Vienna – Dubai A/R

#vienna non solo instagram

#vienna è stato l’evento più cool di questo scorcio di primavera a Vienna. Una mostra-evento iniziata su instagram e proseguita nel mondo reale su iniziativa di Ferdinand Prinz, un intraprendente giovane tedesco. È lui che ha fondato Postcollective, un gruppo di fotografi che vendono i propri scatti artistici a prezzi ragionevoli rispetto ai classici circuiti del mercato, rendendo l’arte accessibile a tutti, facendola diventare in qualche modo più democratica.

Scatti suggestivi, per lo più fermati grazie alla fotocamera di uno smartphone, che offrono al pubblico prospettive inedite, intricati mondi interiori appena dischiusi, paura e gioia di vivere svelate timidamente, al di là di schemi imposti o stilemi. Momenti fermati per sempre, istanti densi di significato fissati con strumenti apparentemente non sofisticati, eppure capaci di trasmettere emozioni forti, impressioni e sentimenti potenti. 

Un edificio riflesso in una pozzanghera sull’asfalto diventa il simbolo di una città dai molti volti, capace al tempo stesso di ambiguità e analisi introspettiva, la stessa città che ha prodotto “Doppio sogno” di Arthur Schnitzler, e “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud.

Una galleria alla stazione Westbahnhof sembra disegnare un quadro astratto, dall’effetto quasi optical.

Una delle più violente nevicate viennesi vista da un ponte lungo il Danubio prende le sembianze di una visione espressionista.

Le ombre e le luci che si intrecciano nelle vicinanze del Campus Erste sono una vigorosa affermazione di esistenza in vita di una città che si risveglia dopo un lungo sonno invernale.

Un parco punteggiato di sdraio colorate, ricorda la stessa forza espressiva di una tela di David Hockney.

instagram e oltre

Blogger, dj, attori, artisti, nerd, c’è un mix di mondi differenti tutti accomunati dalla passione per il web e per instagram, che superano i confini del virtuale per soddisfare il bisogno di incontrarsi nella vita reale, qui e ora.

Ad accoglierli c’è la galleria d’arte Hochhaus Herrengasse, ampie vetrate, ambienti spaziosi, nel cuore di Vienna.

E le architetture minimaliste dello spazio espositivo si animano con la presenza di giovani variopinti, che chiacchierano tra loro animatamente, scambiandosi impressioni e dettagli tecnici. Non c’è teoria, né accademia, né sovrastrutture, molti di loro non hanno neppure mai frequentato una scuola d’arte.

la fotografia tra passione e mestiere

Per parecchi la fotografia è un semplice hobby. Per altri sta pian piano diventando un vero e proprio mestiere, con il quale iniziare a pensare di potersi guadagnare da vivere. Michael Prügl, @pruegl, ha appena 22 anni. Scatta foto bellissime e straordinariamente evocative. Si schermisce e mi confessa che no, lui non ha poi così tanti follower su instagram: “non è che mi seguano così tante persone -mi racconta con un pizzico di timidezza mentre mi mostra una delle sue foto esposte- ho solo 13.800 follower”.

Il suo Castello di Schönbrunn visto sullo sfondo, inquadrato dal basso verso l’alto, con la terra congelata dal freddo invernale, è di una potenza espressiva fuori dal comune. Non c’è spazio per cliché e luoghi comuni, per vedute da cartolina, c’è l’immagine in tutta la sua purezza, la dirompente iconicità del segno.

La fotografia per Michael sta iniziando a diventare “un qualcosa di più che un semplice passatempo, anche se non rappresenta ancora una vera fonte di reddito, al pari di un vero e proprio lavoro”. Però vende alcuni suoi scatti, che sempre più persone decidono di acquistare. “Resta un hobby per me -mi dice Philipp Kurz, @dortundhier, 23enne tedesco trasferitosi a Vienna- anch’io non è che abbia molti follower su instagram, ne ho appena 28.600” e poi mi sorride.

Resto di stucco davanti al numero di follower di Philipp, e anche davanti alla sua opera: un paesaggio urbano inondato di luce. Talmente tanta luce da trasformare i colori reali in un giallo e un turchese quasi fluorescenti e il salto di #jumpingThai nel volo di un angelo senza ali. Un parcheggio del periferico e povero 21esimo distretto si veste di luce e illuminandosi trasfigura, prende le sembianze di un’architettura di Walter Gropius, diventa il disegno di un progetto del Bauhaus.

l’idea di postcollective

“L’esperimento è iniziato in Germania, ma poi visto il successo abbiamo deciso di esportare l’iniziativa anche in altre città -mi spiega Ferdinand Prinz– Così abbiamo pensato a Vienna. C’era questo spazio e questo edificio i cui proprietari volevano che prendesse vita e così è nata l’idea della mostra #vienna”.

Ferdi ne parla con grande entusiasmo e mi racconta come gli è venuto in mente di riunire tutti questi artisti che usano la fotografia come mezzo espressivo: “Mi sento una sorta di gallerista per giovani artisti. Un po’ come avviene su instagram che ha democratizzato la fotografia, consentendo a tutti i fotografi di far parte della comunità e mostrare i propri lavori, allo stesso modo noi cerchiamo di adottare la stessa filosofia democratizzando l’arte, rendendola accessibile a un numero sempre più ampio di giovani”.

Tanti giovani uniti dalla stessa passione e dagli stessi interessi che si incontrano, passando dal virtuale di instagram al reale di una galleria d’arte: “Molti dei ragazzi presenti a questo evento non si sono mai incontrati prima, ed è davvero eccitante che in un’epoca in cui tutto si svolge online si riesca a stabilire una simile connessione offline, in un magnifico spazio fisico”. Sono questi i piccoli momenti nei quali Vienna, severa e tradizionalista, mostra aspetti inediti e straordinari di sé, esercitando tutto il suo fascino magnetico sulle giovani generazioni.

 

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