio i mini shorts, che sono una rivisitazione delle culotte, o delle mutande della nonna.

Se la donna vestita LaLaLove gioca con la propria femminilità, facendo l’eterna bambina e affilando le armi della propria seduzione a colpi di rouches, fiocchi, shorts, paillettes, spacchi e mini gonne, senza però mai prendersi troppo sul serio, il tocco geniale arriva soprattutto per la versione maschile.

L’uomo LaLaLove viene proposto quasi nudo, in calze a rete, o quasi, coperto solo da un’ampia T-shirt. Esprime gioia di vivere e originalità Linda Charoenlab. Evviva l’amore!

L’eleganza nella sua essenza

È straordinariamente chic la visione femminile di Black Sugar.

La donna creata dalla designer thailandese Methawee Angthong adopera soprattutto il bianco, il nero e le loro combinazioni.

Anche se a tratti, inatteso, irrompe il rosso lacca in tutta la sua sontuosità. Lino prezioso si fa costruzione raffinata e forma elaborata. Le donne di Black Sugar sono donne-samurai, con indosso abiti che sembrano riedizioni del kimono giapponese.

Fluttuano lungo la passerella queste magnifiche sacerdotesse di una bellezza senza tempo, custodi del segreto di un’estetica Wabi-sabi, fatta di asimmetrie che disegnano iperboliche geometrie e di imperfezioni che si elevano a somma perfezione, in linea con il più puro stile giapponese.

Non ci sono sbavature, o panneggi di troppo, tutto si traduce in un gioco raffinato di pieghe, tagli asimmetrici, morbidi drappeggi. 

Sexy i sandali che richiamano i tradizionali zoccoli in legno giapponesi, portati con i calzini corti in pendant con i colori degli abiti.

Tutto parla di un attento lavoro di ricerca sui tessuti e sui modelli.   

Esperimento riuscito

Il mix della collezione dello stilista thailandese Paul Direk e della designer austriaca Maria Oberfrank di Pitour è perfettamente riuscito.

Il mélange delle due culture, quella austriaca e quella thailandese, crea suggestioni contemporanee di grande effetto.

Linee essenziali, tagli geometrici all’insegna del minimalismo, uomini che vestono con disinvoltura ampie casacche abbinate a bermuda e che portano con fierezza borse oversized senza dimenticare di essere maschi.

Si va oltre il borsello anni ’70, adesso c’è una borsa taglia gigante da portare anche nel tempo libero. E se i pantaloni da uomo sono lunghi, hanno sempre drappeggi originali ad impreziosirli e a renderli particolari e unici.

A colpire di più per la genialità delle trovate è la collezione maschile.

Abbiamo adorato l’uomo che, con incedere sicuro, arriva a torso nudo, con una camicia-spolverino tenuta come fosse un mantello, facendo diventare sexy una severa combinazione bianco e nero.

Bellissimi i pantaloni grigi con cavallo bassissimo, morbidi e drappeggiati, che sembrano quasi una gonna, con una camicia oversized tenuta aperta.

Chi l’ha detto che agli uomini sia consentito indossare la gonna solo quando si tratta di un kilt scozzese?

Eccolo l’uomo in gonna, o meglio con il vestito: una tunica asimmetrica, appena sotto il ginocchio, abbinata a scarpe duilio, in pelle spazzolata.   

Un semplice gioco di contrasti

Bianco, nero e il gioco di contrasti. Minimalismo, linee ridotte alla loro essenzialità, questa è l’estetica di ISSI.

Con questa raffinata alchimia lo stilista thailandese Weeneggsin Kaewphongsri ha conquistato a partire dal 2014 i mercati asiatici e dei Paesi arabi e certamente farà parlare di sé anche in Europa.

Le creazioni di ISSI si richiamano alla tecnica degli origami giapponesi, sono strutture architettoniche meravigliose che, al tempo stesso, restano ancorate ai principi della semplicità.

Trionfano pieghe sapienti, cuciture ardite, trasparenze, morbidezza. Ogni abito sembra una piccola opera d’arte.

Le scarpe sono sempre e rigorosamente basse. Tanta eleganza e raffinatezza di linee, anche negli spolverini che arrivano a sembrare sculture.

Anche se è interamente giocata sul bianco e nero, la collezione disegnata da Weeneggsin Kaewphongsri è tutto fuorché monotona.

  

Cotone, lino e tanto blu

Sostenibilità, tessuti naturali, minimalismo orientale. Tuniche, pantaloni larghi unisex, morbidi panneggi.

Tanto bianco, ma soprattutto le mille nuance del blu. È il mondo di Munzaa, il marchio creato dalla designer thailandese Arunlak Suitsapha.

L’eleganza nasce dalla semplicità. Le linee di Munzaa seguono geometrie perfette, vestendo con stile donne e uomini.

Spesso i cappelli diventano accessori imprescindibili, parte integrante del look finale. L’uomo veste ampi pantaloni e maxi giacche. Arunlak Suitsapha riscrive i canoni del vestito maschile, con un tocco tutto orientale.

Gli abiti femminili di soffice cotone, o di lino sottile, creano sinuose fluttuazioni in passerella.

Bellissimo il gioco di sciarpe svolazzanti, che amplifica la morbidezza dei panneggi.

I pantaloni unisex hanno talvolta orli sfrangiati.

Ci sono gonne con ampi spacchi laterali, spalle con cuciture preziose, pantaloni ampi che finiscono a palloncino, come certi vestiti degli anni ’50.

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