Vienna – Dubai A/R

Tokyo batte ancora Vienna

Il sushi batte la Wiener Schnitzel. Vienna arriva seconda nella “Global/Top 25 cities” redatta da Monocle e a sottrarle il primato è Tokyo. Nella classifica delle città più vivibili del mondo preparata dal magazine di affari internazionali e lifestyle fondato da Tyler Brûlé, imprenditore canadese ed editorialista del Financial Times, la capitale austriaca, si piazza al secondo posto. Per anni Vienna è stata nella top ten e dal 2015 è sempre sul podio, giungendo seconda o terza come nel 2016. La capitale giapponese, invece, è rimasta per tre anni di fila saldamente al comando della classifica.

Due città diversissime, non solo per dimensioni e densità di popolazione, ma anche per caratteristiche e offerta di servizi. Se a Tokyo convivono in perfetta armonia modernità e tradizione, alta tecnologia e artigianato tramandato da secoli, a Vienna il passato, con le sue vestigia, avvolge e permea ogni cosa, anche la vita quotidiana. Da un lato c’è l’idea del vivere urbano legata alla cultura orientale, con un’attenzione agli altri che sfiora l’eccesso e con una dimensione concentrata sul benessere dell’intera comunità, dall’altro c’è una visione molto europea, quasi incapace di percepire il valore del tempo, decisamente più focalizzata sul sé. I parametri utilizzati da Monocle per realizzare la classifica comprendono una sessantina di voci dal tempo che impiega un’ambulanza ad arrivare in caso di emergenza, al prezzo per avere un buon caffè, dal numero di scuole di design alle case costruite nel corso dell’ultimo anno, fino all’apertura di nuove attività di business. Stavolta è entrata anche un’altra voce: la minaccia del terrorismo, che può condizionare pesantemente la qualità della vita. Tutti i dati sono stati raccolti attraverso informazioni accessibili sui registri pubblici, oppure ottenute da istituzioni e amministrazioni pubbliche. Vediamo insieme pregi e difetti di Tokyo e Vienna.

Photography by Gerhard Fasol

Tokyo, vivere è un’arte

Tokyo riunisce in sé i pregi di una megalopoli assieme alla elevata qualità riscontrabile in genere solo nei piccoli centri. Insomma, pur essendo una città con 9.4 milioni di abitanti, ha la capacità di offrire un’elevata qualità della vita, essendo riuscita a trasformare il vivere urbano quasi in un’arte.

Tokyo è un luogo nel quale sicurezza, educazione e tolleranza creano una sorta di bolla che agli occhi, soprattutto di chi abita in altre zone del globo, appare come qualcosa di straordinario. I bambini possono andare a scuola da soli perché le strade sono sicure di giorno come di notte.

Non accadrà mai di incappare in persone rumorose, che disturbano in metropolitana, perché questo desiderio di non recare fastidio al prossimo, di non essere ingombranti e chiassosi è qualcosa che viene introiettato e assorbito fin da piccoli e diventa un sentire collettivo. Nessuna costrizione, solo una diversa percezione di sé e degli altri, un modo di essere, permeato di rispetto e gentilezza, sia nel rapportarsi con gli altri, sia nell’utilizzo di spazi, o strutture, o servizi a disposizione della collettività.

 

La qualità del cibo è a dir poco eccezionale. Vi sono 260 musei, 224 biblioteche, 575 gallerie d’arte, 23 scuole di design. I parchi pubblici sono 6.062, mentre le piste ciclabili si snodano per una rete di 155,4 chilometri.

La disoccupazione è al 3,2%. Il turismo è esploso: 24 milioni di persone hanno visitato il Giappone nel 2016. L’obiettivo del governo è arrivare a 40 milioni di turisti nel 2020.

Photography by Gerhard Fasol

Vienna, a misura d’uomo

Vienna consolida la sua tradizione di città vivibile, offrendo un centro storico con ampie aree pedonali e ricco di magnifiche architetture barocche.

