Nelly Badfar è di origini persiane. È venuta in Austria nel 1988, quando aveva 4 anni, assieme alla sua famiglia, scappata dall’Iran durante la guerra con l’Iraq.
Nelly parla il Farsi, il tedesco e l’inglese. Racconta di quanto il Farsi sia di aiuto per comunicare con i rifugiati provenienti dall’Afghanistan. Proprio ieri sera ha aiutato una famiglia con bambini piccoli a trovare un riparo per la notte, in un edificio della Caritas nelle vicinanze della stazione, dove esistono 500 posti letto. E il mattino seguente di come il suo supporto sia stato decisivo per far loro prendere il treno diretto a Monaco di Baviera, partito all’alba.
Lo dice con fierezza e con gioia, la gioia di chi è riuscito a fare la cosa giusta, di chi ha potuto alleviare la disperazione dei rifugiati arrivati a Vienna bisognosi di tutto. Una voce amica che in un attimo ha annullato tutte le distanze. Perché a volte anche solo una parola rende possibile l’impossibile. E per salvare vite umane, per offrire parole di conforto a chi soffre, Nelly ha dedicato tutta la sua settimana di vacanza ai rifugiati giunti da Siria, Iraq e Afghanistan, come un fiume in piena nella tranquilla capitale asburgica.
Con lei anche tanti giovanissimi traduttori, alcuni di loro hanno solo 19 anni, tutti capaci di parlare i vari dialetti persiani, o l’arabo. Sono loro gli angeli invisibili, che parlano al cuore e dissipano lacrime, paura e disperazione sussurrando appena.