Vienna – Dubai A/R

Il borsino della fiducia

In Austria il neo nominato Cancelliere Federale, il socialdemocratico Christian Kern, è considerato il leader politico più credibile, aggiudicandosi il 53% delle preferenze del campione di austriaci consultati. È il risultato di un sondaggio fatto dall’Istituto di Ricerca sociale e Consulenza (SORA), uno dei più importanti istituti di ricerca nel Paese. Sempre stando all’indagine del SORA il leader politico con minore credibilità, fermo al 35%, sarebbe Heinz-Christian Strache. Subito dopo Kern si piazza il Vice-cancelliere, il cristianodemocratico Reinhold Mitterlehner, con il 49%. In terza posizione con il 42%Eva Glawischnig, alla guida dei Verdi. L’ex Cancelliere Werner Faymann nel 2015 aveva totalizzato il 42%, scendendo rispetto all’anno prima in cui aveva raccolto il 51% delle preferenze.

Matthias Strolz, il capo dei NEOS, conquista invece il 40% delle preferenze. Strache con il suo 35%, tuttavia cresce in credibilità di un punto percentuale rispetto al 34% del 2015.  ll risultato del numero uno dell’FPÖ in ogni caso non stupisce: è destino delle opposizioni quello di non agire e non poter realizzare le promesse fatte. Da vedere se al di là delle enormi aspettative suscitate negli austriaci Kern mantenga questo risultato ragguardevole anche in futuro. Insomma sarà ancora il più credibile quando si passerà dalle parole ai fatti? 

Perché questo successo del Cancelliere?

Come mai Kern è in testa al sondaggio? Dipende dalla voglia di cambiamento degli austriaci, che si aspettano da lui una rottura rispetto al passato? Oppure la voglia di nuovo è talmente alta, tanto che Kern è arrivato a incarnare il cambiamento? “Kern aveva già un’ottima reputazione come capo dell’ÖBB, le Ferrovie austriache, -mi spiega Christoph Hofinger, Managing Partner e Direttore Scientifico del SORA- tanto da essere cresciuto dal 67 al 73% nel consenso come manager. In molti ne parlavano bene anche prima che diventasse Cancelliere, ecco perché è arrivato circondato da un’aura particolare”. Un’aura che ha ingenerato fortissime attese. Se Kern dovesse fallire, o non portare a termine le necessarie riforme e se non dovesse dare inizio a un nuovo modo di gestire la cosa pubblica, la gente si disaffezionerebbe e quell’aura impiegherebbe un attimo a svanire.

Fischer, l’Austria e l’Europa

L’ormai ex Presidente della Repubblica, Heinz Fischer, è il politico giudicato più credibile, con ben il 75% delle preferenze. Una figura di grande statura, Fischer, percepito come estremamente equilibrato e come un’autorità morale dagli austriaci. Un Presidente imparziale, così lo hanno sempre riconosciuto i cittadini, un Presidente garante di tutti, sia della maggioranza, sia della minoranza, che pur essendosi rammaricato per tutte le irregolarità emerse nel ballottaggio delle presidenziali e per il fatto di dover votare per la terza volta, ha ribadito il suo più vigoroso rispetto per la decisione della Corte Costituzionale.

Lasciando il suo ufficio, Fischer, ha augurato nel suo discorso di addio “Lunga vita alla Repubblica austriaca e a un’Europa pacifica e democratica”, dicendosi a favore di una larga coalizione che possa fronteggiare e respingere odio e violenza. Ecco perché si è detto dispiaciuto per la decisione della Gran Bretagna di uscire dall’Ue. A proposito di Europa, se il governo austriaco viene giudicato credibile per il 30%, perdendo il 7% rispetto al 2015, la Commissione Europea resta appena al 25%.

A proposito di presidenti

Al campione intervistato è stato chiesto anche della credibilità di Alexander Van der Bellen, che si è aggiudicato un buon 52%. Quando è stato realizzato il sondaggio, il 23 maggio, giorno successivo al ballottaggio, era stato dichiarato vincitore l’economista ex veterano dei Verdi.

“Non era ancora arrivato l’annullamento della Corte Costituzionale -afferma Hofinger- Ecco perché manca la valutazione su Norbert Hofer. All’epoca sembrava certo che Van der Bellen sarebbe subentrato a Fischer l’8 luglio”.

La Merkel e la Clinton, supremazia femminile

Il leader politico più credibile è il Cancelliere tedesco Angela Merkel, con il 45%, che perde però rispetto al 2015 ben 25 punti percentuali. Perché questo tracollo? “È sempre una questione di raggiungimento degli obiettivi -racconta Hofinger- L’Europa non è stata unita, soprattutto su temi importanti e sentiti come la crisi dei rifugiati, e questo può aver gettato un’ombra sulla leadership della Cancelliera”. Quindi proprio la questione migranti può aver fatto perdere terreno e punti alla Merkel. Forse non aver più avuto tutto l’appoggio interno di cui ha goduto nel 2015, all’inizio della crisi dei rifugiati, è responsabile di averle alienato molte delle simpatie e della stima degli austriaci. Una perdita di autorevolezza forse anche acuita dall’ondata di euroscetticismo dilagante nell’Unione.

La segue a ruota Hillary Clinton con il 42%, che straccia il suo avversario alla corsa per la Casa Bianca, Donald Trump, lasciato ai margini con un misero 11%.

Quanto sono credibili i politici internazionali?

Opaca la performance in materia di credibilità anche per David Cameron, lasciato al 33%. Ha forse scontato l’effetto Brexit?

“Sicuramente il Premier britannico ha fallito nel fare arrivare il suo messaggio di fiducia nel ruolo della Gran Bretagna nell’Ue -dice Hofinger- Il suo è stato percepito come un gioco tattico dagli austriaci, che lo hanno penalizzato”.

Ottimo piazzamento per Vladimir Putin con 31%, che guadagna ben 7 punti percentuali rispetto al 2015, in barba all’euroscetticismo sempre chiaramente manifestato dal Presidente russo. In fondo, in ultima posizione, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan, con il 9%.

L’Italia e Matteo Renzi?

Il nostro Primo Ministro Matteo Renzi a quanto pare sembra non essere pervenuto. Non è neppure entrato nel sondaggio. “È una buona idea inserire Renzi -rilancia Hofinger- L’anno prossimo dovrebbero liberarsi degli slot e potremo aggiungerlo”. Una magra consolazione per noi italiani: essere esclusi perché non ci sono posti! Oggi si avverte la mancanza di figure carismatiche come Silvio Berlusconi. Anche se gode di discreta popolarità in patria, cosa accadrebbe se si chiedesse agli austriaci di Renzi?

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