Molti gli spazi verdi che coprono all’incirca il 50% della superficie urbana, eccezionale la rete di piste ciclabili che si snoda per 1,346 chilometri. Ottimi i mezzi di trasporto pubblici, con prezzi non eccessivamente cari, gli affitti sono abbordabili e le infrastrutture sono in costante rinnovamento.

Rassicurante e amica la presenza del Danubio, con il suo canale pieno di locali e “spiagge” urbane.

A Vienna è possibile trovare cibo e bevande prodotti in modo artigianale e un’ampia offerta di iniziative culturali, che il sindaco socialdemocratico Michael Häupl, da 24 anni amministratore della città, finanzia generosamente. Ci sono 100 musei, 150 gallerie d’arte, 41 biblioteche, 149 librerie indipendenti.

Il numero dei rifugiati è molto più contenuto e quasi tutti sono stati integrati all’interno del tessuto sociale. A Vienna ci sono anche 100.000 studenti universitari che frequentano la Universität Wien. Nelle conversazioni dei viennesi abbondano i riferimenti intellettuali, come pure un caratteristico e caustico senso dell’umorismo, tipicamente viennese. Non mancano, però, personalità borderline, che danno la misura del perché Sigmund Freud, padre della psicanalisi, non sarebbe mai potuto nascere altrove. La disoccupazione è al 15%.

Niente shopping la domenica

La nota dolente per Vienna è rappresentata dall’impossibilità di poter fare acquisti la domenica. Tutto è rigorosamente chiuso, persino shopping center, grande distribuzione internazionale, outlet appena fuori città. Tutto tace, ad eccezione del settore della ristorazione.

Fumo nei bar e nei locali

Un elemento che è stato oggetto di un acceso dibattito interno è la questione del fumo nei locali. Esistono ancora forti resistenze, ma sarebbe opportuno che quanto prima entrasse in vigore il divieto di fumare nei bar e nei ristoranti.

Un viennese, giapponese di adozione

Gerhard Fasol, imprenditore e fondatore della società di consulenza Eurotechnology-Japan, membro del board del gruppo GMO Cloud KK. e Guest-Professor alla Kyushu University, è viennese. Vive, però, a Tokyo da ben 26 anni. Parla e scrive correntemente la lingua giapponese ed è perfettamente integrato all’interno della società. Al tempo stesso conosce pregi e difetti di entrambe le città. “Queste classifiche non hanno grande significato. Tokyo e Vienna sono totalmente diverse -mi racconta Gerhard Fasol- L’area di Tokyo, compreso l’hinterland comprende un territorio che ospita 30 milioni di persone. A Vienna ci sono appena un milione e mezzo di abitanti. Tokyo è stata completamente distrutta dopo la seconda guerra mondiale, quindi non vi sono edifici che abbiano più di 60 anni. Anche se può sembrare un gioco di parole, a Vienna il passato è molto più presente”. Insomma, il giorno e la notte, due città diversissime che incarnano anche due visioni opposte del vivere bene. Riguardo alla vivibilità per Gerhard Fasol “Vienna è perfetta se riesci a crearti una vita movimentata, un’attività di business e se parli e scrivi in tedesco. Il giapponese è 100 volte più difficile del tedesco. In entrambe le città si possono avere amici e una vita e un lavoro interessanti. Da Tokyo si possono raggiungere in un’ora spiagge incantevoli che ricordano quelle delle Hawaii, a Vienna c’è la Donau Insel e in un’ora si possono raggiungere splendide località sciistiche”.

Per un viennese, che pure ama Tokyo immensamente, tanto da averla eletta a sua residenza stabile da quasi trent’anni, a Gerhard mancano molto la Wiener Staatsoper e la Spanische Reitschule, anche se riconosce che le opportunità di business offerte da Tokyo sono maggiori

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