Nei dintorni di Vienna, a Seibersdorf, c’è l’avanzatissimo laboratorio dell’AIEA (l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica). Al suo interno studiosi e scienziati lavorano per mettere a punto un metodo denominato SIT, la tecnica di sterilizzazione degli insetti. Un modo biologico, amico dell’ambiente, che si serve dell’energia atomica per combattere gradualmente Zika, agendo sul vettore responsabile della diffusione del pericoloso virus: la zanzara Aedes Aegypti. Sono riuscita a visitare questo centro di ricerca, dove non è così facile entrare.
Protetto, controllato, nel laboratorio vigono elevate misure di sicurezza anche per i visitatori. Molti gli ambienti che filtrano ogni passaggio, fino a raggiungere il cuore pulsante del centro. Un settore che riproduce il microclima più adatto al prosperare delle zanzare. Un caldo umido ai limiti del sopportabile. Entrando vengo subito investita da un’aria irrespirabile. Il tasso di umidità è altissimo, l’odore sgradevole. Mi chiedo come facciano tecnici e scienziati a prendersi cura di larve e insetti in un contesto tutt’altro che ospitale, trascorrendo qui molte ore della loro giornata.
L’allevamento di milioni di larve
Nel laboratorio si trovano svariati milioni di esemplari. Un numero incalcolabile di larve, ve ne sono un milione in ciascuna delle rastrelliere.
In ogni vaschetta ci sono circa 4.000 larve. Si parte inserendo le uova fecondate che impiegano una settimana per svilupparsi.
Una produzione enorme, che non si ferma mai. Il sistema per separare le femmine dai maschi, essenzialmente manuale, sfrutta le loro diverse dimensioni. I maschi sono più piccoli.
Dopo aver osservato le zanzare ancora larve, che stazionano in vaschette all’interno di un settore del laboratorio, ci spostiamo nell’ala dedicata alle pupe.
Le pupe e il loro trattamento
Ecco le pupe. È a questo punto che si procede alla separazione delle femmine dai maschi. Per poi esporre a materiale radioattivo le pupe di esemplari maschi nel loro stadio finale.
Solo così sarà possibile non comprometterne un regolare sviluppo, ma fare in modo che il loro sperma sia danneggiato in maniera irreparabile. Impossibile assistere al trattamento. Il settore dove vengono irradiati gli esemplari di zanzare è un luogo pericoloso e quindi è off limits. Per l’Aedes Albopictus il dosaggio di radiazioni è di 35-40 Gray (Gy), per l’Aedes Aegypti di 90, mentre per l’Anopheles Arabiensis 120. L’uomo muore con un’intensità di appena 7 Gray.
Allevamenti di zanzare adulte
Le zanzare vengono fatte crescere in gabbie. Ci rassicurano sugli esemplari adulti presenti nel centro. Vengono fatti controlli regolari per verificare che le colonie del laboratorio di Seibersdorf siano prive di qualsiasi infezione o portatrici di virus pericolosi.
Ecco perché non mi devo preoccupare se dovessi vedere qualche insetto che vola fuori dalle gabbie. Per fortuna non ho avvistato zanzare a piede libero, ma il timore di incappare in uno spiacevole incontro è stato fortissimo durante l’intera visita.
Le zanzare arrivano da Brasile, Thailandia, persino dall’Italia. Si lavora anche su altre specie di insetti e su altri virus come dengue e chikungunya.
L’alimentazione delle zanzare adulte
Impressionante vedere la maniera in cui vengono sfamati gli esemplari adulti. Sono le femmine ad avere bisogno di sangue per far sviluppare le uova.
L’addetto all’alimentazione prepara vari salsicciotti contenenti sangue animale, che vengono posti sulle gabbie e letteralmente assaliti da nugoli di zanzare affamate.
Lo spettacolo è sconvolgente. Migliaia di zanzare si avventano sul salsicciotto. “Noi forniamo assistenza a quegli stati membri che ci chiedono aiuto e collaborazione, dotandoli dei necessari equipaggiamenti, macchinari, strumenti, linee guida sulle procedure -dice Marc Vreysen, Capo Laboratorio Settore Controllo Insetti della Divisione congiunta FAO/AIEA– È importante però anche costruire le necessarie infrastrutture, operazione che ha costi ingenti”.
Controllo delle nascite applicato alle zanzare
In sintesi la tecnica SIT prevede la sterilizzazione dei maschi delle zanzare delle sole specie Aedes Aegypti e Aedes Albopictus attraverso l’uso di radiazioni alle quali vengono esposte le pupe nel loro stadio finale. Fondamentale la separazione delle femmine dai maschi nello stadio larvale. Si agisce infatti solo sugli esemplari maschi. Questi maschi resi sterili dall’esposizione a materiale radioattivo, saranno poi rimessi in libertà in natura.
Un vero e proprio sistema di controllo delle nascite che ovviamente non può avere come risultato l’eradicazione, ma solo il contenimento delle specie in questione. Questi maschi prodotti nel laboratorio di Seibersdorf, apparentemente vigorosi tanto quanto quelli non trattati presenti in natura, non saranno in grado di fecondare le femmine, rendendo le loro uova sterili, perché inoculate con sperma danneggiato e quindi incapaci di far sviluppare gli embrioni. “Lavoriamo a questa tecnica da almeno 10 anni, ma va utilizzata anche in combinazione con attente bonifiche del territorio -sottolinea Marc Vreysen – e non può avere un’applicazione su larga scala. Dopo la comparsa di Zika e la sua rapida diffusione l’abbiamo adattata alle specie che sono vettori di questo virus”.
Sistemi di diagnosi rapida e corsi per medici
In questa struttura di Seibersdorf si tengono anche corsi di preparazione per personale medico. L’ultimo training ha visto partecipare delegazioni di 25 Paesi di Centro America e Sud America, Caraibi e Africa, per un totale di 35 persone.
A Siebersdorf esiste poi un macchinario, l’RTPCR (Real Time Reverse Transcription Polymerase Chain Reaction) “uno strumento che diagnostica in tempi rapidissimi non solo il virus Zika, ma anche febbre gialla, dengue, chikungunya, HIV” spiega Diana Paez, Capo Sezione di Medicina Nucleare e Diagnostica per Immagini della Divisione di Salute Umana dell’AIEA.
Sette di questi macchinari dal complicato nome, sono stati già consegnati in altrettanti sette Paesi. Zika non si sta espandendo solo in Brasile e in America Latina, ma anche in Asia, alcuni casi sono stati segnalati in Vietnam e Cina.
Olimpiadi di Rio: il diffondersi della paura
Le Olimpiadi di Rio si avvicinano a grandi passi e nel contempo cresce la paura. Aumentano di giorno in giorno le defezioni nel mondo dello sport, tra golfisti come Jason Day e Rory McIlroy, tennisti del calibro di Simona Halep, Milos Raonic, Tomas Berdych e Karolina Pliskova, fino al caso del saltatore britannico Greg Rutherford, che ha invece deciso di congelare il suo sperma prima di partire per i campionati olimpici. Ma anche tra gli ospiti reali, dopo la principessa Charlene di Monaco hanno dato forfait anche William e Kate, perché la duchessa di Cambridge vorrebbe un altro figlio e non se la sente di correre rischi. Ecco perché è importante sapere che molto si sta facendo per contrastare una diffusione sempre maggiore del micidiale virus Zika, responsabile di microcefalia in feti e neonati.