I treni carichi di rifugiati continuano ad arrivare in Austria. Nel primo pomeriggio, alla stazione Haupbahnhof di Vienna, un convoglio giunto da Nickelsdorf, al confine con l’Ungheria, viene accolto tra gli applausi scroscianti di volontari e semplici cittadini, accorsi per dare un segno tangibile di solidarietà.
Seicento rifugiati scendono, un po’ provati, ma con gli sguardi pieni di speranza. Per loro inizia a dischiudersi la possibilità di una nuova vita, in un clima di pace. Quella viennese è per molti di loro solo una tappa intermedia di un lunghissimo viaggio.
Così mi racconta una famiglia siriana: madre, padre e una bambina di appena due anni. Un tragitto lungo e pericoloso, attraverso Turchia, Macedonia, Serbia, Ungheria. Ora sono finalmente in Austria e presto, forse già da stasera raggiungeranno la Germania.
Lungo i binari della stazione centrale di Vienna, le partenze di treni verso Monaco si sono susseguite fin dal mattino. I rifugiati corrono a frotte incontro a quei convogli che sono la speranza di un futuro migliore.
Salgono sui treni e salutano commossi i volontari austriaci che li hanno aiutati, sfamati, dissetati, vestiti, ospitati.
Non solo cibo per i rifugiati, c’è anche chi alla stazione Westbahnhof offre loro la connessione wi-fi gratuita, o chi gli consente di ricaricare gli smartphone, diventati per la maggior parte di loro strumento indispensabile.
Tra ieri e oggi sono arrivati in Austria oltre 6.500 migranti, ma altre migliaia arriveranno in serata.
Molti cittadini comuni austriaci si sono organizzati su internet per trasportare con le proprie automobili i rifugiati dal confine con l’Ungheria fino a Vienna. #CarsofHope è il tam tam che è corso sui social media e 150/200 macchine hanno risposto facendo avanti e indietro tra la cittadina ungherese di Röszke e la capitale austriaca.