La psicosi anti-vaccini dilaga in Italia. Tanto che ci sono genitori spaventati che hanno minacciato di chiedere asilo in Austria, dove le vaccinazioni non sono obbligatorie. Il clima è incandescente nel nostro Paese, dopo il via libera al decreto legge sull’obbligo dei vaccini per iscriversi ad asili nido, scuola materna e dell’obbligo. Ben 130 famiglie del Trentino Alto Adige hanno scritto al Presidente della Repubblica Mattarella, al Presidente Federale Van der Bellen e al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra per chiedere che la loro volontà di non vaccinare i propri figli venga ascoltata. L’odio per i vaccini è talmente inveterato al punto che il capo del movimento “No Vax”, l’attivista Reinhold Holzer, chiede asilo nella vicina Austria, perché dichiara: “Non solo chi fugge dalla guerra ha diritto all’asilo, anche chi vede calpestati i propri diritti umani, ha il diritto di farne richiesta”.
Ma quanto è giustificata questa paura dei vaccini? Si basa o meno su un reale fondamento, oppure è solo panico collettivo da disinformazione? E ancora, quanto un sistema punitivo risulta efficace? Quanto un inasprimento della legge con pene severe può davvero contribuire ad arginare l’ostilità e il crescente pregiudizio nei confronti delle vaccinazioni? Quello dei vaccini è un argomento che non può e non deve essere affrontato a cuor leggero e non possono prevalere emotività e superficialità. Per capire di più la situazione austriaca ho consultato il Capo del Dipartimento di Epidemiologia dell’Università di Vienna. Vediamo com’è la situazione in Austria.
Vaccini, “tortura” da evitare?
Molti genitori affermano che 12 vaccinazioni siano un cocktail velenoso con cui non intendono intossicare i propri bambini. Quanto c’è di vero? L’ho chiesto alla Prof. Eva Schernhammer, Capo del Dipartimento di Epidemiologia dell’Università di Vienna. “Conosco il movimento No Vax, perché ho trascorso diverso tempo negli Stati Uniti. Capisco anche il desiderio da parte di un genitore di volere il meglio per i propri figli. Molti sono spaventati da possibili effetti collaterali gravi. Tra questi viene incluso l’autismo. Il fatto è che non esiste alcuna prova scientifica che vi sia una correlazione tra le vaccinazioni e l’insorgere dell’autismo”. Occorre quindi sfatare una volta per tutte quella che è diventata una leggenda metropolitana: l’autismo non è un effetto collaterale dei vaccini, a dirlo sono esperti di epidemiologia, non siti internet di dubbia affidabilità, o chi medico non lo è affatto. “Sull’importanza e sull’utilità delle vaccinazioni credo che non si debba neppure discutere -dice con pacata fermezza la Prof. Schernhammer- Un genitore può decidere di non vaccinare il proprio bambino, ma deve essere consapevole non solo dei rischi a cui sottopone suo figlio, ma anche dei gravi rischi a cui espone tutti gli altri bambini con i quali entra in contatto. È una questione di salute pubblica. Non si possono mettere a repentaglio la vita dei propri figli e quella degli altri”. Una questione di salute pubblica che, piaccia o meno ai detrattori della globalizzazione, coinvolge tutto il pianeta: “In materia di vaccini esistono implicazioni non solo per la singola nazione, ma si possono verificare serie ripercussioni anche a livello globale” mi spiega la Prof. Schernhammer.
Vaccini, è psicosi di massa
“La paura dei vaccini non poggia su alcuna base scientifica -ribatte la Prof. Eva Schernhammer– Non c’è alcuna ragione per essere in ansia. È invece importante capire e far capire ai genitori che esisteranno meno rischi per tutti se verranno vaccinati più bambini possibile”. In Austria non c’è l’obbligo di vaccinare i bambini. Eppure i medici austriaci raccomandano fortemente di effettuare le vaccinazioni, contro 12 malattie infettive, attraverso un programma di profilassi che prevede vaccini gratuiti. “Occorre chiedersi se proibire l’accesso all’istruzione, inasprire le leggi e le punizioni, sia la strada giusta -dice la Prof. Schernhammer- Forse serve più consapevolezza e informazione”. Infatti, viste le recenti misure adottate sia in Italia, sia in Germania, il Ministero della Salute Federale austriaco ha deciso di incrementare le campagne d’informazione legate alle vaccinazioni. In Alta Austria sono già in atto dei bonus elargiti a quelle mamme che facciano fare i vaccini ai propri figli, soprattutto quello contro il morbillo. Insomma, non punire chi si rifiuta, ma premiare chi comprende l’importanza delle vaccinazioni, è la strada adottata per ora in Austria. Come dice anche l’Associazione dei Medici di Vienna è solo informando sulle gravi conseguenze dei mancati vaccini che si può aumentare il numero dei bambini vaccinati. In Austria la penetrazione dei vaccini non è molto alta, ed è pari al 92%, in bambini tra i due e i cinque anni di età. Però solo l’82% dei bambini vaccinati ha ricevuto i necessari richiami, secondo i dati diffusi da Herwig Kollaritsch, esperto di vaccinazioni del Tirolo, sentito dal quotidiano Der Standard. Dall’inizio del 2017 a metà maggio sono stati 78 i casi di morbillo registrati in Austria.
Effetti collaterali, come per qualsiasi farmaco
Come qualsiasi farmaco anche per i vaccini esistono possibili effetti collaterali, anche gravi, come reazioni anafilattiche ad alcuni dei componenti, encefaliti, vasculiti, nefriti, sindrome di Guillain-Barré. Si tratta però di eventi rarissimi che non sminuiscono, né annullano l’importanza delle vaccinazioni, che lo ricordiamo, salvano la vita, o nei casi più lievi, da serie menomazioni come per poliomielite, o meningite.