Vienna – Dubai A/R

La bella, la bestia, tatuaggi e mangiatori di fuoco

La Vienna Fashion Week si è chiusa, con una serie di sfilate che hanno lasciato il segno. Campeggia tra tutte quella della stilista Nikola Fechter assieme a suo fratello Georg, con la loro linea Masters of Dirt, un marchio austriaco che prende il nome dal famoso spettacolo di freestyle. Un gioco di contrasti, tra bellezza e bestialità, tra eleganza e stile aggressivo, tra abiti da sera sognanti e look dark. Indimenticabili i modelli della linea disegnata da Georg Fechter. Sono muscolosi, pieni di tatuaggi, tanto che alcuni hanno corpi quasi interamente istoriati, simili alla Jane Dow protagonista della serie tv americana Blindspot, ideata da Martin Gero.

Un mix tra fascino selvaggio e cura per il dettaglio, con l’uso di materiali selezionati, come il cotone naturale e la viscosa. In questo esperimento mai provato prima, i due fratelli esprimono le loro visioni antitetiche del design di moda, con talento e creatività. Il fashion show si apre con le atmosfere musicali create live da un dj e una sexy mangiatrice di fuoco, con indosso un completino fetish

Eleganza e piccoli dettagli

Gli abiti di Nikola Fechter seguono linee essenziali, ma hanno sempre qualche dettaglio moda che li rende speciali.

Trionfano i cappelli a falda larga, tacchi a stiletto, talvolta abbinati a calzini dal tocco sexy. Molti i pantaloncini corti, talvolta cortissimi, portati sempre con tacchi vertiginosi.

È tutto un continuo rimando dal fascino discreto dell’educanda, alla seduttività della femme fatale.

Splendido il taglio di soprabiti, spolverini e impermeabili.

Predomina il nero, ma c’è spazio anche per bianco, grigio e beige. Spacchi vertiginosi caratterizzano gli abiti da sera.

Alcuni, poi, hanno persino una vena romantica. In passerella si respira aria di magia all’incedere di una modella in abito bianco.

Nikola Fechter è riuscita a declinare in modo poetico l’abito da sposa, senza cadere nel già visto o nel banale.

Tatuaggi e look molto rock

Tutta un’altra musica con Georg Fechter e i suoi modelli tatuati. Lo stile è rock, di quello duro, durissimo e metallaro.

Anfibi, classici jeans strappati, felpe, con cappuccio e senza, giacche, boots, cappellini con visiera, shorts e scarpe da ginnastica.

Alcuni modelli sembrano una sorta di Gesù, rivisitato in chiave contemporanea: felpa, pantaloni con ginocchia strappate e corona di fiori stile figli dei fiori.

Urban fashion che trasforma lo street style in una versione 2.0, fatta di tessuti nobili anche se all’apparenza cheap.

Non mancano  i corpetti sexy che lasciano scorgere tatuaggi estesi a tutte e due le braccia.

E poi borse da uomo, felpe-spolverino con cappuccio e quelle stile accappatoio da pugile.

Anche nell’asfalto può nascere un fiore ed esserci spazio per una sposa irriverente e per qualche capo dedicato anche ai bambini.

Kayiko: solo bianco e nero

Atmosfere minimaliste e fortemente contemporanee nella bellissima sfilata di Kayiko, il brand della stilista austriaca Karin Oébster, che disegna moda di lusso dal carattere deciso e dalle linee essenziali.

Dominano indiscutibilmente il bianco e il nero. Uniche concessioni al grigio e all’argento.

Modelli e modelle sono di ogni età, perché la bellezza è senza tempo, come alcuni dei capi che appaiono nello show.

Principi e cavalieri in armatura

Gli uomini di Kayiko sembrano principi e cavalieri d’altri tempi, con giacche costruite sapientemente, tanto da sembrare strutture simili ad armature, ma sempre pervase da un tocco modernissimo dato da tagli asimmetrici e giochi di pieghe e cuciture.

Alcuni modelli sembra che indossino stranissime corazze, preludio di combattimenti in un’era post-atomica, dove i colori sembrano essere spariti.

Altri hanno l’aria di guru contemporanei: pantaloni larghissimi, sciarpe ampie, giacche abbondanti.

Alcune casacche e camicie da uomo sembrano riscrivere lo stile di pirati e moschettieri in chiave colta e sempre ironica.

Molto scenografico lo spolverino a rete e il suo gioco di trasparenze.

Dame sexy e sofisticate

Le donne, invece, sembrano geishe post-moderne. C’è tanto Giappone e contaminazioni cosmopolite, ma le linee abbondanti e morbide e i tagli sghembi che seguono pericolose diagonali, donano un fascino carico di mistero alla femminilità di Kayiko.

Le scarpe sono rigorosamente basse e dal modello maschile.

Unico vezzo, il calzino da scolaretta sotto al ginocchio e la pelle color argento delle brogue shoes, le scarpe basse stringate, all’inglese.

Le maniche lunghissime e sovradimensionate, tanto da nascondere le mani, sono dettagli di stile, che sembrano declinare il concetto del kimono in modo nuovo.

Giochi di reti e trasparenze optical di bianchi e di neri. Borse grandissime, che illuminano un tutto nero semplice e severo.

Qualche tocco luccicante e qualche cucitura donano personalità a spolverini, mantelle e giacche.

È un inno all’androgino-chic, ma con tantissimi particolari sartoriali che rendono gli abiti di Karin Oébster quasi dei pezzi unici.

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