Vienna: Europa à la carte, nella cucina della destra

L’invito al meeting di Vösendorf a tutti i partiti dell’Euro-gruppo della destra, è arrivato dall’FPÖ, il Partito della Libertà, la destra populista austriaca. Uniti dalle comuni posizioni contro Bruxelles e i burocrati dell’Unione europea, in Austria sono accorsi tutti: da Marine Le Pen del Front National francese, a Marcus Pretzell eurodeputato di Alternative für Deutschland (Alternativa per la Germania) e compagno della leader dell’AfD Frauke Petry, da Janice Atkinson, ex-UKIP ora indipendente, a Harald Vilimsky (FPÖ) dell’EFN, la struttura di coordinamento dei partiti della destra europea, ai rappresentanti di Gran Bretagna (UKIP), Italia (Lega Nord), Polonia, Olanda (Parti voor de Vrijheid), Repubblica Ceca, Romania (Noua Dreaptă) e Belgio (Vlaams Belang).

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A fare la parte dei leoni: Marine Le Pen e Heinz-Christian Strache, che sa bene come coinvolgere il suo elettorato e animare la platea di oltre 2.000 persone accorse al centro congressi Pyramide Vösendorf, a 10 km da Vienna, venerdì sera. 

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Europa sì, ma à la carte

Proprio a Vösendorf prende vita l’Europa dei patrioti, un’idea di Europa delle nazioni, che si rifà al populismo di destra gaullista. Ci tengono tutti a specificare che non sono contrari all’Europa, ma che hanno però di essa un’idea diversa. Una cooperazione intergovernativa tra Stati europei, questa la loro visione del futuro dell’Unione. Marine Le Pen parla addirittura di “Europe à la carte” e chiede più democrazia diretta e più diritti per i parlamenti nazionali.

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Noi siamo il nuovo centro

Il leder carismatico dell’FPÖ, l’irruente Heinz-Christian Strache, sottolinea che il suo obiettivo è cambiare l’Europa dall’interno, mettendo in chiaro che per parte sua non c’è alcuna intenzione di uscire dall’Europa. Quello che non funziona è l’attuale centralismo di Bruxelles, evidenzia Strache, accendendo di entusiasmo il pubblico.

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“Il nuovo fascismo viene dalla sinistra e dal radicalismo islamico” rilancia, mandando in visibilio la platea, e così facendo Strache continua il riposizionamento dell’FPÖ in quel centro, lasciato completamente vuoto dai conservatori dell’ÖVP. “Noi siamo il centro della società” ha detto Strache, da quando, dopo il miracolo del ballottaggio delle presidenziali, si è accaparrato quel ceto medio, composto dall’elettorato borghese orfano dei neri, i popolari, e dal ceto operaio deluso dai rossi, i socialdemocratici dell’SPÖ.

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Brexit e primavera dei patrioti

Molto inciderà l’eventuale uscita dall’Ue della Gran Bretagna. La Brexit dimostrerà che si può sopravvivere anche fuori dall’Unione e darà nuovo impulso -almeno così i leader della destra populista sperano- ad un vento anti-Ue che soffierà potente su tutti gli altri Stati membri. Sarà l’inizio di quella che a Vösendorf viene definita la primavera dell’Europa dei patrioti. “Vorrei che in tutti gli Stati membri si facesse un referendum per chiedere ai cittadini che tipo di relazione desiderino avere con l’Ue” sottolinea Pretzell. La parola referendum, terrorismo, valori, identità, sono quelle più ricorrenti. Si parla di Europa delle nazioni, del dominio delle corporazioni, di moderna migrazione di massa, tra gli applausi della folla.

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Strache e Hofer

Molto applaudito anche Norbert Hofer, l’ex candidato alla Presidenza federale austriaca, che ha mancato per una manciata di voti l’obiettivo lo scorso 22 maggio al ballottaggio. E quasi per un attimo sembra rubare la scena a Strache, in questa convention della destra patriottica europea.

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